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“Schock e timori nell’Eurozona: si riaffaccia lo spettro Italia”, di Andrea Tarquini

Shock e timori per l´eurozona e per l´euro chiaramente percepibili a Berlino, silenzi cauti quanto inquietanti a Londra, nervosismo celato con stile elegante in altre capitali europeiste ma rigoriste come per esempio Helsinki: uno spettro s´aggira per l´Europa, lo spettro del ritorno di Berlusconi, suggeriscono qui fonti vicinissime all´establishment dietro la condizione del totale anonimato. Lo spettro malvagio riemerge in Italia, dice e scrive per tutti la Sueddeutsche Zeitung. Cioè il grande, autorevole quotidiano liberal di Monaco vicino ai poteri forti di economia e finanza chiamati Bmw, Siemens o Allianz.
Lo spettro malvagio sembrava infine fugato, scrive la collega Andrea Bachstein, corrispondente e columnist della Sueddeutsche. E invece no. E la prospettiva migliore per l´Italia a questo punto (con il ritiro di Monti, si sottintende) secondo la Berlino dell´establishment, o dal suo punto di vista il male minore, è una vittoria elettorale del Pd definito “i socialdemocratici proeuropei di Bersani”. Con cui si possono negoziare correzioni di linea o nuovi compromessi. Ma i pericoli del ritorno dello “spirito malvagio” possono pesare sull´Italia e su tutta l´Europa, ti sussurrano qui persone che contano. Lo si può vedere a breve nei miliardi che cambi nello spread suscitati dal rientro in scena del “settantaseienne alla sua ultima battaglia” causeranno. A medio termine, ma non lontano, lo possono avvertire tutti nelle sorti più difficili dell´eurozona, del salvataggio della moneta unica, delle speranze di rilancio della ripresa della casa comune europea. “E con populisti in campo, gente seria come noi centro europei o nordeuropei o il vostro Draghi come dovranno reagire? Non abbiamo imparato la Storia?”, mi diceva giorni fa un banchiere centrale europeo.
“Mi dica, secondo lei nel Pdl chi vincerà? Alfano con le primarie, immagino e voglio sperare”, ha detto pochi giorni fa al corrispondente di Repubblica una fonte vicinissima alla ‘donna più potente del mondo´. Quando chi qui scrive gli ha risposto che un simile normale sviluppo alla tedesca o all´inglese, centrosinistra contro centrodestra, non era affatto sicuro viste le possibili intenzioni di rientro in scena di Berlusconi, il suo volto è cambiato, impallidito pur con diplomatico pudore. Ecco come è la nostra immagine davanti a Europa e mondo in queste ore.
“No ai diktat della Merkel, no a Monti a lei succube”. Quelle parole recenti di Berlusconi, fanno notare nella Berlino del potere, qui pesano, vengono registrate con memoria da elefante e allarme da agenzie di rating. Lo stesso clima, tra paure e speranze, lo registri a Londra, a Parigi, o in capitali piccole ma che contano per rigorismo in Europa. Come Helsinki dove giorni fa l´uomo-chiave della politica locale, Alexander Stubb, conservatore alleato con i socialisti per emarginare l´ultradestra, mi ha detto “non agitiamoci, i due Supermario cioè Draghi e Monti sono una fortuna per l´Europa”. Non pesavano solo i ricordi di battute volgarissime di Berlusconi sulle ministre finniche, contava la paura per il futuro della moneta unica e dell´area economica comune. Speriamo solo, dicono voci diplomatiche di tutta l´Europa centrale raccolte qui in corsa, che l´ultimo gioco di Berlusconi disturbi e danneggi l´Europa solo provvisoriamente.
La Repubblica 09.12.12

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