attualità, politica italiana

Lazio al voto il 10 febbraio. Il Colle: «Via il Porcellum», di Marcella Ciarnelli

Alla fine, dopo 65 giorni dalle dimissioni, pressata da due sentenze, Tar e Consiglio di Stato, e da sollecitazioni arrivate da ogni parte, la presidente della Regione Lazio è uscita dal suo ostinato atteggiamento e si è decisa a convocare le elezioni per il rinnovo del Consiglio regionale del Lazio dato che a lei, per la legge vigente, toccava l’adempimento. Si voterà il 10 e l’11 febbraio 2013. Renata Polverini ha formalizzato la sua decisione comunicandola al Ministero dell’Interno.
Quella presa finalmente ieri è una decisione che spazza via dal tavolo tutte le ipotesi che erano state fatte durante al tardare della decisione. E cioè che il Governatore avesse intenzione di aspettare lo scadere dei cinque giorni fissati dalla Corte dei Conti per farsi commissariare e, quindi, delegare ad altri la decisione sul numero di consiglieri da eleggere, che nel Lazio dovrebbero essere 50, venti in meno del precedente consiglio. O anche confermare la data del 10 e 11 marzo, come previsto dall’indicazione del governo in accordo con il Quirinale per un possibile svolgimento in quei giorni anche del voto per le elezioni politiche, ovviamente se fossero stati rispettati i due paletti che Napolitano ha da tempo fissato: l’approvazione della legge di stabilità e le modifiche alla legge elettorale.
POSSIBILE ELECTION DAY
La data ora è stata fissata. Ed il governo, cui spetta la decisione per le altre due regioni chiamate alle urne, Lombardia e Molise, potrebbe concordare di stabilire per il 10 e l’11 febbraio anche un election day regionale. Il presidente lombardo, Roberto Formigoni, ha subito condiviso questa ipotesi invitando a un impegno di tutti «per eleggere una maggioranza che garantisca le nostre eccellenze».
Il voto in febbraio esclude qualunque ipotesi di accorpamento regionali e politiche. Per andare al rinnovo del Parlamento negli stessi giorni bisognerebbe avviarsi già allo scioglimento delle Camere, senza quindi aver dato seguito alle sollecitazioni che dal Colle in questi mesi sono arrivate più volte alle forze politiche.
Ed a proposito di legge elettorale dal Quirinale, a firma del segretario generale Donato Marra è arrivata la risposta alle lettere inviate al Presidente dagli onorevoli Francesco Storace e a Maurizio Turco in cui veniva posto il tema dell’immodificabilità della legge elettorale nell’ultimo anno della legislatura facendo riferimento, per sostenere la tesi, al Codice di buona condotta elettorale redatto dalla Commissione europea per la democrazia attraverso il diritto conosciuta anche come Commissione di Venezia, che è organo del Consiglio d’Europa e non dell’Unione europea. Un organo di consulenza, quindi, che approva raccomandazioni non vincolanti, «indirizzi che devono essere pertanto valutati alla luce delle particolari normative vigenti in ciascun Paese e delle specifiche criticità emerse nell’applicazione concreta di quelle disposizioni» com’è accaduto in Italia, tant’è che anche la Corte Costituzionale ha ritenuto più volte di segnalare la necessità di intervenire specialmente sul modo di attribuire il premio di maggioranza.
Le forze politiche hanno più volte dichiarato di essere d’accordo per apportare modifiche ma finora non si è arrivati neanche ad un testo. Eppure la legislatura sta per finire. E sarebbe bene superare le criticità, anche per riattivare il rapporto diretto elettori ed eletti, contando per le nuove norme «su un’ampia condivisione delle forze politiche presenti in Parlamento» rendendo facili «gli adempimenti necessari per partecipare alla competizione elettorale».
NESSUNA SPESA IN PIÙ AL QUIRINALE
«Faziosa» è stata definita su twitter dal portavoce del Presidente, in replica al tweet di “Il fazioso” che ha rilanciato un articolo di Libero, la notizia che nel 2013 lo stipendio del Capo dello Stato sarà aumentato così come le spese del Quirinale. «L’assegno al presidente Napolitano è congelato a livello del 2010 come si legge nel comunicato del Quirinale del 30 luglio 2011», notizia che dallo stesso giornale fu accolta con un «grazie presidente». L’impegno di Napolitano è confermato fino alla fine del suo settennato. Nessuna decisione può essere presa per il successore.
L’Unità 01.12.12