È il primo premio assegnato alla scoperta del bosone di Higgs, la famosa «particella di Dio» annunciata nel luglio scorso al Cern di Ginevra. Il Fundamental Physics Prize ha riconosciuto il merito dei sette ricercatori che hanno conquistato il risultato inseguito da mezzo secolo, dopo che il fisico britannico Peter Higgs aveva teorizzato l’esistenza della particella subatomica in grado di dare la massa a tutte le altre particelle. L’averla identificata con il superacceleratore Large Hadron Collider del Cern ha chiuso un capitolo della fisica aprendone un altro tutto ancora da scrivere.
Ma la notizia che ci rallegra è che ben due dei sette scienziati sono italiani: Fabiola Gianotti e Guido Tonelli; Fabiola ancora alla guida dell’esperimento Atlas e Guido che è stato fino a ieri a capo dell’esperimento CMS entrambi destinati a trovare per vie diverse lo stesso risultato così da avere conferma della sua validità. Ed è quello che sono riusciti a conquistare. Il Premio è stato annunciato con legittimo orgoglio al Cern dove verrà assegnato nel marzo prossimo. Ma con altrettanta legittima soddisfazione il riconoscimento è vissuto nella nostra comunità scientifica perché entrambi i ricercatori sono cresciuti sotto l’ombrello dell’Istituto nazionale di fisica nucleare (Infn).
Se la scoperta del bosone è ormai un risultato ufficiale e accettato dai fisici, il Premio sottolinea il valore di una scuola della cultura scientifica italiana da mantenere viva date le capacità dimostrate. Tra l’altro il Fundamental Physics Prize segnala anche nella categoria aggiunta dei «Nuovi orizzonti» il giovane Davide Gaiotto per i suoi studi di geometria e fisica teorica. Una promessa per il domani. Il Premio di tre milioni di dollari, più elevato dello stesso Nobel, è assegnato da una fondazione creata dal magnate russo Yuri Milner, ex fisico passato al business con successo. La fondazione ogni anno crea un giuria internazionale per stabilire i premi. «Il denaro — ha ricordato Fabiola Gianotti — sarà utilizzato per aiutare i giovani fisici provenienti dai Paesi economicamente disagiati». Ora si aspetta il Nobel.
Il Corriere della Sera 13.12.12
Pubblicato il 13 Dicembre 2012