Dal 2011 l’Italia non è più paese di immigrazione, ma è tornata a essere terra di emigrazione, spiega ActionAid nel documento che presenterà domani. Nel 2011 sono arrivati in Italia 27mila stranieri e se ne sono andati 50mila italiani. Gli effetti della crisi economica stanno pesando fortemente sui più deboli e quindi anche sui migranti, che se ne vanno a cercare fortuna altrove. Il saldo è pesantemente negativo, l’Italia si spopola e anche le previsioni a lungo termine di un Paese popolato in gran parte da stranieri nel 2060 a questo punto dovranno essere riviste. Di questo passo fra cinquant’anni l’Italia sarà soltanto un luogo da evitare.
“Ad andarsene sono i migranti che appartengono alle categorie più deboli e in particolare quelli che a causa della crisi economica hanno perso il lavoro”, afferma Marco De Ponte, segretario generale di Action Aid. Ed è il lavoro una delle principali criticità della condizione dei migranti in Italia, spiega l’associazione nel documento “Il mondo è un pianeta migrante. La condizione del lavoro per loro si riassume nelle “5 P”: il lavoro migrante è Precario, Poco pagato, Pesante, Pericoloso e Penalizzato socialmente.
“Attualmente un lavoratore straniero percepisce 300 euro in meno rispetto ad un lavoratore italiano”, continua De Ponte. “Uno stipendio netto medio mensile è di 973 euro, rispetto ai 1286 di un italiano. La condizione peggiora nel caso delle donne, per le quali il divario salariale nei confronti delle italiane è del 30%”.
Non è solo l’Italia a non essere più attraente per i migranti, ma l’intera Europa. Infatti la crisi economica globale – secondo ActionAid – sta in parte allentando le differenze Nord/Sud. La mappa mondiale della migrazione sta cambiando radicalmente: prima l’80% del flusso migratorio partiva dal Sud per raggiungere il Nord. Oggi un terzo si sposta all’interno dei paesi più poveri, un terzo continua a voler raggiungere i paesi ricchi e un terzo si sposta dai paesi ricchi ai paesi emergenti.
L’intero documento sarà reso pubblico venerdì mattina nel corso di una conferenza stampa a Roma.”Ormai è tempo di garantire loro maggiori diritti ai migranti – conclude Da Ponte – altrimenti rischiamo di aumentare l’esclusione sociale, che la crisi economica sta già rendendo insostenibile. Il primo dei diritti da garantire è che chi nasce e cresce in Italia sia cittadino italiano”.
La Stampa 21.02.13