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Il neoministro Giovannini: «La riforma Fornero va cambiata». Primo maggio, il lavoro ricompatta i sindacati, da ilsole24ore.it

Nel giorno della Festa del lavoro, il neoministro del Welfare Enrico Giovannini annuncia che la riforma del lavoro va riformata. In particolare spiega: «La riforma Fornero è stata disegnata in modo molto coerente per una economia in crescita, ma può avere problemi per una economia in recessione. Bisogna capire cosa modificare, ma il mercato del lavoro ha bisogno di stabilità delle regole». E ha aggiunto: «Occorre urgentemente affrontare le emergenze occupazionali, di chi il lavoro lo ha perso o non lo trova. Ma soprattutto, occorre rimettere in movimento interi settori economici fiaccati dalla peggiore crisi economica della storia del nostro Paese».

Il ministro ha poi sottolineato: «Il Governo appena costituito ha individuato nel lavoro l’aspetto centrale del proprio programma. Nel giorno della Festa del Lavoro desidero unire la mia voce a quella del Presidente della Repubblica Giorgio Napolitano che, nel suo messaggio per la ricorrenza odierna, ha sottolineato come il Primo Maggio sia non solo lla festa dei lavoratori, ma anche, e più che mai, il giorno dell’impegno per il lavoro. Le grandi difficoltà che sta oggi vivendo il nostro Paese non devono scoraggiarci nella ricerca di risposte alla domanda di futuro».

Tempi strettissimi
Bisogna lavorare «in tempi strettissimi» per dare subito «le risposte che la società italiana si aspetta» in materia di occupazione. Non è un impegno facile e va risolto – ha aggiunto Giovannini – anche in un’ottica europea». Per questo motivo ha giudicato molto importante il tour europeo che sta compiendo il premier Enrico Letta. Giovannini ha aggiunto di vedere comunque «segnali importanti» come la manifestazione unitaria tra i sindacati in programma a Perugia. In proposito ha informato di aver già contattato i segretari generali e le associazioni professionali per «mettersi subito al lavoro e dare concretezza alle misure da prendere». Ha poi citato un passaggio del documento dei cosiddetti saggi dove si sottolineava come «eventuali economie realizzate, dovevano andare a sostenere le famiglie in difficoltà». Perchè c’è da non dimenticare, ha concluso, che «solo una crescita sostenibile può dare lavoro duraturo».

Letta: il lavoro è il cuore di tutto. Legge Fornero? Serve meno rigidità
E anche il premier Enrico Letta, impegnato nel suo tour europeo, è tornato sui temi dell’occupazione. «Il lavoro è il cuore di tutto. Se noi riusciamo sul lavoro a dare dei segnali positivi ce la faremo. Se sul lavoro non ci riusciamo, sono sicuro che non ce la faremo». Quanto alla riforma Fornero durante la conferenza stampa con François Hollande il premier ha commentato: «In un momento straordinario come questo è necessario un pochino meno di rigidità. Ci sono alcuni punti che in una fase recessiva stanno creando dei problemi».

Damiano (Pd): ha ragione Letta, cambiamo la Fornero
L’annuncio del premier – che conferma le parole del ministro Giovannini – trovano subito sponda nell’ex ministro del Lavoro Cesare Damiano (Pd) che nel pomeriggio concorda sulla possibilità di correggere la riforma Fornero che «ha dimostrato, in tempo di recessione, di non funzionare». La causa principale delle mancate assunzioni per damiano «deriva dall’assenza di crescita, ma sicuramente alcune regole scoraggiano le poche assunzioni», suggerendo quindi di accorciare l’intervallo che separa un contratto a termine da quello successivo: «Riportiamo per due anni le regole alla situazione precedente per consentire una continuità lavorativa a chi ha già avuto un primo contratto a termine. Sono sicuro che il confronto con le parti sociali potrà trovare altre soluzioni condivise come questa», conclude Damiano.

Zanonato (Sviluppo): per creare lavoro occorre tempo, nessuno ha formula magica
A dare il quadro delle difficoltà che il governo dovrà affrontare per rsiolve3re il nodo occupazione anche le parole usate da neo ministro dello Sviluppo Flavio Zanonato, che parlando dal palco della manifestazione in Piazza dei Signori a Padova, dove è stato sindaco per un ventennio, ha spiegato che nel breve periodo farà «fatica ad occuparmi del tema che mi piace di più, quello dello sviluppo, perchè l’agenda delle prossime settimane è tutta piena di appuntamenti concernenti crisi aziendali». Per ricreare posti di lavoro – ha aggiunto, «occorre lo sviluppo e ci stiamo già concentrando su questo: però se qualcuno pensa che esista una formula magica finora non scoperta, e che basta applicare questa per risolvere tutti i problemi, si sbaglia. Ci sono tante misure da adottare, alcune hanno effetto immediato, altre hanno effetto più a lungo termine. Bisogna lavorare tutti insieme con determinazione, consapevoli che i risultati non arrivano nell’arco di poche settimane».

I sindacati insieme a Perugia
La manifestazione dei sindacati confederali è a Perugia dove il leader della Uil, Luigi Angeletti, ha detto: «O si risolve il problema di dare lavoro o il Paese affonderà. E affonderà se non cambiamo la politica economica. Bisogna mettere il lavoro al centro della politica economica. Al governo diciamo che ci sono delle priorità e che bisogna rispettare i patti» cominciando a risolvere il problema delle risorse per la cassa integrazione in deroga e per gli esodati e «ridurre le tasse sul lavoro». «Ogni euro disponibile» ha aggiunto dal palco Angeletti «va destinato a queste priorità».

Dal governo Letta «abbiamo ascoltato» la necessità di ripartire dal lavoro, ma «i titoli non bastano, non bastano annunci e promesse. Ci sono stati sei anni di promesse e di provvedimenti opposti»: così il leader della Cgil, Susanna Camusso, dal palco del Primo Maggio. Ora bisogna «fare i provvedimenti» giusti. «Senza lavoro il Paese muore e questo Paese non può morire. L’obiettivo vero, reale, di questo Paese oggi è rimettere al centro il lavoro e dare “risposte” al lavoro. Il Paese «è attraversato da una crisi profonda. Bisogna ricostruire speranza e fiducia, solidarietà e rispetto». E questo significa mettere via anche «il linguaggio della violenza, che non è un linguaggio neutro».

Bonanni: reato di evasione fiscale diventi penale
«Il governo deve avere il coraggio di cooperare con i poteri locali e le parti sociali. L’Italia si salva se tutti la salviamo»: così il leader della Cisl, Raffaele Bonanni, dal palco del Primo Maggio. «Basta a litigi e furbizie, l’Italia deve essere percossa da uno spirito nuovo di servizio. Il servizio, come dice Papa Francesco, è potere». Il leader della Cisl, quindi, chiede al governo «una decisione forte, coraggiosa: rendere il reato di evasione fiscale un reato penale. È l’unico modo per evitare che tutte le tasse siano scaricate sui lavoratori e sui pensionati».

Le manifestazioni nel resto d’Italia
Ma il Primo Maggio è anche il giorno dei cortei. Ecumenico in Piazza Maggiore a Bologna: davanti alla basilica di San Petronio, a fianco dei sindacati Cgil, Cisl e Uil, scendono anche gli imprenditori di Uninidustria, rappresentata dal presidente Alberto Vacchi, e Legacoop Bologna, con il suo presidente Gianpiero Calzolari, a comporre una sorta di fronte comune innanzi ad una crisi economica, ormai in corso da anni, che sta lacerando il tessuto produttivo dell’intero Paese.

L’inedita e inusuale mescolanza tra mondo dell’impresa e mondo sindacale va in scena in una celebrazione, quella del Primo Maggio – intitolato quest’anno, Priorità Lavoro – storico bastione delle rivendicazioni del sindacato e che vede alternarsi, all’interno di una tavola rotonda, voci diverse, a condividere, per una volta, lo stesso palco. Palco su cui si muovono il segretario generale della Cisl felsinea, Alessandro Alberani, e quelli della Cgil e Uil cittadine, Danilo Gruppi e Gianfranco Martelli, oltre al presidente della Regione, Vasco Errani, a Calzolari e Vacchi, sicuramente l’ospite più inusuale in una festa che ha visto da sempre distanti le posizioni di lavoratori e datori di lavoro.

E se in Piazza Maggiore c’è chi – come gli esponenti di Rifondazione comunista Emilia-Romagna – ribadisce in una nota che «a piazza è delle lavoratrici e dei lavoratori che non si tolgono il cappello davanti al padrone», non c’è invece la Fiom bolognese, che celebra il Primo Maggio nel Ferrarese, alla Berco di Copparo, azienda del gruppo Thyssen Krupp, su cui si allunga l’ombra di 611 esuberi. Sempre nel Ferrarese, ma a Sant’Agostino, le iniziative per il Primo Maggio vedono in primo piano la celebrazione di una messa, da parte dell’Arcivescovo di Bologna, cardinale Carlo Caffarra, alla Ceramiche Sant’Agostino, stabilimento in cui persero la vita due dipendenti nel crollo di una parte della struttura colpita dal terremoto dello scorso maggio.

Foto di Preiti in corteo, polemiche e lancio di uova a Torino
Polemiche e prese di distanza hanno invece accompagnato a Torino la comparsa, nel corteo cittadino di questa mattina, di uno striscione degli Autonomi con l’immagine di Luigi Preiti a terra e, più sotto, la scritta “Il 1 maggio è per voi”. Accanto alla foto dell’uomo che domenica scorsa ha ferito a colpi di pistola due carabinieri davanti a palazzo Chigi, anche le immagini della coppia di Macerata suicida per debiti. «L’immagine di Luigi Preiti, portata con tanto di dedica, è la peggior offesa che si poteva immaginare quest’oggi, proprio a Torino, dove l’Arma dei Carabinieri fu fondata quasi 200 anni fa – ha rimarcato l’assessore alla Cultura della Regione Piemonte, Michele Coppola – Si vergognino i responsabili di questo grave gesto». Sulla stessa linea anche il governatore della Regione, Roberto Cota: «Chi pensa che il primo maggio debba essere un’occasione di scontro o di atteggiamenti violenti contro gli altri dimostra di non aver capito nulla del senso di questa ricorrenza».

Sempre a Torino, un gruppo di persone finora non identificate ha lanciato uova cariche di vernice nera contro lo spezzone del Pd al corteo del 1° maggio. Il lancio si è verificato nella parte terminale del lungo serpentone che si è snodato in via Po, lontano dunque dalla zona in cui si trovano il sindaco Piero Fassino e altri esponenti politici. Le uova hanno colpito personale delle forze dell’ordine. I responsabili sarebbero alcuni giovani del centro sociale Askatasuna. Il gruppo sfila con il volto coperto dalle maschere di Anonymous. L’intervento delle forze dell’ordine, che hanno spinto in avanti lo spezzone del corteo in cui si trovano alcuni rappresentanti locali del Pd, ha fatto tornare la
calma.

Il corteo di Milano
Intanto è partito da poco a Milano il tradizionale corteo per la festa del 1° maggio nel quale tra striscioni e cartelli per denunciare la sempre più pesante disoccupazione si sono levate anche grida e slogan contro l’ex ministro del Lavoro Elsa Fornero. La manifestazione, alla quale sono presenti tante categorie, da poliziotti ad agricoltori da ricercatori a operai, come ha spiegato il segretario generale della Camera del lavoro milanese Graziano Gorla «è più partecipata» rispetto all’anno scorso ed è stata aperta dal gonfalone di Milano e dei vari centri dell’hinterland. In seconda filà i sindacati e i rappresentanti dei vari partiti tra i quali Sel, Rifondazione comunista e altri. Alla manifestazione anche gli esponenti del partito Marxista-leninista italiano con un cartellone con la scritta «opponiamoci al governo Letta-Berlusconi al servizio del capitalismo, lottiamo per il socialismo!» e raffigurante il neo premier e l’ex premier che si stringono la mano.

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