Un dettagliato report della Flc-Cgil mette in evidenza come negli ultimi 5 anni a fronte di un incremento di 90mila alunni siano stati tagliati quasi altrettanti docenti e 43mila Ata. Tranne che all’infanzia, le cattedre sono state cancellate ovunque: 28mila nella primaria, 22mila alle medie e 31 alle superiori. Col dimensionamento scomparse quasi 2.000 scuole. Il leader Mimmo Pantaleo si appella ai politici: si facciano carico delle emergenze, serve un piano d’investimenti.
E’ davvero impietoso il quadro numerico sui tagli al personale della scuola pubblica tracciato dalla Flc-Cgil: secondo una serie di dettagliate tabelle, il sindacato ha riassunto quanto accaduto nell’ultimo quinquennio.
Il dato più allarmante, anche perché contraddittorio, è quello che al sostanzioso aumento degli alunni (+90.000 alunni) non è stato dato seguito alcun incremento di docenti. Anzi. I dati in possesso del sindacato indicano che sono spariti quasi altrettanti insegnanti: ben 81.600.
“Con oltre 90.000 alunni in più – spiega la Flc-Cgil – si sarebbero dovute creare non meno di 4.500 classi in più (con media di 20 alunni per classe), invece ne sono state tagliate oltre 9.000. La conseguenza è evidente: le cosiddette classi pollaio sempre più numerose, spesso anche oltre il tetto massimo previsto per norma”.
Il sindacato confederale ricorda che, se si eccettua la materna, si è andato a mettere mano in tutti i settori scolastici: “si taglia ovunque, – 28.032 posti nella primaria – 22.616 nella secondaria di primo grado – 31.464 nella secondaria di secondo grado, eccetto la scuola dell’infanzia dove le sezioni registrano un piccolo aumento +518”.
La “sforbiciata” non ha esentato il personale amministrativo: “-17,5 % dei posti in cinque anni”, pari a “43.878 posti in meno: ciò significa meno sicurezza, meno servizi, meno laboratori”.
E non manca uno sguardo anche alla razionalizzazione: infatti “sono state consistentemente ridotte di quasi il 20%, cioé scomparse quasi 2.000 scuole”.
Il segretario generale della Flc-Cgil, Domenico Pantaleo, ha detto alla luce di questi dati allarmanti la Flc Cgil “chiede alla politica tutta che si faccia carico delle emergenze della scuola italiana e chiede che si avvii un piano di investimenti che consenta di invertire questo drammatico trend. Nel sud occorre garantire l’estensione del tempo pieno e della scuola dell’infanzia, l’innalzamento qualitativo dell’offerta formativa, un piano di edilizia scolastica e una decisa azione per contrastare l’evasione dell’obbligo scolastico”.
Pantaleo ha quindi rivendicato “più risorse, più scuola pubblica, più insegnanti e personale ATA, più qualità, più equità, livelli di istruzione più alti devono essere obiettivi prioritari per il Paese. Proseguiremo nei prossimi giorni la nostra campagna per la qualità della scuola pubblica statale dimostrando ciò che si può mettere immediatamente in campo nel breve e medio periodo e dando così continuità – ha concluso il leader della Flc-Cgil – alle iniziative dei giorni scorsi: dall’appello per la scuola dell’infanzia al presidio del personale precario”.
da La Tecnica della Scuola 15.04.13