Le domande per l’abilitazione si chiuderanno il 20 novembre. I numerosi ricorsi presentati minano la validità della futura prova. I veri posti a disposizione sono infatti pochissimi. Settantamilaottocentotrentuno. Sono le domande arrivate sul sito che il ministero dell’Università ha predisposto per l’abilitazione scientifica nazionale. Un numero enorme, al di là di ogni aspettativa, simile al grande numero di partecipanti al prossimo concorso nazionale della scuola. Segno che esiste una patologia tutta italiana nei sistemi di reclutamento dei professori e dei ricercatori nella scuola e nell’università italiana. Un vero e proprio popolo di giovani ricercatori e di precari che affolla quotidianamente le aule delle università italiane. Il numero dei candidati è anche destinato a salire dal momento che la scadenza per la presentazione delle domande è fissata al 20 novembre. Il raggiungimento di questo numero di richieste è stato annunciato durante lo svolgimento del convegno «Il sistema dell’Università e della Ricerca in Italia» che Roars, rivista telematica dedicata ai temi dell’università e della ricerca in Italia, ha organizzato per festeggiare il suo primo anno di attività. La storia di questa rivista è un caso tutto da raccontare. Nato grazie alla rete di persone, relazioni, esperienze che hanno animato il movimento anti-Gelmini dell’autunno del 2010, questo sito internet è arrivato in pochi mesi a diventare un punto di riferimento per tutti coloro che in Italia si occupano di questi temi. Un’esperienza di successo visto che in un solo anno il sito è stato visitato da quasi due milioni di persone. Nell’intenzione dei fondatori del sito c’è sempre stata l’idea che l’attacco all’università fosse soprattutto un attacco culturale. Ora, i redattori di Roars, dopo tante analisi solo virtuali, hanno deciso di incontrarsi dal vivo per la prima volta pubblicamente con i loro lettori. È stata l’occasione per fare il punto, a quasi due anni dall’approvazione della legge Gelmini, sull’applicazione di questa riforma e sullo stato di salute dell’università Italiana. La questione che più ha tenuto banco è stata quella dell’abilitazione scientifica nazionale, il processo attraverso il quale il ministro Gelmini aveva pensato di immettere tra le fila dei docenti universitari migliaia di giovani. Come si diceva prima sono circa 80mila le domande arrivate per conseguire l’abilitazione scientifica nazionale, il processo che la Gelmini aveva pensato per immettere in ruolo migliaia di giovani professori universitari. Secondo le previsioni di chi è intervenuto al convegno tutto questo non accadrà. Due le principali questioni sul tappeto. La prima riguarda i numerosi ricorsi che pendono di fronte al Tar del Lazio che potrebbero inficiare la legittimità di tutto il processo, qualora venissero accolti. Se infatti finora era solo il ricorso promosso dall’Associazione Italiana dei Costituzionalisti a mettere a rischio tutto il processo, oggi si sono aggiunti quelli di numerose altre società scientifiche nazionali come quella dei matematici. La seconda questione riguarda il numero dei possibili abilitati. Il processo di abilitazione, secondo le intenzioni dell’Anvur, l’agenzia che è a capo di tutto il procedimento, dovrebbe essere un processo di riconoscimento oggettivo della qualità dei concorrenti: al superamento di alcuni valori si dovrebbe automaticamente ottenere l’abilitazione per diventare professore associato. La maggior parte delle persone ha fatto richiesta sapendo di poter superare questi valori piuttosto esigui. Ora le commissioni che dovranno giudicarli si troveranno di fronte al dilemma se abilitare tutti o se imporre una stretta. Se l’abilitazione sarà concessa a tutti ci si chiederà a che cosa sia servita la partecipazione all’ennesimo concorso che promette solo sogni. I veri posti a disposizione infatti saranno poi pochissimi. Se, al contrario imporranno una stretta, ci si chiederà perché l’Anvur sia stata finora impegnata nella definizione di criteri oggettivi e prescrittivi per poi ridurli ad un’indicazione di massima per le commissioni. Tutto il processo sembra essere destinato a creare l’ennesima promessa che non potrà essere mantenuta: un esercito di giovani abilitati, con numerose pubblicazioni alle spalle, che rischia di vedere infranto il loro sogno di impegnarsi nello sviluppo culturale e scientifico del nostro Paese. Una grande lotteria e non è strano che ieri un precario che provava a registrarsi nel sito internet veniva dirottato su un sito di scommesse on line. Oggi il problema informatico è stato risolto ma molti, registrandosi telematicamente, penseranno lo stesso di partecipare ad una estrazione a premi.
L’Unità 18.11.12
Pubblicato il 18 Novembre 2012