Emilia-Romagna, Lazio, Lombardia, Marche, Piemonte, Veneto. A cui presto seguiranno Abruzzo e Liguria. È il triste elenco delle moltissime Regioni che hanno finito i fondi degli ammortizzatori in deroga. E che quindi non possono più pagare i circa 400 mila lavoratori che fino a ieri usufruivano degli assegni per la cassa integrazione e la mobilità in deroga. Si tratta dei lavoratori di aziende sotto i 15 dipendenti (che non godono della Cig ordinaria e straordinaria, autofinanziata da imprese e lavoratori) e di quelle che hanno finito altri ammortizzatori sociali. Il grido di dolore delle Regioni, che hanno il compito di autorizzare le richieste delle imprese (perché negli anni passati li co-finanziavano tramite fondi regionali) e girarle all’Inps, che materialmente eroga i fondi, viene ripreso dai sindacati che questa mattina dalle 9,30 manifesteranno unitariamente davanti a Montecitorio. I segretari generali di Cgil, Cisl e Uil, Susanna Camusso, Raffaele Bonanni e Luigi Angeletti a quell’ora saranno ricevuti dal presidente del Senato Pietro Grasso e un’ora più tardi dal presidente della Camera Laura Boldrini per un colloquio sulla drammaticità della crisi occupazionale e sul problema del finanziamento degli ammortizzatori. I comizi sono previsti a partire dalle 10.30. Anche l’Ugl sarà in piazza. Ieri intanto Elsa Fornero ha finalmente ammesso che, per quanto riguarda i fondi per coprire le necessità per tutto il 2013, il miliardo da lei citato non basta e ha preso atto che i soldi, diversamente da quanto sempre dichiarato, stanno già finendo. In un’intervista al Gr1 la ministra del Lavoro ha dichiarato: «Se riuscissi a destinare al finanziamento della cassa integrazione (in deroga, ndr) un altro miliardo di euro potrei dirmi soddisfatta, anche se c’è il rischio che possa non essere ancora sufficiente».
IL BUCO È DI 2,8 MILIARDI La cifra necessaria, come scritto da l’Unità il 10 aprile, è molto superiore. E va oltre quota 2,5 miliardi. Il conto si basa sulle aspettative rispetto all’anno appena concluso (per il ritardo nei pagamenti dovuti proprio ad una circolare di Fornero). Nel 2012 gli ammortizzatori in deroga sono costati 2,4 miliardi. Il dato è stato comunicato proprio nei giorni scorsi dalla stessa Fornero che ha comunicato come l’Inps ha aumentato il consultivo rispetto ai 2,2 miliardi precedenti. Ora l’aumento della domanda di ammortizzatori in deroga (la mobilità incide sul 20 per cento del totale, anche se la percentuale è più alta al Sud) viene stimata dalle Regioni nel 60% in più rispetto al 2012 per un totale di oltre 3,8 miliardi. Per il momento i fondi stanziati sono meno di un miliardo: esattamente 980 milioni. Dove verranno trovati gli oltre 2,8 miliardi mancanti? Fornero ieri ha precisato: «Non sarà necessaria una manovra aggiuntiva per trovare le risorse necessarie. Sono convinta che se riusciamo a ridurre ancora qualche spesa, riusciremo a trovare almeno un po’ di risorse». Il governo Monti, anche se è «in carica soltanto per l’ordinaria amministrazione, non resterà con le mani in mano». Fornero ha poi bacchettato le forze politiche: «auspico la collaborazione del Parlamento anche se mi sembra che siano ancora poco concentrate ha detto in tono critico sui problemi del paese». Fornero ha poi annunciato che oggi pomeriggio alle 16,15 incontrerà sindacati, Regioni e imprese per discutere «delle esigenze di intervento». Al tavolo del ministero siederanno anche Confindustria, Rete Imprese, Abi, Ania e Confcooperative.
FASSINA:FINALMENTE È chiaro a tutti però che toccherà al nuovo governo risolvere il problema. A rispondere alle parole della Fornero è il responsabile economia e lavoro del Pd, Stefano Fassina: «Finalmente il governo affronta il problema della carenza di risorse per la cassa integrazione in deroga» commenta Fassina ricordando che «contrariamente a quanto la ministra afferma, è stato un emendamento dei relatori alla Legge di Stabilità a reperire risorse aggiuntive, seppur insufficienti, per la cassa in deroga».
L’Unità 16.04.13