Orlando, come definirebbe la legge anticorruzione?
«Un piccolo passo avanti lungo la strada che deve portare alla costruzione degli strumenti per prevenire e colpire la corruzione. Un passo che ci avvicina ai paesi più evoluti, ci rende più competitivi e risponde ad alcune indicazioni delle convenzioni internazionali».
In sostanza una piccola legge?
«Piccola è un concetto sbagliato. Direi che è utile anche se incompleta».
E cosa le dà la certezza che questo sia “il primo pezzo”?
«L’impegno del ministro Paola Severino a mettere in agenda la reintroduzione del reato di falso in bilancio. Il Guardasigilli si è impegnata in questo senso, un testo – presentato dall’Idv e sottoscritto dal Pd – è già incardinato in Commissione Giustizia alla Camera e abbiamo il tempo per farlo in questa legisla- tura. L’obiettivo del Pd è anche quello del ministro: lavorare da subito per portarlo in aula».
Ottimista?
«Il ministro ha dato la sua parola. E finora non abbiamo avuto motivo di dubitarne»
Non si poteva spingere fin da subito per questo reato? Come si fa a combattere la corruzione se non si combatte la provvista, il nero, per pagare tangenti e altre utilità?
«A noi è molto chiara l’importanza di un reato come il falso in bilancio.Infatti abbiamo presentato emendamenti in tal senso. Ma serve e realismo. E il realismo impone di ricordare che questo è il Parlamento dove Pdl e Lega se vogliono hanno ancora la maggioranza e possono bloccare tutto. Come hanno fatto con questa legge il cui cammino è iniziato nel 2010».
L’ex ministro alla Giustizia Angelino Alfano rivendica a sè la legge contro la corruzione.
«Il testo di cui parla Alfano non prevedeva nulla circa la repressione dei reati. Era solo una simpatica novena di buoni comportamenti per i pubblici funzionari. Posso dirlo?»
Prego
«Era una favola inutile, velleitario. Non c’erano le pene, le punizioni. Mancava un pezzo importante. Che è stato introdotto non appena il ministro Severino, anche su nostra indicazione, ha messo mano al testo».
Introdurre reati nuovi, come ha fatto Se- verino, senza mettere mano alla disciplina delle prescrizioni non è altrettanto velleitario?
«Sarebbe stata la prima cosa da fare. Ma non era possibile. Non ci possiamo scordare che questo Parlamento è quello che ha sancito, con tanto di voto in aula, che Ruby era la nipote di Muba- rak. E con gli stessi rapporti di forze che nel 2005 approvarono la Cirielli che ha dimezzato i tempi della prescrizione».
Girano voci di possibili modifiche alla Camera quando il testo arriverà per l’approvazione definitiva.
«Impossibile. L’anticorruzione deve essere approvato subito. È urgente che il governo eserciti la delega per la non candidabilità dei corrotti condannati in via definitiva. È fondamentale che sia pronta per le prossime urne, siano essere le regionali in Lazio e Lombardia o l’election day in aprile».
Anche l’incandidabilità rischia di essere un miraggio: saranno esclusi dalle liste solo i condannati dai 2 anni in su. Ma quasi il 90% dei processi per i reati contro la pubblica amministrazione hanno condanne sotto i due anni.
«Ancora una volta diciamo: intanto cominciamo da qui. L’ottimo è nemico del bene. Finora non esistono divieti. Il parametro, l’unità di misura per valutare questa legge, deve essere quanti passi in avanti consente di fare. E i passi avanti sono tanti».
A sentire le dichiarazioni di voto al Senato mercoledì veniva da sorridere. Tutti i gruppi hanno dichiarato che il testo è insufficiente.
«Oggi molti sono saliti sul palco per elencare i pezzi mancanti. Li divido in due gruppi. Quelli che lo hanno fatto in buona fede e che però mi sembrano marziani perchè dimenticano che questo Parlamento può ancora avere la stessa maggioranza Lega-Pdl che ha votato le leggi ad personam».
E il secondo gruppo?
«Sono quelli in cattiva fede che nelle ultime settimane hanno tentato, e ancora lo faranno, il gioco “aggiungiamo un pezzo” con l’unico intento di far saltare tutto».
Ad esempio chi ha cercato all’ultimo di introdurre il Commissario Anti-corruzio- ne?
«Non faccio nomi. I conigli dal cilindro sono stati molti, ad esempio per evitare il divieto per i giudici di seguire gli arbitrati».
Gli agguati contro la norma sulle toghe fuori ruolo non sono stati un bello spettacolo.
«Ancora una volta, e lo dico all’amico Giachetti, abbiamo fatto un passo verso la normalità. Prima di questo c’era il nulla».
L’Unità 19.10.12