Non hanno avuto rispetto neanche per i bambini o per la festa che era stata preparata proprio per loro. Per farli sentire italiani davvero, loro che in Italia sono nati e cresciuti. Che hanno imparato la nostra lingua prima ancora di quelle dei paesi di provenienza dei genitori, che hanno studiato la nostra storia a scuola e che, nonostante questo, sono costretti da una legge assurda ad essere italiani di serie B. Sabato pomeriggio erano 603 quelli riuniti insieme alle proprie famiglie al teatro Era di Pontedera, in provincia di Pisa, per ricevere dal Comune la cittadinanza italiana. Una festa, appunto, rovinata da una decina di militanti di Forza Nuova che hanno fatto irruzione in sala gridando slogan contro l’immigrazione e lanciando in aria volantini che riportavano una frase di Platone: «Quando il cittadino accetta che chiunque gli capiti in casa, da qualunque parte venga, possa acquisirvi gli stessi diritti di chi l’ha costruita e c’è nato c’era scritto quando i capi tollerano tutto questo per guadagnare voti e consensi in nome di una libertà che divora e corrompe ogni regola ed ordine: così muore la democrazia, per abuso di se stessa e, prima che nel san- gue, nel ridicolo».
Qualche minuto di scompiglio, poi è stata la sicurezza e alcune delle persone presenti in platea, fra cui i genitori di alcuni bambini e l’ex sindaco di Pontedera Paolo Marconcini, a respingere il gruppetto di neofascisti e a costringerli a lasciare il teatro assieme ai loro striscioni. Pochi minuti di gazzarra che hanno lasciato però una ferita profonda alla città e l’indignazione di una intera comunità. In lacrime il sindaco Simone Millozzi che ha stigmatizzato «l’atteggiamento squadrista e nazista di pochi idioti contro una cerimonia che, riunendo italiani e stranieri, adulti e bambini, dava un forte senso di comunità». Solidarietà al sindaco è stata espressa dal collega di Pisa Marco Filippeschi: «si è voluto sporcare una cerimonia che celebrava il sacrosanto diritto di questi bambini a sentirsi ed essere italiani ha commentato Ma queste azioni non devono intimidire, bensì spingere ad andare avanti nella tutela dei diritti». Da parte sua, travolta dalle polemiche, Forza Nuova ha provato a spiegare il senso della propria iniziativa parlando di una protesta «assolutamente platonica e non violenta» non diretta contro gli immigrati «e men che meno contro dei bambini» ma rivolta ad una «classe politica che sta portando l’Italia alla rovina sociale». «Nessuno spiegava la nota è stato minimamente aggredito dai militanti di Fn nonostante i patetici e isterici tentativi di provocazione da parte di alcuni presenti. Abbiamo la coscienza a posto». Parole che non spostano di un millimetro la questione relativa alle scorribande neofasciste che si ripetono sempre più spesso in Italia. Per Gianluca Mengozzi, presidente di Arci Toscana, e Paolo Beni, presidente nazionale dell’Arci, è infatti arrivata «l’ora di affermare senza reticenze che Forza Nuova è un’organizzazione fascista, agli antipodi della democrazia», e che «va contrastata l’agibilità politica di forze che si ispirano a parole e messaggi di chiara marca fascista».
Ieri intanto il sindaco di Pontedera Simone Millozzi, che per domani ha indetto un consiglio comunale aperto su quanto accaduto, ha presentato una denuncia al commissariato di polizia per i fatti di sabato. «L’iniziativa bellissima di sabato pomeriggio ci dice che il percorso è quello giusto. Si tratta di una grande battaglia di civiltà e di dignità che deve provare unito tutto il Paese», ha commentato il primo cittadino. Che ha invitato tutti i sindaci a seguire l’esempio di Pontedera e ad organizzare iniziative analoghe. Un invito condiviso anche dal presidente dell’Arci, e sindaco di Reggio Emilia, Graziano Del Rio. «Quanto avvenuto sabato scorso è un attacco alla convivenza pacifica, all’idea stessa di futuro dell’Italia ha spiegato Lo dico come cittadino, come sindaco e presidente dell’Anci, ma anche in nome della campagna “L’Italia sono anch’io”, di cui ho l’onore di presiedere il Comitato promotore». «Manifestare in forma violenta la propria chiusura di fronte ad una società che cambia, e farlo coinvolgendo i bambini, è semplicemente vergognoso aggiunge Delrio sono segnali che non vanno in alcun modo sottovalutati, e ai quali le istituzioni devono saper rispondere con determinazione, coraggio e tempestività».
L’Unità 13-11-12
Pubblicato il 13 Novembre 2012