«Non si può abbattere l’emblema dell’antimafia senza una ponderazione adeguata dell’importanza del provvedimento, senza approfondire con la magistratura inquirente, con le associazioni e i sindacati che si sono fatti carico in prima persona della gestione dei beni confiscati alla mafia», Silvia Della Monica, capogruppo Pd al Senato in commissione giustizia, è soddisfatta del lavoro notturno che ha portato alla approvazione degli emendamenti del Pd a quello del governo sui beni sequestrati e confiscati alle mafie. La materia, complicata e importante perché mira, restituendo ai cittadini i proventi di attività illegali, a dimostrare la forza dello Stato, ha bisogno di riforme ma, dice la senatrice, «devono e essere condivise e non inquinate da polemiche, mentre il provvedimento sembrava dominato dall’idea di battere cassa». Quando giovedì si è diffusa la notizia che un emendamento del ministro Cancellieri alla legge di stabilità introduceva la possibilità di vendere i beni mobili e immobili «se questi non possono essere amministrati senza pericolo di deterioramento o senza rilevante dispendio», nei sindacati e nelle associazioni è scattato l’allarme. La questione della vendita dei beni è oggetto da mesi di una discussione serrata ma, quello del governo, è apparso come «un inspiegabile colpo di mano» a Serena Sorrentino, segretario confederale Cgil, Walter Schiavella (Fillea), Stefania Croggi (Flai) e «va ritirato». È partita una lettera al ministro Annamaria Cancellieri firmata da Acli, Arci, Avviso Pubblico, Centro Studi Pio La Torre, Cgil, Legacoop, Libera nella quale ci si richiama all’impegno preso dal ministro su un percorso di «ascolto e dialogo». Al Senato Silvia Della Monica aveva già presentato al mattino un emendamento che raccoglie le linee elaborate dalla Cgil insieme a Pierluigi Vigna. «Per il sindacato spiega Salvatore Lo Balbo della Fillea Cgil un’azienda affidata all’Agenzia è un’azienda come le altre, va gestita bene, soprattutto se è sana, con un piano industriale e con la salvaguardia del lavoro. Solo così si fa un servizio alla società». Fa l’esempio della immobiliare Strasburgo, un’azienda«leader nella compravendita immobiliare di cui l’Agenzia si vuole liberare, senza considerazione delle prospettive dei lavoratori». L’emendamento è stato ritirato, «la materia è complessa», dice Silvia Della Monica, ma esprime la «posizione del Pd per la prossima legislatura». Intanto il governo, i ministri dell’Economia, dell’Interno e della Giustizia, hanno accolto gli emendamenti presentati dal Pd al testo del governo. L’urgenza del provvedimento, tanto da inserirlo nella legge di stabilità, è stata determinata dal rischio che al 31 dicembre l’Agenzia si trovasse nell’impossibilità di lavorare. C’era il parere negativo dell’Economia alla possibilità per l’Agenzia di «avvalersi del personale di altre amministrazioni dello Stato e di stipulare contratti a tempo determinato». A quel punto il ministro Cancellieri ha presentato l’emendamento con l’ok alla vendita dei beni sequestrati e confiscati, con la sola limitazione del divieto di vendere ai parenti dei mafiosi. A quel punto è partito il lavoro di correzione del testo del governo, che ha dato uno stop alla vendita dei beni immobili, messo dei paletti sulla vendita dei beni mobili durante il sequestro, dato più risorse umane all’Agenzia, corretto la struttura dirigente dell’Agenzia. Nel testo del governo c’era una novità positiva (l’ingresso di due manager) ed una negativa, l’esclusione di un rappresentante del ministero della Giustizia sostituito da un prefetto. È stata ripristinata la presenza del ministero della Giustizia. È stata anche modificata la durata dei sequestri, inserendo cause di sospensione
L’Unità 16.12.12
Pubblicato il 16 Dicembre 2012