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“Tagli alla scuola. Il Tar del Lazio dà torto alla Gelmini”

«Avevamo ragione: i provvedimenti della Gelmini non sono applicabili». Così l’avvocato fiorentino Corrado Mauceri commenta l’esito dell’udienza che si è tenuta al Tar del Lazio sui ricorsi presentati dal Comune di Fiesole e dall’associazione «Scuola della Repubblica» contro i provvedimenti del ministro dell’Istruzione Mariastella Gelmini.

Il legale spiega di aver impugnato davanti il Tribunale amministrativo le circolari ministeriali che riguardano le iscrizioni al prossimo anno scolastico e lo schema di composizione dei nuovi organici. In soldoni, i tagli al corpo insegnanti. «Il Tar – aggiunge l’avvocato – ha riconosciuto che l’attività del ministro è irregolare. Perché manca il piano programmatico di interventi». I giudici tuttavia non hanno ritenuto opportuno sospendere i provvedimenti, come richiesto dai ricorrenti. Anche perché – ricorda l’avvocato Mauceri – martedì si dovrà pronunciare la Corte Costituzionale sui ricorsi proposti da alcune Regioni. Per questo il Tribunale ha rimandato la sua decisione al 13 luglio. In attesa della decisione dei magistrati, i dirigenti scolastici regionali dovrebbero bloccare l’iter previsto dai provvedimenti della Gelmini. Ma potrebbe non essere così. Aggiunge Mauceri: «Ora la politica agisca per evitare che in attesa di una decisione da parte del Tar il ministero dell’Istruzione spinga per velocizzare il percorso che porterà al taglio degli organici. Non si parla più di tutte le persone che rischiano di perdere il lavoro».

Il ricorso presentato dal legale fiorentino è stato il primo sollecitato da un Comune, quello di Fiesole, alle porte di Firenze. L’iniziativa risale a marzo ed è nata per dare una risposta alle ripetute sollecitazioni di genitori ed insegnanti contrari alla riforma del ministro dell’Istruzione. «Abbiamo deciso di intervenire – commentò l’assessore alla Formazione, Maria Luisa Moretti, dopo la decisione della sua giunta di fare ricorso al Tar – perché il Comune è portatore degli interessi della comunità. E se viene leso il diritto allo studio dei cittadini è il Comune a doversene fare carico»

da L’Unità

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