Il sistema paritario – ha detto il Ministro nel corso dell’audizione parlamentare – svolge un servizio per il 12% della popolazione studentesca e cosa allo Stato una somma pari all’1,2% del budget totale. Come dire che c’è spazio per aumentare i finanziamenti alle scuole paritarie. Nel discorso svolto dal ministro Maria Chiara Carrozza di fronte alle Commissioni Cultura di Camera e Senato non mancano gli elementi che faranno discutere e che magari provocheranno anche qualche polemica.
L’accenno alle norme sulle scuole paritarie non piacerà a quanti hanno sostenuto il referendum bolognese.
Una soluzione equilibrata dei problemi di gestione e organizzazione del nostro sistema scolastico va ricercata, secondo il Ministro, “nella individuazione di specifiche e idonee forme di cooperazione, collaborazione e coordinamento tra apparati statali e regionali, che insieme si rapportano al sistema delle scuole autonome e delle scuole paritarie”.
“Infatti – ha aggiunto Carrozza – come stabilito dalla legge 62 del 2000 il sistema pubblico di istruzione è composto dalle scuole statali e dalle scuole paritarie. L’intero finanziamento verso le 13.657 scuole paritarie italiane consiste di 500 mln di euro circa, pari all’1,2% della spesa relativa alle scuole statali, a fronte di una platea di 1.042.000 alunni che rappresenta il 12% della popolazione scolastica”.
“Occorre salvaguardare il carattere plurale del nostro sistema di istruzione – ha concluso il Ministro -attraverso misure volte a tutelare la qualità e l’inclusività anche delle scuole pubbliche paritarie”.
Il ragionamento è fin troppo esplicito: il sistema paritario “serve” una platea di alunni e studenti pari al 12% dell’intera popolazione scolastica ma costa allo Stato solo l’1,2% dell’intero budget. Come dire che c’è ancora spazio per aumentare i finanziamenti alle scuole paritarie.
Un altro accenno interessante è quello relativo ai fondi per il funzionamento amministrativo e didattico delle scuole, oggi fermo sulla cifra di 8 euro per alunno, somma che il Ministro stesso ha definito del tutto “simbolica”.
Curiosamente Maria Chiara Carrozza ha anzi ammesso che dal 2004 in poi i finanziamenti sono progressivamente calati fino ad essere pressoché azzerati nel 2009. Il dato fornito dal Ministro è assolutamente esatto, peccato che finora nessun politico di centro-sinistra abbia mai avuto il coraggio di ammettere che il calo delle risorse c’è stato anche nel biennio 2006/2008 quando a viale Trastevere sedevano Giuseppe Fioroni e Mariangela Bastico.
E, ha aggiunto Carrozza, nel prossimo triennio bisogna aumentare lo stanziamento fino ad arrivare ad almeno 25 euro ad alunno. Intento molto nobile e condivisibile anche se forse il Ministro dovrebbe sapere che i tagli sulle spese ordinarie delle scuole sono stati l’effetto della clausola di salvaguardia che da alcuni anni incombe non solo sulla scuola ma su tutte le Pubbliche amministrazioni che non riescono a raggiungere gli obiettivi di riduzione della spesa strutturale (quella per intenderci legata al personale).
La Tecnica della Scuola 07.06.13