Non si hanno più notizie del decreto interministeriale contenente le disposizioni per il passaggio nel personale Ata (assistenti amministrativi e tecnici) dei docenti inidonei all’insegnamento per motivi di salute e degli insegnanti tecnico pratici titolari dei contingenti ad esaurimento denominati C999 e C555.
Le ultime notizie provenienti da fonti sia sindacali che ministeriali davano il decreto firmato, verso la fine di marzo, dal ministro dell’istruzione e trasmesso al ministro dell’economia e delle finanze e a quello per la pubblica amministrazione per la sottoscrizione di competenza.
Nonostante se ne siano perse le tracce, sul presunto testo del decreto che sarebbe stato firmato dal ministro Profumo sono continuate ad essere registrate reazioni, tutte negative, provenienti sia da parte sindacale che da qualche partito politico e, addirittura, da parte del nuovo presidente della camera. Laura Boldrini ha infatti definito inaccettabile il provvedimento e dichiarato di rendersi conto di quanta possa essere la frustrazione delle categorie coinvolte e di quante vite sarebbero sconvolte da quel provvedimento.
Decisamente negativo anche il giudizio espresso dalla responsabile scuola del Pd, Francesca Puglisi che, ai docenti inidonei riuniti in presidio a Roma nei giorni scorsi, ha promesso una modifica dell’articolo 14, comma 14, della legge 7 agosto 2012, n. 135, anticipando di aver chiesto l’adesione anche alle altre forse politiche. E in tal senso la Puglisi ha anche depositato un disegno di legge al senato che abroga la norma sul trasferimento forzoso tra gli Ata.
Una prima risposta alla richiesta della Puglisi sembrerebbe essere l’interrogazione al ministro Francesco Profumo presentata da alcuni senatori del Movimento Cinque Stelle. Con l’interrogazione i senatori chiedono, tra l’altro, al ministro di astenersi dall’adozione del decreto in modo da permettere l’avvio di iniziative legislative rivolte a tutelate i diritti dei lavoratori – contrattuali, professionali ed economici – che sarebbero pesantemente colpiti.
Come sostenuto in diverse occasioni da quanti sono intervenuti su un problema che si trascina da oltre dieci anni, una soluzione che soddisfi tutti non sembra vicina, almeno per quanto riguarda gli oltre 3.500 docenti già dichiarati inidonei e da anni utilizzati in altri compiti. Appare infatti difficile cancellare con un tratto di penna diritti acquisiti e posizioni lavorative ed economiche consolidate.
Le incertezze normative non hanno effetti solo su quanti sono già stati dichiarati inidonei, ma si riflettono anche su quanti lo saranno dichiarati in un prossimo futuro.
Una soluzione potrebbe essere quella di tenere distinte le due categorie di docenti. Per quella degli anziani offrendo loro tre alternative: se confermati inidonei, chiedere di transitare volontariamente tra gli assistenti amministrativi o tecnici, mantenendo lo status giuridico ed economico dei docenti; consentire loro di continuare a prestare servizio in altri compiti fino al raggiungimento dei requisiti minimi per accedere al trattamento pensionistico oppure, sempre previa visita medico collegiale, consentire loro di tornare all’insegnamento.
da ItaliaOggi 16.04.13