“Il muro è il più spaventoso strumento di violenza esistente. Non si è mai evoluto, perché è nato già perfetto. E ti accorgi di tutta la sua potenza soltanto quando vedi un muro in funzione. Perché non tutti i muri funzionano; quelli che incontriamo nella vita di tutti i giorni, ad esempio, non sono veri muri. Sono interrotti, oppure hanno delle porte, insomma si possono in qualche modo aggirare o attraversare. È come se fossero degli ordigni disinnescati. Dei muri a salve. Quelli che stanno lí dentro no. Funzionano. E bene. Non c’è niente che ti uccide come un muro. Il muro fa il paio con delle ossessioni interne, cose umane, antiche quanto la paura. Nonostante le apparenze, il muro non è fatto per agire sul tuo corpo; se non lo tocchi tu, lui non ti tocca. È concepito per agire sulla coscienza. Perché il muro non è una cosa che fa male; è un’idea che fa male. Ti distrugge senza nemmeno sfiorarti”.
Sandro Bonvissuto, Dentro (2012)
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Molte barriere hanno separato e separano ancora popoli, nazioni, religioni, classi sociali. Adriano costruì il Vallo e l’Impero romano fortificò il limescontro i barbari, così come fece l’Impero cinese con la Grande Muraglia. Le mura delle città proteggevano chi stava dentro da chi stava fuori.
Una linea geografica fortificata, il 38° parallelo nord, divide un paese unico in due Coree. Le porte dei ghetti dividevano durante la notte critiani ed ebrei, il colore della pelle determinava chi poteva sedersi sui mezzi pubblici, pagando lo stesso biglietto. La casta di appartenenza stabilisce chi puoi o non puoi sposare.
Barriere di tutti tipi dividono gli uomini: a Belfast, a Gaza, a Soweto, a Mostar. Le caste di appartenenza, il livello di istruzione, il luogo di nascita, il censo, le montagne, i fiumi, i mari, i deserti, le isole, i campanili.
Ma una sola volta venne eretto un muro che divise in due una stessa città, separando persone dello stesso popolo, della stessa lingua. In una notte separò genitori da figli, fratelli da sorelle, nonni da nipoti. La Cortina di ferro trasformò Berlino in una nuova frontiera per l’Occidente sullo stesso piano della conquista della Luna o far rispettare i diritti civili.
«Ogni uomo libero, ovunque viva, è cittadino di Berlino. E, dunque, come uomo libero, sono orgoglioso di dire “Ich bin ein Berliner”». Così nel 1963, John F. Kennedy espresse la convinzione che fucili e ruspe non potevano cambiare la realtà. Potevano ritardare, frenare, segregare, imprigionare o anche uccidere, ma non cambiare i fatti.
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Pubblicato il 9 Novembre 2012