Cade l’ennesima quinta del teatro di cartapesta costruito sulle macerie del terremoto dell’Aquila dalla macchina dei miracoli e del consenso di Guido Bertolaso. Almeno duecento degli isolatori sismici a pendolo montati sui pilastri che sostengono i 185 edifici del progetto “C. a. s. e.” (Complessi antisismici ecocompatibili) sono destinati a sbriciolarsi se mai la terra dovesse tornare a tremare come quel 6 aprile di sei anni fa. E quel che è peggio, nessuno è in grado di dire oggi — nemmeno la ditta che li ha prodotti e montati, la società “Alga” — quali strutture esattamente appoggino su quei pezzi fallati. Meglio, costruiti «in frode» alle specifiche che erano state indicate dal bando di gara per l’assegnazione dell’appalto. Una commessa da 7 milioni di euro che vide vincitrici la società Alga (4.900 gli isolatori forniti) e la Fip (2.400). Finanziata in parte dal Fondo europeo di solidarietà. Utile a trasformare una catastrofe in scintillante passerella per un assolo dell’allora Presidente del Consiglio Silvio Berlusconi, accompagnato da Bruno Vespa in una memorabile puntata di Porta a Porta, in cui vennero squadernate al Paese le meraviglie, tecnologiche e di comfort, di quelle che sarebbero state ribattezzate “le case a molla”, nuova dimora per 20 mila senzatetto.
Nella meraviglia si nascondeva appunto l’inganno. Ancora più odioso perché consumato su chi aveva perduto tutto e potenzialmente devastante sul futuro sviluppo di una tecnologia antisismica (quella degli isolatori) considerata tra quelle all’avanguardia nel mondo. Per scoprirlo è stata necessaria l’ostinazione del pubblico ministero Fabio Picuti e del gip Marco Billi (gli stessi due magistrati crocefissi la scorsa settimana per la sentenza di condanna dei membri della Commissione Nazionale Grandi Rischi), nonché il lavoro di un anno dei docenti di ingegneria Alessandro De Stefano e Bruno Chiaia, i due periti di ufficio incaricati di verificare se, appunto, i “pendoli” sistemati sotto i 185 edifici antisismici rispondessero effettivamente ai requisiti fissati dal bando di gara e, soprattutto, se fossero efficienti. Ebbene, le conclusioni della loro perizia di 160 pagine, illustrata ieri all’Aquila nel corso dell’incidente probatorio del procedimento dove le società produttrici dei pendoli sono indagate appunto per frode in forniture pubbliche, usa la certezza dell’indicativo. Se è vero infatti — scrivono i periti — che «la totalità degli isolatori forniti dalla Fip sono risultati funzionanti e perfettamente idonei allo scopo per il quale sono stati installati», non altrettanto può essere detto per quelli dell’Alga. Almeno 200 dei 4.900 pezzi prodotti da questa società «non solo presentano disomogeneità rispetto a quanto dichiarato nella fornitura, non solo non sono stati sottoposti a prove di qualificazione e accettazione da un laboratorio terzo e ufficiale, ma uno di essi, testato presso il laboratorio di Ingegneria strutturale dell’Università di san Diego, in California, non ha superato le prove, rompendosi macroscopicamente durante una di esse». Cedono di schianto, dunque. E la ragione — provando a semplificare la complessità degli argomenti tecnici illustrati dalla perizia — è appunto nella frode utilizzata per assemblarli. Gli isolatori sismici a pendolo sono sostanzialmente costituiti da 3 elementi d’acciaio sovrapposti: una base concava; una rotula centrale, convessa; un terzo elemento che si accoppia con la rotula, consentendo le rotazioni. Ebbene, per controllare l’attrito negli isolatori vengono utilizzati opportuni materiali termoplastici. E la loro qualità è decisiva per consentire che l’edificio, durante un evento sismico, dondoli più dolcemente rispetto al movimento del terreno. All’Aquila, gli isolatori dovevano essere di materiale termoplastico omogeneo, detto Hotslide, riconoscibile per il suo colore verde. Al contrario, nei 200 pezzi “anomali” prodotti dall’Alga quel materiale omogeneo non è, risultando una combinazione di Hotslide e Xlide (il colore in questo caso è nero).
Ora, come è stato possibile che nessuno in fase di realizzazione si sia accorto della frode? È un fatto, accertato dalle indagini della Procura, che l’azienda figurasse tra gli sponsor dell’Eucentre di Pavia, il centro di ricerca antisismica diretto dal professor Gianmichele Calvi, uomo di Bertolaso, padre del progetto C.a.s.e., condannato lo scorso 22 ottobre quale componente della Commissione nazionale grandi rischi e, ora, indagato con Agostino Marioni, proprietario dell’Alga, per frode. Ma è pur vero che all’Eucentre l’Alga fece testare esemplari di isolatori che non presentavano quella disomogeneità di materiali. È un fatto che nessuno, né Marioni, né Calvi sappiano oggi non solo quanti isolatori anomali siano stati montati, né sotto quali edifici. E che i periti scrivano come «ai fini della sicurezza globale degli edifici sia necessario intervenire per la sostituzione degli isolatori
anomali».
La Repubblica 30.10.12
Pubblicato il 30 Ottobre 2012