È necessario dar vita ad una nuova cultura orientata ai principi dell’autonomia responsabile e dell’accountability, dove la comunità scolastica nel suo insieme risponde in modo trasparente dei risultati conseguiti. Da uno studio Eurostat, su dati 2011, emerge che l’Italia investe solo l’1,1% in cultura, classificandosi ultima tra tutti i Paesi dell’Ue a 27, mentre la Germania è all’1,8%, la Francia al 2,5% e il Regno Unito al 2,1%. Inoltre, a seguito dei tagli praticati negli ultimi anni, la spesa per l’istruzione è giunta all’8,5%, penultima posizione nell’Ue, prima solo della Grecia ferma al 7,9%.A partire da questi dati, nel nuovo contesto politico istituzionale che si sta formando in questi giorni, che dovrebbe essere guidato dal contributo dei saggi scelti dal Presidente Giorgio Napolitano, è necessario adottare una strategia, il più possibile condivisa dall’insieme degli attori coinvolti, finalizzata a perseguire un obiettivo strategico e prioritario per il Paese: il rilancio della cultura, come volano per lo sviluppo e del sistema educativo, come bene comune da salvaguardare al di sopra delle parti, in una prospettiva di piena e corretta applicazione dell’autonomia scolastica tesa a valorizzare la scuola nella dimensione di comunità educante.
Tale scelta risulta essere ancora più necessaria oggi, poiché la crisi non ha solo un carattere economico e finanziario, ma affonda le sue radici nella mancanza di valori condivisi e nell’elevata e pervasiva conflittualità politica e sociale.
Per queste ragioni, non si tratta di elaborare ennesime prodigiose riforme, ma di dare attuazione a norme già esistenti, secondo i principi di opportunità e adeguatezza, e conseguire alcuni significativi risultati, frutto di analisi e proposte ragionevoli elaborate con il concorso responsabile di tutte le componenti della comunità scolastica, dai docenti, agli studenti e alle famiglie.
In questa prospettiva, l’autonomia potrebbe essere considerata la strada maestra attraverso la quale poter costruire una scuola al passo con i tempi, più efficace, ma anche maggiormente orientata ai bisogni degli studenti e alle attese delle famiglie e degli stakeholders presenti sul territorio.
È necessario dar vita ad una nuova cultura orientata ai principi dell’autonomia responsabile e dell’accountability, dove la comunità scolastica nel suo insieme risponde in modo trasparente dei risultati conseguiti.
Del resto, come dimostrano le indagini Ocse degli ultimi anni, i Paesi che conseguono i migliori risultati educativi hanno sistemi scolastici basati proprio su questi principi e puntano ad un responsabile coinvolgimento di tutti gli attori.
Tali indagini evidenziano alcuni fenomeni tipici del nostro sistema scolastico, sui quali sarebbe necessario attivare un’accurata riflessione: necessità di ottimizzare la spesa complessiva per l’istruzione; estensione e consolidamento dell’autonomia conferita alle istituzioni scolastiche; revisione di obiettivi, programmi, tempi e metodologie didattiche, in funzione del miglioramento dei risultati degli apprendimenti rilevati dalla ricerca Ocse Pisa; remunerare meglio e valorizzare il lavoro degli insegnanti; ridurre drasticamente la percentuale di dispersione scolastica.
In questo quadro così composito, sono individuabili cinque azioni strategiche verso le quali orientare gli sforzi e le risorse disponibili:
a) elaborare un nuovo Testo Unico della legislazione scolastica, che elimini sovrapposizioni e prescrizioni contraddittorie su varie materie, e aggiornare le norme che regolano il funzionamento degli Organi collegiali interni e territoriali;
b) rendere più funzionale il riparto di competenze tra stato e regioni previsto dal Titolo V della Costituzione;
c) costituire un organico d’istituto, funzionale alla progettazione e gestione del ciclo scolastico;
d) avviare un sistema di valutazione di sistema, che analizzi i diversi livelli di performance, dagli apprendimenti degli studenti, a quelli dei docenti, fino ai risultati del dirigente scolastico e dell’istituto, formalmente e sostanzialmente autonomo dal Miur;
e) dare vita a progetti mirati al contrasto alla dispersione scolastica, alla formazione dei docenti e alla diffusione delle nuove tecnologie.
In definitiva, si tratta di lanciare una sfida fondata sulla valorizzazione della ricerca e dell’innovazione, sull’ampliamento delle competenze e il sostegno di comportamenti personali e istituzionali virtuosi ed eticamente responsabili.
*Università Roma Tre e LUISS Guido Carli
da ItaliaOggi 09.04.13