economia

Non prendiamoci in giro. La crisi c’è. Il governo no.

Per Berlusconi la crisi economica è superata, solo che l’opposizione e i giornali, tutti catastrofisti, si ostinano a vedere un mondo immaginario.
Quella crisi che prima ha chiamato catastrofe epocale, colpa degli USA, ora è passata. Stiamo parlando dello stesso premier che novembre ha promesso 80 miliardi contro la crisi e poi ha destinato zero risorse all’emergenza…., come ha certificato il fondo monetario internazionale, quindi non un fazioso esponente dell’opposizione, che dice che l’Italia, ha messo in campo circa lo 0,2 per cento del Pil, cioè meno di un decimo della media mondiale.

E Dario Franceschini ha sbottato: “Quando è troppo, è troppo. Ieri la crisi era un problema psicologico, oggi il peggio è passato”, ha risposto da Perugia, dove si trovava per un appuntamento elettorale. “Berlusconi deve smetterla di prendere in giro gli italiani – ha rincarato la dose.
non è possibile aspettare che la soluzione cada dal cielo: il governo deve agire. Noi lo incalzeremo presentando le nostre proposte e non ci accontenteremo di un no, ma pretenderemo un voto in Aula. La sera non si mangia ottimismo a cena! Alcune categorie – ha detto il leader del Pd – hanno bisogno di un aiuto dello Stato che gli consenta di aspettare la fine dell’emergenza. Il G8 in cui si discuteranno le nuove regole della finanza globale non può essere per il governo un alibi per aspettare”.

Il leader del Pd ha proseguito aggiungendo che “ci sono migliaia di italiani, lavoratori o piccoli imprenditori, commercianti, artigiani, precari, pensionati, che con grande coraggio, come sempre fanno gli italiani nei momenti di difficoltà affrontano la loro giornata. Altre persone hanno bisogno di misure per affrontare l’emergenza che consentano di aspettare la fine della crisi. Sono esattamente queste misure di emergenza che mancano e chi guida il paese non può mettere la testa sotto la sabbia. Affrontiamo le prossime settimane con una parola d’ordine scomparsa dalla politica italiana, ma che deve ritornare. La parola è serietà”.

Parole simili a quelle della presidente di Confindustria, Emma Marcegaglia. “L’uscita dalla crisi sarà lunga, complicata e dolorosa per arrivare di nuovo ad un livello accettabile. Il dato di ieri sul Pil evidenzia che siamo in una crisi molto profonda, inedita e senza paragoni. È la peggiore dalla depressione del 1929 a oggi”.

Ricostruzione in Abruzzo, no alle new town.
“No ai prefabbricati che poi tacitamente diventano permanenti, lasciando così morire i centri storici. Sul terremoto abbiamo scelto la linea piu’ collaborativa – ha proseguito Franceschini – accantonando ogni polemica. Ma il dovere dell’opposizione e’ anche quello di controllare la distanza tra le promesse che vengono fatte e quelle che vengono mantenute”.
Franceschini in Umbria ha visitato Foligno, una delle cittadine più colpite dal terremoto del ’97 e ha ricordato la bonta’ del “modello Umbria” nella ricostruzione. “Qui nessuno ha pensato alle new town perché tutti volevano tornare nelle old town. tutti gli abitanti de L’Aquila – ha proseguito il leader del Pd – devono poter decidere del loro futuro e hanno il diritto di tornare nel centro storico, dove c’e’ la loro identità collettiva. A L’Aquila il freddo arriva molto presto. Ma prima del grande freddo – ha detto – arriva il grande caldo e, vivere in 12 persone in una tenda, in una grande tendopoli e con servizi igienici comuni, e’ un problema serio”.
17 maggio 2009, da www.partitodemocratico.it

Un governo con le mani in mano
Il Pil registra -5,9% e il premier invoca ottimismo. Franceschini: “occorre fare in modo che in politica torni quella parola che se ne è andata da troppo tempo, e che è serietà”. Il Pil italiano è calato nel primo trimestre del 5,9%. E’ il dato peggiore dal 1980 e, ciononostante, il premier continua ad affermare che la migliore cure è l’ottimismo. Una “non risposta” perché la crisi non si risolve né con l’inerzia, né con la passività. Da Ancona, nella sua tappa marchigiana del treno elettorale, Dario Franceschini ha attaccato duramente Berlusconi: “Il governo sta con le mani in mano aspettando che la crisi passi da sola”.
“Vorrei – ha continuato il leader del Pd – che dicesse il presidente del Consiglio a una persona che ha perso il posto di lavoro o a un imprenditore, commerciante, artigiano che non hanno credito che il loro è un problema psicologico. Non basta infondere fiducia e ottimismo. Servono misure concrete per aiutare chi ha perso il posto di lavoro, chi ha un reddito basso, soprattutto le piccole e medie imprese. Noi da mesi facciamo proposte di questo tipo in Parlamento che vengono sistematicamente bocciate; sono misure che servono per gli italiani. Il governo invece sta con le mani in mano aspettando che la crisi passi da sola.
Se Tremonti, quel genio che tutto il mondo ci invidia, era l’unico ad avere previsto la crisi in tutta la sua durezza, perché allora ha fatto tutto l’opposto di quello che doveva essere fatto?”.
“Il governo – ha proseguito Franceschini – ha affrontato la crisi in tappe, l’ultima delle quali, oggi, è surreale: la tappa della crisi negata o minimizzata, la tappa della crisi superata ormai alle spalle e, infine, con un Pil, secondo l’Istat, a 5,9 punti in meno, la tappa della crisi fatto psicologico. La destra e il governo pensano che la crisi sia globale e che perciò si debba aspettare che passi da sola; ma cosi’ facendo – ha concluso – ci si dimentica che se c’è chi ha le spalle forti e può aspettare c’è chi invece dev’essere aiutato’.
Poi riferendosi al ruolo del Pd come principale partito dell’opposizione ha ribadito che si deve ”mettere in campo la protesta quando c’è da protestare, alzando la voce quando c’è bisogno. Pretendere anche che ogni nostra proposta venga votata in Parlamento, così che ognuno si prenda le proprie responsabilità. Fare in modo che in politica torni quella parola che se ne è andata da troppo tempo, e che è serietà”
“La politica – ha concluso Franceschini – non è solo Tv, ma anche dimostrare che il Pd è un partito che è nato per cambiare il Paese. Ed è anche avere il coraggio di non guardare al risultato del giorno dopo”. La campagna elettorale “è un’occasione straordinaria per ascoltare, perché se i politici vivono in torri d’avorio dove non vengono mai contraddetti, tutti gli danno ragione e pensano e dicono che il mondo circostante è solo il mondo tutti luccichii, successi e ricchezza caduta dal cielo che viene trasmesso dalla Tv, hanno un’idea dell’Italia diversa, mentre invece l’Italia è un paese che da sempre, nella sua storia, ha dato il meglio di sé nei momenti di difficoltà, quando gli italiani, come accaduto nel dopoguerra, si rimboccano le maniche”.
A.Dra, 15 maggio 2009 www.partitodemocratico.it