«Rispetto a pochi anni fa, quando nella mappa dell’Europa a ventisette era difficile distinguere paesi che non fossero governati dal centrodestra, adesso, anche a causa della crisi economica, ci sono profondi cambiamenti in atto, come ha dimostrato la vittoria di Hollande in Francia». A parlare è il tedesco Peer Steinbrück, ex ministro delle Finanze e candidato cancelliere socialdemocratico alle prossime elezioni politiche che dovrebbero decretare la conclusione dell’epoca di Angela Merkel.
Al suo fianco, in conferenza stampa a Milano dopo un incontro in prefettura con il premier Mario Monti, c’è il segretario del Pd Pierluigi Bersani, che si augura possa accompagnarlo nel delineare la svolta progressista che potrebbe presto modificare gli equilibri politici nel vecchio continente. «Spero possa essere lui il candidato del centrosinistra» a guidare l’Italia, sottolinea Steinbrück, con un endorsement esplicito in vista delle primarie democratiche di fine novembre.
OBIETTIVI CONGIUNTI
Lo sguardo, però, è già rivolto oltre le imminenti sfide elettorali, alla complessa fase economica e politica che l’Europa sta vivendo. «Noi riformisti vogliamo ricongiungere la società in rapporti più equi tra le diverse classi sociali» sintetizza il candidato Spd.
Gli fa eco Bersani: «L’avvitamento su misure di austerità ci sta portando fuori strada. Servono politiche nuove che guardino all’economia reale, che contrastino la disoccupazione, e che diano voce all’Ue in tema di controllo dei mercati finanziari, perché l’impressione è che in questa crisi la ricchezza scappi e la povertà resti».
Dal punto di vista istituzionale, l’obiettivo resta quello di «rilanciare il processo costituente europeo» arenatosi in questi anni di recessione e tentazioni antieuropeiste. «Un progetto» sottolinea il segretario Pd, «che prima o poi dovrà misurarsi anche con le opinioni pubbliche dei diversi paesi, per non lasciare il terreno a facili populismi e culture regressive».
DIREZIONE UTILE AL PAESE
Degenerazioni di cui la vita politica italiana è stata ed è tuttora ricca di esempi, contraddistinta da un «eccezionalismo che ci ha già procurato un sacco di guai» e di cui, secondo Bersani, è ora di disfarsi. A questo proposito, la cronaca politica di giornata forniva tra le novità anche l’ipotesi di un eventuale ticket formato da Beppe Grillo e Antonio Di Pietro, con il comico del Movimento 5 stelle come candidato premier e l’ex pm come inquilino del Quirinale. «Non lo so se sia vero che Di Pietro ha preso questa direzione, ognuno va dove lo porta il cuore» commenta non senza ironia il segretario dei democratici. «Io penso che quella direzione non sia utile, né come modello democratico né come direzione di marcia per un paese che è in crisi».
E un paese in crisi richiede proposte di soluzione a problemi concreti: «Solo la protesta, solo un’idea generica che pure raccoglie la rabbia e il distacco dei cittadini, non porta soluzioni a problemi che si chiamano Europa, euro, situazione economica e sociale, occupazione e lavoro».
Tra i richiami dell’attualità, anche il braccio di ferro tra la Fiat e la Fiom, culminato con l’annunciato licenziamento da parte del Lingotto di diciannove lavoratori per far posto ad altrettanti iscritti Cgil reintegrati in azienda dalla magistratura. «Un gesto non accettabile perché contiene un messaggio sul piano morale, che non fa bene al Paese» puntualizza Bersani. «Se viene riconosciuto che c’è un errore o una colpa dell’azienda, questo non può essere immediatamente scaricato sui lavoratori e sulle loro famiglie. Si sarebbe potuta trovare una soluzione diversa, se solo Fiat si fosse mossa con gesti nella direzione di marcia della solidarietà e non della rottura e dello scontro».
Tanto più che finora la casa automobilistica non ha chiarito davvero le proprie intenzioni industriali: «Mi piacerebbe approfondire bene questo accavallarsi di piani e capire di cosa si sta parlando: fin qui abbiamo visto rompere il giocattolo e non quello che si possa definire un piano».
ELEZIONI A SCADENZA NATURALE
All’indomani del via libera anche del segretario Pdl Angelino Alfano e dopo l’apertura del leader Udc Pier Ferdinando Casini, infine, il segretario del Pd torna a bocciare l’ipotesi di anticipare le politiche a fine gennaio o inizio febbraio, in un unico election day, in abbinamento con le regionali di Lazio, Lombardia e Molise. «Noi, per fortuna, abbiamo un Presidente della Repubblica che sa benissimo dirigere il traffico, non mettiamoci tutti a fare i vigili» afferma Bersani. «Noi, lealmente, abbiamo detto, un anno fa, che si va a scadenza naturale e lo ribadiamo».
l’Unità 03.11.12
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“A Roma leader socialisti e democratici del mondo. Vertice del centrosinistra mondiale nella capitale”, di Umberto De Giovannangeli
La data è già fissata: il 14 e 15 dicembre prossimi a Roma. L’ambizione è altissima: realizzare una due giorni che veda impegnati, ai massimi livelli, i leader progressisti di tutto il mondo. Pier Luigi Bersani lo ha anticipato nell’intervista di ieri a l’Unità: «A metà dicembre annuncia il segretario del Pd ospiteremo un grande appuntamento a cui parteciperanno progressisti e democratici provenienti da ogni parte del mondo, per creare una rete che va al di là delle antiche famiglie». La preparazione del meeting è a uno stato avanzato. Ufficialmente, nessuno si sbilancia, ma al Nazareno, sede nazionale dei Democratici, c’è ottimismo, non solo per le dimensioni della partecipazione ma anche per il livello dei partecipanti.
ASPETTATIVA
A Roma si discuterà di una «governance progressista» di un mondo globalizzato. E lo si farà con dirigenti di partiti che sono al governo di Paesi chiave: dal Brasile al Sud Africa, dalla Francia a, si spera, gli Stati Uniti. «Confidiamo che questo diventi il primo, grande appuntamento internazionale per il candidato premier del centrosinistra rimarca Lapo Pistelli, responsabile Esteri del Pd -. E siamo soddisfatti che sia stato riconosciuto ai democratici italiani di ospitare il vertice dei leader progressisti, dopo anni di lavorio e di visite ai partiti in tutti i continenti». Nei due giorni verranno sperimentate modalità di lavoro molto innovative filtra dal Nazareno insomma non sarà la solita parata di discorsi.
Il meeting sarà un ulteriore sviluppo di quanto emerso nella seconda conferenza internazionale dei parlamentari progressisti, organizzata dal Pd l’aprile scorso a Montecitorio. La rete progressista è cresciuta ulteriormente in questi mesi. In termini di adesioni e di elaborazione. Un passaggio significativo è stato il «Manifesto di Parigi» sottoscritto dai leader progressisti europei. «L’Europa è il nostro patrimonio comune. Il nostro dovere è di proseguire la costruzione di un’Europa più unita e più democratica». Così comincia il documento elaborato a Parigi alla convention progressista «Un nuovo Rinascimento per l’Europa. Verso una visione progressista comune», firmato dai leader socialisti europei. «Constatiamo che l’assenza di una governance economica europea democratica ed efficace prosegue il documento minaccia di trascinare l’Europa nella recessione. Privilegiando la deflazione salariale, omettendo di condurre politiche per la crescita e l’occupazione, ignorando la solidarietà e la lotta contro le diseguaglianze si legge ancora riducendo l’Europa a uno spazio di sorveglianza e di sanzione, tralasciando il dialogo sociale e la democrazia, si voltano le spalle alle necessità della lotta alla crisi e allo stesso progetto europeo…». «La solidarietà dicono i ancora i progressistideve essere nel cuore delle politiche europee, solo così sarà garantita la stabilità della nostra moneta».
Quella che viene delineata, e sostanziata in idee e proposte operative, è una «governance progressista» che dal Vecchio continente intende proiettarsi a livello mondiale. E il meeting di metà dicembre si muove in questa direzione. Altro appuntamento cruciale, su questa strada, è in programma l’8 e 9 febbraio 2013. È lo stesso Bersani a parlarne nell’intervista al nostro giornale. «D’Alema – spiega il segretario del Pd – in qualità di presidente della Feps, sta lavorando per organizzare a febbraio un incontro che ha l’obiettivo di lanciare sul piano politico una grande idea europeista».
Una idea che dovrebbe sostanziarsi in un programma comune delle forze socialiste e progressiste per le elezioni europee del 2014. Idee e uomini. Obiettivo dei leader progressisti europei è anche quello di indicare un candidato comune alla guida dell’Europa comunitaria. «I cittadini europei dovranno essere messi in grado di decidere chiaramente sugli orientamenti della politica dell’Unione sottolinea il “Manifesto di Parigi” …Bisogna estendere la co-decisionalità alle scelte fondamentali di politica economica e sociale. Questo implica una democrazia europea basata sul metodo comunitario, un maggior ruolo per il Parlamento europeo e i parlamenti nazionali, basata sulla sussidiarietà e la partecipazione dei cittadini, e accompagnata da un rafforzamento dell’influenza di veri partiti politici europei. A questo scopo, i partiti progressisti europei dovrebbero proporre un candidato comune alla presidenza della Commissione europea».
L’Unità 03.11.12
Pubblicato il 3 Novembre 2012