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“Metà dei pensionati sotto i mille euro”, di Giuseppe Caruso

Un pensionato su due, in Italia, prende meno di mille euro al mese. È quanto emerge dai dati pubblicati dall’Inps nel suo bilancio sociale, dove si riporta che si tratta di 7,2 milioni di persone. Così le fasce: il 17% dei pensionati può contare su un reddito sotto 500 euro, il 35% tra 500 e 1000 euro. Il 24% ha assegni tra 1000 e 1500 euro, il 2,9% oltre i 3000.
MEDIE
L’Inps segnala anche che il reddito pensionistico medio lordo mensile erogato nel 2011 dallo stesso istituto e dagli enti previdenziali è stato pari a 1.131 euro (1.366 euro per gli uomini, 930 per le donne). Per quanto riguarda l’età, oltre il 75% dei titolari ha 65 anni e oltre (gli ultra 80enni sono il 25%) e il 22% circa si colloca in una fascia compresa tra i 40 e i 64 anni. Inoltre, quasi la metà dei percettori (6.915.733) si concentra nelle regioni settentrionali, mentre nel Meridione e al Centro risiedono, rispettivamente, il 31% (4.292.312) ed il 19% (2.733.757) del totale con redditi medi che oscillano dai 920 euro mensili al Sud ai 1.238 euro al Nord.
Oltre la metà dei pensionati (52%) riceve una pensione di vecchiaia o di anzianità senza godere di altri trattamenti pensionistici. Se invece del reddito complessivo si guarda alla singola pensione (ma oltre un quarto dei pensionati ne ha più di una) l’importo medio è di 780 euro con grandi differenze tra quelle previdenziali (870 euro) e quelle assistenziali (406 euro).
L’Inps fotografa un Paese in crisi nel quale la recessione ha comportato un calo del reddito reale disponibile dal 2007 al 2011 del 5,2%, il crollo dell’occupazione giovanile ma anche la crescita delle italiane che fanno le colf. Dopo anni nei quali i lavori domestici erano stati sempre più appannaggio degli immigrati. In tre anni, dal 2008 al 2011, le domestiche di nazionalità italiana sono aumentate del 20%.
CAMBIAMENTI
Nel bilancio sociale dell’Inps emerge anche come le nuove pensioni concesse nel corso del 2011 sono state complessivamente 964.487 e presentano un decremento medio del 14,5% rispetto al 2010 (1.127.501). Guardando nel dettaglio, il 56% delle nuove liquidazioni è costituito da prestazioni di natura previdenziale (540.334) e il restante 44% da trattamenti assistenziali (424.153). L’importo medio mensile lordo ammonta complessivamente a 698 euro e l’età media dei beneficiari è di 66,4 anni. L’inps rileva anche che le pensioni previdenziali liquidate nel 2011 sono 540.334, in calo del 12,8% rispetto all’anno precedente (-79.308). Sono caratterizzate da un’età media di 64,3 anni e presentano nel complesso un valore medio di circa 923 euro mensili.
La pubblicazione del bilancio sociale dell’Inps ha scatenato diverse reazioni. Il Codacons chiede che «venga bloccata la rivalutazione di chi prende più di 55.000 euro di pensione all’anno. Aver bloccato le rivalutazioni delle pensioni sopra 1405 euro lorde, come se si trattasse di milionari, è a dir poco vergognoso, specie se poi si infiammano i prezzi con aumenti delle accise e dell’Iva».
Carla Cantone, segretario generale dello Spi-Cgil, spiega che «bisogna fare presto perché ormai la situazione è diventata una vera e propria emergenza. I pensionati finora hanno solo dato, è arrivato il momento che sia restituito loro qualcosa. Ed è per questo che a chi si candida a governare il paese chiediamo di dire ora che intendono intervenire per redistribuire la ricchezza e per tutelare anche i redditi da pensione».
Cesare Damiano, capogruppo Pd in commissione Lavoro della Camera, si dice convinto che «i dati Inps confermano l’addensamento verso il basso della platea dei pensionati. Si tratta di cifre che evidenziano il grado assai elevato di ingiustizia sociale presente nel Paese. Oggi, a causa dell’ultima riforma previdenziale, non solo è difficile andare in pensione, ma anche quando si taglia l’agognato traguardo l’assegno percepito risulta mediamente basso. È necessario adeguare il potere di acquisto delle fasce più deboli dei pensionati».
Intanto il ministro del Lavoro, Elsa Fornero, si dice soddisfatta della «sostenibilità pensionistica degli Enti privati che sono stati valutati in questo periodo».
L’Unità 21.11.12

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