In aula alla Camera è stata depositata un’unica risoluzione che impegna il governo nell’emanare il decreto legge per il pagamento dei debiti della Pubblica amministrazione in favore delle imprese e a “graduare il flusso dei pagamenti accordando priorità a quello che le imprese non hanno ancora ceduto al sistema creditizio”. Il documento è stato firmato da Pd, M5s, Pdl, Lega, Sel, Cd e Sc. Già nelle bozze circolatein mattinata emergeva la priorità assegnata alle imprese: a ciò si aggiunge anche l’idea di allentare ilpatto di stabilità interno per consentire immediata liquidità a regioni ed enti locali. Nella stessa direzione va l’istituzione del “fondo per assicurare la liquidità di pagamenti certi liquidi ed esigibili” destinato alle amministrazioni locali con scarse risorse in cassa con una con una dotazione di 3 miliardi di euro per il 2013 e di 5 miliardi per il 2014. Tra i vari punti dei quali si chiede l’impegno del governo c’è anche la richiesta della “costruzione di un vero bilancio federale”. La risoluzione si occupa nel dettaglio in particolare delle misure legate ai pagamenti della Pa.
Al Senato, Il M5s ha ritirato la sua risoluzione sulla relazione del governo e quindi l’unico testo che sarà sottoposto al voto dell’Aula del Senato è quello unitario. La risoluzione, che ha come prima firma quella di Filippo Bubbico, presidente della Commissione speciale, ha ottenuto il parere favorevole del governo.
Il provvedimento, annunciato nelle scorse settimane dal premier, Mario Monti, e dal ministro delle Finanze, Vittorio Grilli, prevede che tra 2013 e 2014 vengano sbloccate due tranche da 20 miliardi ciascuna per rimborsare le imprese che hanno all’attivo dei crediti nei confronti della Pubblica amministrazione. L’operazione ha suscitato non poche polemiche e qualche dubbio a livello internazionale. Sulla scorta dei 40 miliardi sbloccati – infatti – il deficit del bilancio pubblico è stato rivisto in rialzo al 2,9%nell’aggiornamento del Def ed è così partito un valzer di dichiarazioni con Bruxelles per capire se l’Italia uscirà o meno dalla procedura di infrazione comunitaria che riguarda proprio il rispetto dei parametri di finanza pubblica.
Sul fronte interno, il M5s in particolare e il Pd avevano richiesto che venisse data priorità alle imprese rispetto che alle banche nell’assegnazione dei rimborsi. Ben presto Grilli aveva spiegato che sarebbe stato seguito un simile criterio. In effetti, secondo le stime di Bankitalia, dei 90 miliardi di crediti delle imprese nei confronti della Pa a fine 2011, ben il 10% era stato trasferito alle banche per ricevere in cambio liquidità.
Nel corso della discussione in Aula, il sottosegretario all’Economia, Vieri Ceriani, aveva dichiarato: “Siamo ora in condizioni di guardare a dei provvedimenti che indubbiamente avranno effetti espansivi sull’economia, in un quadro generale di rispetto delle regole che presiedono al finanziamento e all’andamento della finanza pubblica nel quadro europeo, ma che utilizzano margini di flessibilità che fino a poco tempo fa erano preclusi”.
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