La decisione è stata presa da otto parlamentari Pd e da Palma Costi, grande elettore. Nove grandi elettori modenesi del Pd, al primo scrutinio per la scelta del Presidente della Repubblica, votano scheda bianca. Si tratta dei parlamentari Davide Baruffi, Carlo Galli, Manuela Ghizzoni, Maria Cecilia Guerra, Cécile Kyenge, Edoardo Patriarca, Giuditta Pini e Stefano Vaccari e la presidente dell’Assemblea legislativa dell’Emilia-Romagna Palma Costi, grande elettore per conto della nostra Regione. Il nome di Marini è figura di assoluto prestigio, ma non interpreta quel sentimento di cambiamento emerso dalle recenti elezioni politiche. Ecco la nota dei parlamentari modenesi del Pd:
«Il voto di astensione che abbiamo espresso ieri sera all’assemblea dei grandi elettori di Italia Bene Comune sulla candidatura di Franco Marini e’ stato l’esito di una decisione sofferta. Siamo consapevoli che scegliere colui o colei che deve rappresentare per il prossimo settennato l’Unita nazionale sia un privilegio raro e come tale comporta in carico di responsabilità non comune.
Responsabilità accresciuta dalla consapevolezza di attraversare un periodo di incertezza politica e in un quadro di drammatica crisi economica e sociale. Non abbiamo riserve sulle qualità personali di Marini la cui storia politica e il trascorso sindacale lo caratterizzano come figura di assoluto prestigio. Tuttavia questa candidatura non risulta in grado di interpretare quel sentimento di cambiamento emerso con tanta forza dalle recenti elezioni politiche. Non si tratta naturalmente di rincorrere alcun nuovismo, ma la politica e il Pd in particolare non possono mostrarsi sordi o peggio indifferenti a questa istanza essenziale. Peraltro la sapiente capacita comunicativa del presidente Berlusconi ha fatto apparire l’intesa raggiunta con il Pdl sul nome di Marini come il viatico ad un “governissimo” Pd-Pdl, che archivierebbe di fatto l’ipotesi di un governo di cambiamento finora invocato e ricercato dal Pd. In tale contesto in cui non si può trascurare il dissenso espresso da Sel e le innumerevoli manifestazioni di contrarietà pervenute da elettori, gruppo dirigente e amministratori locali, avremmo auspicato un approfondimento della discussione per giungere ad una candidatura nella quale possa riconoscersi il più ampio schieramento politico, a partire dalle forze che compongono la coalizione, e che al contempo sappia porsi in maggiore sintonia con il sentimento nazionale. Siamo consapevoli che individuare una figura che soddisfi tali condizioni non sia facile ma la posta in gioco merita una ricerca paziente e meticolosa. Con l’auspicio che questa ricerca e questo confronto possa riprendere, non riteniamo di venir meno al nostro dovere di parlamentari democratici votando scheda bianca alla prima chiamata».
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