Il programma sperimentale sarà operativo dal prossimo anno in 40 istituti: “Tenere i ragazzi nelle strutture scolastiche per più ore porta a migliori rendimenti”. Trecento ore di lezione in più all’anno. E’ questa la misura più aggressiva contenuta nel progetto pilota di riforma dell’anno scolastico che sarà adottato da alcune scuole di cinque Stati americani. L’obiettivo, fortemente voluto dall’amministrazione di Barack Obama, è rafforzare la formazione dei giovani e rendere l’istruzione «made in Usa» più competitiva a livello globale. Il programma di durata triennale sarà operativo dal prossimo anno, inizialmente in 40 istituti di Colorado, Connecticut, Massachusetts, New York e Tennessee per un totale di 20 mila studenti. Sarò facoltà di genitori e professori decidere se allungare la durata giornaliera delle lezioni, accrescere il numero di giorni di insegnamento, o adottare una formula intermedia.
«Sono convinta che i risultati ottenuti nell’arco dei prossimi anni convinceranno il Paese intero a cambiare l’impostazione dei programmi», spiega Arne Duncan, segretario all’Educazione. In gran parte degli Stati Uniti, l’orario osservato dalle scuole, pubbliche e private, si estende dalle otto del mattino alle tre di pomeriggio, ma, secondo gli esperti, solo il prossimo anno saranno complessivamente sei milioni il numero di ore in più di lezione che si svolgeranno grazie al nuovo programma. Il finanziamento dell’iniziativa sarà coperto da un plafond di fondi federali, statali e locali, oltre al contributo di Ford Foundation e del National Center on Time & Learning, due importanti organizzazioni americane senza scopo di lucro. La filosofia sulla quale si basa il progetto pilota è che in generale tenere i ragazzi nelle strutture scolastiche per più ore porta a miglior rendimenti anche quando il tempo extra viene dedicato ad attività non strettamente attinenti al curriculum scolastico.
«Il tempo in più trascorso con gli insegnanti, o dentro le strutture significa tutto per la formazione dei giovani», avverte il governatore del Colorado, John Hickenlooper. In particolare, secondo gli esperti, trascorrere più tempo nelle aule consente agli studenti che rimangono indietro di recuperare attraverso interventi individualizzati, e più in generale di rafforzare le capacità attitudinali in materie considerate strategiche come matematica e scienze. L’amministrazione Obama ha sempre sostenuto iniziative di rafforzamento dei programmi scolastici con l’aumento del numero di ore di lezione. La stessa Duncan nel 2009 aveva auspicato l’avvio di una riforma in materia visto dal momento che i giovani americani risultavano, dal punto di vista dell’istruzione, svantaggiati rispetto ai coetanei cinesi e indiani. Anche per questo il ministro aveva chiesto che le scuole rimanessero aperte undici mesi all’anno, e finanche sette giorni su sette.
Ma l’equazione tra numero di ore trascorse in classe e rendimento degli studenti potrebbe non essere valida a priori. Secondo una ricerca del National School Boards Association’s Center for Public Education i ragazzi di quei Paesi dove sono più alti i rendimenti in certe materie, come Corea del Sud, Finlandia e Giappone, hanno programmi con meno ore di lezione rispetto agli Stati Uniti. Alcuni, infine, temono che trascorrere più tempo in aula renda più complicato dedicarsi ad altre attività: «Con tutte queste ore di scuola in più – domanda Jeanette Martinez, insegnante di quarta elementare – come faremo, noi ed i nostri ragazzi, a fare tutto il resto?».
La stampa 05.12.12
Pubblicato il 5 Dicembre 2012