PALERMO – E’ arrivata nel porto di Palermo la “nave delle legalità” che sta conducendo nel capoluogo siciliano oltre 1200 studenti delle scuole di tutto il paese, che parteciperanno alle commemorazioni organizzate del 16/o anniversario della strage di Capaci, in cui morirono il giudice Giovanni Falcone, la moglie, Francesco Morvillo e gli agenti della scorta. Sulla banchina del porto ad attendere gli studenti centinaia di giovani palermitani, il sindaco Diego Cammarata e il ministro della Pubblica Istruzione Maria Stella Gelmini. Sul ponte della nave sono stati esposte le foto dei magistrati Giovanni Falcone e Paolo Borsellino e decine di striscioni colorati contro la mafia. La nave è partita da Civitavecchia ieri sera. Con i ragazzi ha viaggiato il procuratore nazionale antimafia Piero Grasso.
Sedici anni fa, il “barbaro agguato di Capaci”, in cui furono uccisi Giovanni Falcone, la moglie Francesca Morvillo e gli agenti della sua scorta, segnò “un terribile attacco alle istituzioni dello Stato” da parte della mafia. Al quale però lo Stato “seppe reagire adeguatamente” nel segno dell’unità. “L’impegno e la partecipazione di allora non possono subire flessioni”, è il richiamo che oggi rilancia Giorgio Napolitano, nel messaggio inviato a Maria Falcone, presidente della Fondazione ‘Giovanni e Francesca Falcone’ nell’anniversario della strage. “Non è consentito ridurre il livello di attenzione rispetto” alla mafia, scrive Napolitano, “un fenomeno pervasivo, pronto ad attuare le strategie più sofisticate per insinuarsi nella società minandone la vita democratica, la coesione e il progresso”. “In questo momento – sottolinea – ogni deciso sviluppo nell’azione di contrasto da parte dei pubblici poteri va salutato e valorizzato”.
Nel messaggio alla sorella del giudice ucciso dalla mafia, Napolitano rivolge il suo solidale saluto a tutti i partecipanti alle iniziative organizzate per ricordare il barbaro agguato di Capaci che, il 23 maggio di sedici anni fa, causò la morte di Falcone, della moglie e degli agenti Antonio Montinaro, Rocco Di Cillo e Vito Schifani dedicatisi alla loro sicurezza. “Le immagini della strage – scrive il presidente della Repubblica – restano incancellabili nella memoria degli italiani e rinnovano l’angoscia e l’allarme di quel giorno, in cui la mafia colpì un magistrato di eccezionale talento e coraggio, che aveva saputo contrastarla anche individuando nuovi e più efficaci strumenti in grado di combatterla”. Napolitano ricorda che “con quell’attentato e con gli altri che ad esso seguirono, la mafia portò un terribile attacco alle istituzioni repubblicane. Lo Stato seppe però reagire adeguatamente. La battaglia e l’esempio di Giovanni Falcone innescarono nel Paese una reazione ferma e diffusa. All’azione della Magistratura e delle Forze dell’ordine si accompagnarono l’impegno di tutte le forze politiche e la partecipazione convinta dei cittadini”. “L’impegno e la partecipazione di allora non possono subire flessioni – è il richiamo del capo dello Stato – Non è consentito ridurre il livello di attenzione rispetto a un fenomeno pervasivo, pronto ad attuare le strategie più sofisticate per insinuarsi nella società minandone la vita democratica, la coesione e il progresso. In questo momento ogni deciso sviluppo nell’azione di contrasto da parte dei pubblici poteri va salutato e valorizzato”.