“Il Sud ha dato tanti voti al Pdl, e un anno dopo il ringraziamento del governo e’ stato quello di
tagliare 17 miliardi di euro dai fondi Fas”. Così Dario Franceschini, in visita al Centro Nazionale di Ricerca di Napoli, commenta una delle tante “magie” del governo: circa la metà dei fondi per le aree sottosviluppate sono scomparse, per poi riapparire nelle voci più disparate del bilancio, fra cui il terremoto in Abruzzo, quote latte e taglio dell’Ici.
In questo modo, non si è fatto altro che mortificare territori che ogni giorno lottano per la sopravvivenza e che, oltre alla criminalità organizzata, adesso dovranno fare i conti con uno Stato che non c’è, almeno per loro. ”Nel sud ci sono enormi potenzialita’ – ha detto Franceschini – ma servono uomini giusti”. Uomini come Gino Nicolais, candidato alla provincia di Napoli, “con la sua storia, e’ una garanzia e ciò che promette troverà realizzazione”.
Il difficile e scricchiolante rapporto tra il Mezzogiorno d’Italia e l’indifferenza, se non addirittura ostilità, del governo ha cominciato pochi giorni fa a dare i suoi frutti, frutti amarissimi. La prima regione a pagare le spese di una politica sconsiderata dove Raffaele Lombardo (Mpa), presidente della regione, azzera la giunta. Sulla drastica decisione deve aver senz’altro influito la mancanza di fondi destinati alla regione, contro cui lo stesso Lombardo, alleato del Pdl, si era sempre schierato.
Il futuro, per una regione come la Campania, dovrà necessariamente passare dalla cultura, dall’università, dalla ricerca. Come, al solito, l’ostacolo per il grande patrimonio intellettuale della regione partenopea, è costituito dalla insufficienza delle risorse. A tal proposito il segretario del partito democratico si rivolge alle banche perché “facciano di più per sostenere ricerca e università. Queesto centro è la prova di cosa può essere la ricerca vera e cosa può voler dire usare talenti, in particolare donne e giovani del Sud”. Nel settore della ricerca le fondazioni fanno cose importanti e farle per questo eccellente centro sarebbe la più importante di tutte”.
Il tour elettorale di Dario Franceschini si è spostato poi nella scuola Louis Massignon della Comunità di sant’Egidio. Qui c’è stato il tempo per spiegare alla gente presente su quale campo si gioca davvero la partita. “Il confronto con i nostri avversari non si basa solo sui problemi del giorno ma sui valori. È questa la sfida più importante. Una sfida più in grado di motivare, di entusiasmare”. In fondo il PD è nato proprio per questa ragiona: “non come una sigla per affrontare le elezioni ma come un progetto di cambiamento, la sfida deve essere sui valori. Vogliamo ricostruire la coscienza civile del paese, risvegliare la parte positiva dei valori del nostro paese, come la solidarietà e la convivenza, intorpiditi da troppi anni di televisione”.
Dopo le parole del segretario, toccherà agli elettori scegliere se il proprio futuro dovrò essere all’insegna del furto silenzioso di risorse o tutto proiettato sulla ricerca, l’università e il merito. Franceschini non ha dubbi. “I cittadini del Sud che sanno che non si vota più in base alle ideologie, sapranno valutare chi le spara grosse in campagna elettorale e poi non mantiene le promesse”.
La giornata di Franceschini fra le strade di Napoli è stata condita dalla simpatia e dalla generosità della gente partenopea. Il leader PD ha avuto modo di fare due chiacchiere con le persone in metropolitana e nelle piazze. C’è stato chi gli ha offerto una pizza “a libretto”, mangiata a due mani da Franceschini. Poi è stata la volta delle foto e degli autografi con i commercianti locali. Dulcis in fundo, il dono per il segretario: un cornetto rosso portafortuna, accompagnato da una rassicurazione: “Questo funziona sicuro!”.
Iv.Gia per www.partitodemocratico.it