Pier Luigi Bersani ha aderito alla campagna ‘Riparte il futuro’, per la completa trasparenza della politica, a cominciare dai candidati premier. E ha preso l’impegno di inasprire la legge anticorruzione, nei primi cento giorni di governo, rafforzando la previsione del codice penale sul voto di scambio.
Il leader del PD ha pubblicato online sul sito di Riparte il futuro curriculum vitae, reddito e patrimonio, situazione giudiziaria e conflitti di interesse e può ora fregiarsi del “braccialetto bianco”, il simbolo dell’iniziativa.
Tra i candidati premier, al momento solo Bersani ed Antonio Ingroia hanno accettato il protocollo della massima trasparenza.
Non risultano pervenuti, invece, Berlusconi, Grillo, Giannino e Monti.
Bersani nel sottoscrivere l’impegno ha promesso “di riformare la norma sullo scambio elettorale politico-mafioso (416 ter del codice penale) entro i primi cento giorni di attività parlamentare. Rafforzerà cioè l’attuale previsione di legge per il voto di scambio, contemplando non solo i soldi nell’oggetto dello scambio, ma anche ‘qualsiasi altra utilità”.
Chi ad esempio promette posti di lavoro in cambio di voti, sarà perseguibile ai sensi del codice.
Nel suo profilo di “braccialetto bianco”, il Segretario del PD ha dichiarato inoltre “di non avere procedimenti giudiziari passati in giudicato o in corso e di non avere potenziali conflitti di interesse”.
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Il Segretario democratico da Gioia Tauro, tappa del suo tour elettorale in Calabria ha rassicurato sulla tenuta della coalizione di centrosinistra dopo il voto.
“Noi abbiamo stretto un patto di fronte a 3,2 milioni di notai, sono le altre coalizioni a dover rispondere della loro unità”, lo ha ribadito il leader del PD, Pier Luigi Bersani, nel corso di una conferenza stampa a Gioia Tauro, tappa della campagna elettorale in Calabria, rispondendo a una domanda sulla tenuta della coalizione di centrosinistra dopo il voto.
“Non li ho visti davanti a un notaio – ha ribadito – non li ho visti sottoscrivere una carta, non li ho visti fare una foto di gruppo, rispondano loro. Noi siamo gente seria, non siam mica qui a pettinare le bambole”. Sempre da Gioia Tauro ha replicato all’editoriale del Financial times sul rischio che dalle urne esca un quadro frammentato. “Ai tempi di Prodi c’erano 12 partiti e non c’era il PD, non so se è una cosuccia da poco. Il tema governabilità, cioè dare a qualcuno una maggioranza solida in grado di guidare il Paese è comunque oggetto di questa campagna elettorale”, ha affermato Bersani, che si è dichiarato tuttavia convinto che “il giorno dopo le elezioni ne uscirà un quadro diverso”.
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