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“La tre giorni di Berlusconi in tv”, di Francesco Merlo

Domenica su “Canale 5” era il timido fidanzato della Pascale. Stasera, come il principe che visita i suoi feudi, torna a “Porta a Porta” dove troverà un Vespa dolcemente impertinente. E ieri sera, intervistato su “Rete 4” in un imbarazzante salottino da barbiere in pensione, era il competitor di Beppe Grillo «contro l’Imu», «contro la congiura della finanza tedesca e dei fondi americani», «contro l’austerity» di Monti. Davvero non si era mai visto un “indignato” che si impupa di tutto punto per denunziare «gli sprechi», «la Costituzione» e «la povertà dei salari». Tronfio e posticcio come il panzuto padre di Gianluca, quello dei Soliti Idioti, parlava però come uno degli arrabbiatissimi blogger che denunziano Formigoni e Verdini, er Batman, Scajola e ovviamente lo stesso Berlusconi, vale a dire «gli intollerabili politici che – ha proprio detto così – profittano della cosa pubblica».
Così Berlusconi mette in pentola i grassi rimasugli della “struttura Delta” e chissà quanto sta soffrendo Emilio Fede che non può partecipare alla malinconia di questi botti finali, all’ultimo bollito. Di sicuro non sono più esibizioni di forza, ma è un lasciarsi andare,
sono rilassamenti muscolari, episodi spastici di un’agonia. Sempre più lontano dalla Rai che, come al solito, fiuta il nuovo vento, Berlusconi ripiega nei suoi sottoscala, si esibisce nelle sue ridotte televisive con i suoi stipendiati di Canale 5 e di Rete 4 che sono rimasti i soli a ringiovanirlo nelle foto e a mandare in onda le sue immagini truccate, a imbastirgli i palcoscenici non più con la plastica di Forza Italia ma con l’estetica spettrale delle mummie. Persino Bruno Vespa, che stasera lo ospita, si permette ormai delle libertà, lo tratta con pazienza rassegnata. È troppo eterno per perdersi insieme a lui: ha già preso al laccio Bersani facendolo commuovere. E se potesse ossequiare Beppe Grillo, dopo il contratto con gli italiani e il risotto di D’Alema, la partita a tennis di Amato e la telefonata del Papa, i favori a Forlani e ad Andreotti, raggiungerebbe il “punto G” a cinque stelle.
Dopo la domenica con la sua fidatissima perpetua di Canale 5 ieri sera Berlusconi si è dunque esibito nella trasmissione plebea di Rete4, accolto da quel Paolo Del Debbio che nel ‘94 gli scrisse il programma politico della discesa in campo liberale e ora è diventato il nuovo “funari”. Quello originale, che non era un allievo del misurato Antonio Martino come Del Debbio, ma un figlio del cabaret, incoraggiava l’avanzata di Mani pulite: «Forza Di Pietro» era lo slogan con cui, dondolando le manette, concludeva tutte le puntate di “A bocca aperta” che fu la madre del populismo televisivo, della tv come piazza, la televisione della “gggente”. E infatti Funari metteva a confronto automobilisti e camionisti, verdurai e giardinieri, ragionieri e meccanici come Del Debbio che, fedele alla gggente, ieri si collegava con i mercati, in un delirio di «non ci può essere natale senza tredicesime» «ci succhiano il sangue», «basta con la politica degli affamatori» «vergogna, vergogna». E ovviamente questo piccolo “funari” ieri sera incoraggiava il suo stanco principale a contendere scampoli di consenso populista a Grillo e a Casaleggio.
Dunque Berlusconi, che si vestì da presidente operaio e da erede di De Gasperi, da vitellone con la bandana e da cacciatore di renne con Putin, da beduino per Veronica e da gheddafi con Gheddafi, ieri sera faceva il Masaniello e invita la gggente a ribellarsi, stimolava il mob, annunziava che ogni deputato del Pdl, come i grillini, dovrà firmare “un patto” di fedeltà.
Vittorio Feltri interpellato da Mentana «suvvia» ha detto «Berlusconi va in televisione a godersi il suo pomeriggio da leone, anzi da … pecora». Insomma, Feltri che lo conosce bene, ma anche lui ormai lo tiene un po’ a distanza, ha svelato l’animale, che non è un leone ferito ma una pecora spaventata. È un Berlusconi braccato che per rendersi presentabile e con la testa a posto si è fidanzato con una ragazza del suo fans club con lo stesso incarnato e lo stesso sguardo, lo stesso sorriso e la stessa indecisione di… Angelino Alfano. Berlusconi le ha fatto cancellare il profilo su Facebook perché non si adattava ad una first lady e le ha imposto il silenzio del ruolo che sarà rotto solo per un’intervista a “Chi?”. È così che ad Arcore si fabbrica il quid.
La Repubblica 18.12.12