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“Bersani: il nostro vero avversario è la sfiducia”, di Simone Collini

Non ci sarà un altro confronto televisivo tra i candidati alle primarie del centrosinistra. Pier Luigi Bersani è soddisfatto per com’è andato il dibattito su Sky. Ma se Matteo Renzi, Nichi Vendola e Bruno Tabacci chiedono una nuova sfida in tv prima del 25, magari su uno dei canali della Rai (Laura Puppato, anche se è quella che tra tutti gode di una minore esposizione mediatica, scalpita meno all’idea di un nuovo passaggio televisivo), il segretario del Pd vuole dedicare tutti i dieci giorni che restano prima dell’appuntamento ai gazebo al confronto che giudica più importante di tutti, «quello con i cittadini».
IL RUSH FINALE
Come ha fatto ieri al cinema Farnese di Roma, o come farà oggi al Teatro Augusteo di Napoli, e poi via via una regione al giorno, tra Sardegna, Sicilia, Marche, Emilia Romagna, Friuli Venezia Giulia, senza doversi preoccupare di cancellare qualche appuntamento già in agenda per partecipare a un confronto televisivo. Ci sarà una Liguria, dove tra l’altro se verranno confermate tutte le condizioni necessarie terrà il comizio di chiusura: a Genova, per la precisione, la vittima dell’alluvione, la porta verso l’Europa, la città delle lotte operaie. Mentre già questo sabato Bersani sarà in Puglia, dove a Bari chiamerà a raccolta i duemila giovani che hanno partecipato alla scuola di formazione politica “Finalmente Sud”. Un’operazione avviata dal leader Pd un anno fa a Napoli, nel giorno in cui Renzi lanciava la prima Leopolda sotto il vessillo della rottamazione.
E se il sindaco di Firenze dopodomani chiuderà la terza edizione, quella che nelle sue intenzioni gli tirerà la volata per le primarie del 25, Bersani da Bari vuole mostrare che il rinnovamento è già in atto, non è «contro» ma «per» e non passa per il solo dato anagrafico. Dice Bersani tracciando un possibile criterio di formazione del prossimo esecutivo, a guida progressista: «Il passaggio generazionale serve, ho sempre detto che la ruota deve girare, ma non ci vuole improvvisazione. Chi va al governo, non deve improvvisare. Qualcosa deve saperla. Io stesso, a 25, 30 anni ero più sveglio ma tante cose non le conoscevo. Quindi per me rinnovamento, ma senza improvvisazione».
Bersani è soddisfatto per come sta andando la campagna per le primarie, ed è sempre più convinto di aver fatto bene a volerle aperte, a chiedere di cambiare lo statuto del Pd per permettere anche ad altri del partito di partecipare, nonostante le perplessità e anche le resistenze di molti pezzi del gruppo dirigente democratico. «C’erano dei timori del tutto giustificati, data anche l’asprezza del nostro dibattito, correvamo il rischio di imbastire una specie di guerra», spiega durante l’iniziativa al cinema Farnese di Roma. Così non è stato. «Avevo detto che sarebbe stata una festa e così è stato, non è successo niente», sottolinea. «Siamo un partito giovane e con un sacco di difetti, ma siamo più forti dei nostri difetti e dobbiamo avere fiducia nelle nostre forze», dice ricordando che è meglio evitare il «fuoco amico» perché più si avvicinano le elezioni più il centrosinistra deve dimostrarsi unito e all’altezza della sfida di governo. «Non abbiamo bisogno di avversari perché ne avremo tanti, avremo da fare una battaglia molto dura». Il primo contendente, spiega, «sarà la sfiducia, la rabbia, il distacco e il disamore che sono l’eredità malata del berlusconismo. Ma dovremo battere questo atteggiamento facendo ragionare la gente, spiegando che la protesta da sola non porta da nessuna parte, serve il cambiamento e dobbiamo metterci in testa di essere quel cambiamento».
A GRILLO LENIN FA UN BAFFO
Quella che si gioca alle urne questa volta, per Bersani, è una partita che va oltre una semplice sfida tra progressisti e conservatori. Sapendo pure che «in questo stato di confusione evidente della destra» l’elettorato che negli anni passati ha guardato a quella parte politica ora sia tentato non dal fronte moderato di Casini, ma «dalla protesta»: «Dovremo combattere per un’alternativa di sistema, un’alternativa rispetto a tutto quello che è stato in questi 20 anni». E questo vuol dire combattere forme vecchie e nuove di populismo, che «sono entrate nelle ossa». Berlusconi ha giudicato un’umiliazione il confronto televisivo per le primarie? «Certo, per lui è così perché gli viene giù il business. Perché dovrebbe preoccuparsi di aggiustare i partiti, la politica, le istituzioni? Lui campa sul discredito». Grillo che dice agli esponenti del M5S dove parlare e cosa dire? «Lenin gli fa un baffo. Addirittura vogliono uscire dall’Ue e dall’Euro, cosette di questo genere. Noi dovremo combattere queste pericolosissime derive».
l’Unità 15.11.12
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Primarie: già registrati in 400mila. Ecco come votare 124mila on line, il resto nelle sezioni. Da sabato saranno noti tutti i luoghi dove votare. 6600 uffici elettorali sono all’opera per le operazioni necessarie
di Virginia Lori
Sarà di nuovo un week-end di mobilitazione straordinaria, il prossimo. Il coordinamento per le primarie del 25 novembre ha deciso di aumentare il numero degli uffici elettorali in cui è possibile andare a registrarsi (ora siamo a quota 6.600 tra circoli Pd, Sel, sedi Arci e altro) ma anche di ripetere l’operazione dello scorso fine settimane, con l’allestimento di gazebo nelle principali piazze delle città italiane. A firmare l’«appello degli elettori Italia Bene Comune», iscriversi all’«Albo degli elettori» e ritirare la tessera che poi darà il diritto di scegliere chi sarà il candidato premier del centrosinistra sono stati circa 400 mila cittadini.
A ieri sera, in 123.066 lo hanno fatto on-line, attraverso il sito www. primarieitaliabenecomune.it, mentre da fonti democratiche si viene a sapere che a registrarsi negli uffici elettorali sparsi sul territorio sono stati oltre 250 mila elettori. Un incremento c’è stato dopo il confronto televisivo su Sky tra Pier Luigi Bersani, Nichi Vendola, Matteo Renzi, Laura Puppato e Bruno Tabacci. Ma l’obiettivo è dare un’ulteriore accelerazione alle iscrizioni, e quindi si è deciso di ripetere il week-end di mobilitazione straordinaria.
DA SABATO TUTTI GLI INDIRIZZI
Sabato, tra l’altro, sul sito delle primarie sarà possibile sapere dove bisogna andare a votare il 25 novembre (con eventuale doppio turno il 2 dicembre, se nessun candidato supererà il 50% più uno dei consensi). Bisogna infatti votare nel seggio collegato alla propria sezione elettorale. Per registrarsi, invece, si può andare in qualunque ufficio elettorale (gli indirizzi e gli orari di apertura, città per città, sono consultabili sempre sul sito delle primarie). Oppure si può fare on-line, andando all’indirizzo web www.primarieitaliabenecomune.it.
In entrambi i casi bisogna comunicare i propri dati anagrafici, sottoscrivere l’appello a favore del centrosinistra, iscriversi all’Albo degli elettori. È possibile anche lasciare un indirizzo di posta elettronica o un numero di cellulare per avere poi informazioni ulteriori sulle primarie e su dove andare a votare il 25. Chi si registra on-line deve comunque passare a un ufficio elettorale a versare i due euro (almeno) di contributo spese e ritirare il «certificato di elettore di centrosinistra» che dà diritto a scegliere, tra due domeniche, chi dovrà essere il candidato premier per le prossime elezioni politiche.
Anche se sarà possibile farlo il 25 (ma si dovrà fare in un luogo diverso da quello dove si voterà), conviene registrarsi in questi giorni per evitare di dover poi fare file molto più lunghe. Le urne per votare, tra due domeniche, saranno aperte dalle 8 alle 20. Se nessuno tra Pier Luigi Bersani, Matteo Renzi, Nichi Vendola, Laura Puppato e Bruno Tabacci dovesse incassare il 50% più uno dei consensi, ci sarà un secondo turno domenica 2 dicembre. Per quarantott’ore, in quella settimana tra le due votazioni, si potrà iscrivere (per poi votare al secondo turno) chi non lo avesse precedentemente fatto.
CHI PUÒ VOTARE
Possono partecipare al voto i giovani che abbiano compiuto 18 anni entro il 25, i cittadini dell’Unione europea residenti in Italia e quelli di altri Paesi extra-Ue in possesso di regolare permesso di soggiorno e di carta di identità.
Per poter votare sarà necessario esibire al seggio un documento d’identità valido, la tessera elettorale e il proprio «certificato di elettore della coalizione di centrosinistra “Italia Bene Comune”» rilasciato al momento della registrazione all’Albo degli elettori.
L’Unità 15.11.12