L’avevano coccolata. Esaltata. Fino a candidarla, clamorosamente, alla Presidenza della Repubblica. Poi domenica sera è arrivata la puntata di Report. E la passione del Movimento Cinque Stelle per Milena Gabanelli è evaporata. Svanita in un attimo sotto i colpi di un servizio in cui la giornalista reclama chiarezza sui proventi del blog di Grillo e sulla Casaleggio associati. Il leader dei cinquestelle, che della giornalista è amico, si prende un’intera giornata per rispondere. E a sera replica: «Gabanelli ieri ha fatto un servizio, ma non è vero. Non è vero nulla». Eppure il web non perdona e si divide. Spaccato tra chi insulta la cronista e chi dubita del Fondatore e del Guru.
«Che fine fanno i proventi del blog di Grillo? Quanto guadagna la Casaleggio e associati dalla pubblicità sul sito?». Sono i due quesiti semplici, quasi elementari, avanzati da Gabanelli. Capaci però di agitare per l’intera giornata il movimento. Alla Camera i deputati cliccano in Rete, hanno voglia di rivedere la puntata di Report. Molti preferiscono non commentare, qualcuno sottovoce confessa di aver trovato conferma su alcuni interrogativi serbati da tempo e mai manifestati. Massimo Artini, invece, non si scompone: «I guadagni sul blog? Si tratta di cifre risibili. E poi basta andare alla Camera di commercio e vedere il bilancio della Casaleggio e la nota integrativa».
La capogruppo Roberta Lombardi, intanto, la prende
con un sorriso: «Pentita di aver sostenuto la giornalista per il Colle? No, assolutamente. Una giornalista deve fare le pulci a tutti. Però avrebbe dovuto approfondire di più». Per poi aggiungere, comprensiva: «Comunque in mezzo a tanta informazione in malafede, il suo è un peccato veniale…».
Per arginare un eventuale danno d’immagine tocca direttamente a Grillo scendere in campo. Il leader del M5S interviene nel corso del suo tour elettorale. «Con la pubblicità sostiene da Aosta – noi paghiamo i costi del blog e basta, poi il Movimento si finanzia. Non abbiamo dietro nessun gruppo». Poco prima era stato lo staff del leader a precisare: «Il M5S si finanzia con il lavoro e le piccole donazioni volontarie degli attivisti di tutta Italia». E anche il gruppo comunicazione della Camera, chiamato in causa da Report, mette nero su bianco: «Solo l’assemblea dei parlamentari sovrana nel gruppo del M5S può decidere sia l’assunzione dei giornalisti proposti da Grillo, sia l’entità dello stanziamento». Resta però nell’aria il sapore amaro della delusione. Amaro come l’invito rivolto dalla giornalista sulla diaria: «Con tre milioni di disoccupati smettetela di parlare di scontrini».
La reazione più dura, comunque, è della Rete. Il blog diventa terreno di battaglia. C’è chi insulta Gabanelli: «È stata richiamata all’ordine dal padrone PD-L». E ancora: «Non guarderò mai più quel programma di merda. Lei è una asservita al padrone piddino. Chi l’ha votata un testa di c…». Eppure c’è chi invece – e sono tanti – non nasconde dubbi sul ruolo della Casaleggio e incalza Grillo: «La chiarezza e la trasparenza della risposta mi lascia sgomento. Io i soldi li ho messi e voi avete promesso di dettagliare le spese…». E ancora: «Se il blog riesce a guadagnare grazie al movimento i soldi devono rimanere al M5S e non andare a Casaleggio!!». Oppure chi, con garbo, tiene il punto: «Gentile staff, vorrei cortesemente invitarvi a pubblicare i dettagli degli introiti pubblicitari del blog. Non è un atto dovuto, ma un gesto di trasparenza che gioverà al Movimento».
La Repubblica 21.05.13