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“Noemi, le inchieste, l’Abruzzo: Berlusconi ora ha paura”

Il torcicollo, certo. Silvio Berlusconi era sofferente al ricevimento per la Repubblica. Un forte dolore costante lo tormenta e si sa che dei farmaci è bene non abusare. Anche ieri, alla parata del 2 giugno, i fotografi lo hanno colto ad occhi chiusi e con le mani sul volto. Ma non è solo il dolore fisico a dargli pena, dicevano nei saloni del Quirinale i capannelli di magistrati e banchieri, politici di lunghissimo corso e giovani sottosegretari, amici e avversari.
A preoccuparlo piuttosto sono i tre ostacoli sul suo cammino, le tre mine ancora inesplose che potrebbero deflagrare all’indomani del voto: tre inchieste già avviate oltre ad una serie di atti che potrebbero presto tradursi in indagine. Le feste di villa La Certosa sono per così dire il folklore.

La sostanza è altrove: i rifiuti (Napoli prima, Palermo adesso), la gestione del terremoto in Abruzzo. E se – come i sondaggi che corrono di bocca in bocca dicono – il gradimento berlusconiano è davvero al 38%, molto al di sotto delle aspettative e certo inferiore al 40 a poco servirebbe il tentativo di risalire la china che il premier ha avviato autorizzando la pubblicazione di notizie sulla vita privata della moglie che hanno lo scopo di screditarla. Fonti di palazzo Chigi raccontavano l’altro ieri al Quirinale, in forma ormai pubblica, di una forte irritazione di Gianni Letta rispetto al «Noemigate» dal quale avrebbe chiesto di essere tenuto «assolutamente fuori»: Letta non vuole sapere nulla di minorenni. Della pratica dei sequestri delle foto si occupa Ghedini l’avvocato, al discredito delle fonti lavorano i giornali di famiglia.

Tuttavia due inchieste sono avviate: quella per presunta violazione della privacy, a carico del fotografo sardo «colpevole» di aver documentato l’impressionante via vai dall’aeroporto di Olbia per Villa La Certosa, e quella romana per verificare la legittimità del trasporto di cantanti e danzatrici del ventre su voli dell’Aeronautica militare. Il fronte che potrebbe aprirsi nei prossimi giorni riguarda Guido Bertolaso, braccio destro di Berlusconi e plenipotenziario per le emergenze, si tratti di terremoto, spazzatura o G8. L’inchiesta sui rifiuti di Napoli ha portato ad uno scontro in Procura e oggi, vi raccontiamo più avanti, approda al Csm. I frequenti viaggi del premier a Napoli avrebbero avuto come oggetto anche la preoccupazione di non far scoppiare il caso prima delle elezioni. Questione di giorni.

Ultima mina: l’Abruzzo. Molti documenti certificano come sia stato sottovalutato per interesse economico e politico l’allarme di chi chiedeva misure urgenti. In particolare una denuncia molto circostanziata riguarderebbe i vertici della Protezione civile. Di tutto questo vi parliamo in queste pagine.

L’Unità, 3 giugno 2009

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