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Bersani: «Il coraggio dell’Italia» Oggi il manifesto dei progressisti, di Simone Collini

Chiuso il confronto sulle regole e definito il testo della «Carta d’intenti per l’Italia bene comune», le primarie entrano nel vivo. E non è detto che i motivi di polemica siano destinati a diminuire, anzi. Oggi il leader del Pd Bersani, quello di Sel Vendola e quello del Psi Nencini presenteranno il manifesto che andrà sottoscritto da chi vuole correre per essere scelto come candidato premier. Ma questa mattina dovrebbero essere illustrate anche le modalità di voto della sfida ai gazebo. Il condizionale è d’obbligo perché la riunione tra gli sherpa dei tre partiti della coalizione progressista, che doveva essere risolutiva, si è chiusa con il fronte vendoliano recalcitrante ad accettare la norma (benvista da Pd e Psi) per la quale possa votare al secondo turno (fissato per il 2 dicembre nel caso nessun candidato ottenesse il 50% dei consensi il 25 novembre) soltanto chi si è registrato (cioè ha firmato l’appello a sostegno del centrosinistra) entro la domenica precedente. Per di più, quando sono iniziate a trapelare indiscrezioni su quale fosse il punto di caduta della trattativa (si può votare al solo secondo turno esclusivamente in «rari e isolati» casi, ovvero dimostrando che al primo turno si era malati o all’estero), il coordinatore della campagna di Renzi, Roberto Reggi, si è precipitato a Roma per contestare questa norma, quella per cui il luogo dove registrarsi sarà diverso da quello dove si voterà e anche quella per cui i nomi di chi sottoscriverà il manifesto del centrosinistra saranno pubblici e l’albo degli elettori sarà consultabile.

LO SLOGAN DI BERSANI

La discussione è andata avanti ma Bersani ha dato mandato ai suoi di chiudere prima di stamattina questa partita, per poter lanciare oggi manifesto e regole e aprire una nuova fase della sfida. Il leader del Pd apre infatti la sua campagna domani, che tra le altre cose è il giorno del quinto anniversario della nascita del Pd (le primarie che hanno eletto Veltroni segretario si sono svolte il 14 ottobre 2007). Il luogo scelto per la partenza è Bettola, paese natale del segretario democratico, e per la precisione a fornire il set sarà la pompa di benzina che gestiva il padre, Giuseppe. E domani verrà ufficialmente svelato anche lo slogan della campagna di Bersani (la scritta verrà posta sul piccolo palco montato nel piazzale della pompa di benzina) che sarà «Il coraggio dell’Italia». Il leader del Pd, che guarda alle primarie ma soprattutto alla sfida per Palazzo Chigi, lo ha scelto per ricordare che il Paese ha saputo far fronte anche ai problemi più drammatici, ma anche per chiamare gli italiani a una «riscossa civica», insieme a un centrosinistra che dovrà avere il coraggio di «ripensare al lavoro», «fermare i privilegi», «ridare prestigio alla politica» (sarà su queste e altre questioni che verrà declinato lo slogan principale).

UNA CARTA SENZA MONTI

Bersani oggi intanto rischia però di dover fare i conti con due fronti polemici. Agli attriti con i renziani, che esploderanno non appena le regole verranno ufficialmente presentate, rischiano infatti di aggiungersi delle critiche provenienti dai cosiddetti montiani del Pd. La «carta» che verrà presentata oggi non contiene infatti riferimenti espliciti all’operato di Monti, diversamente da quella messa a punto da Bersani prima dell’estate, nella quale si parlava dell’«autorevolezza» dell’attuale premier. Una scelta obbligata, visto che Vendola spingeva per inserire un riferimento a Monti di segno negativo. La decisione di non citare l’attuale capo del governo fa però storcere la bocca a quanti, nello stesso Pd (da Gentiloni a Morando, da Tonini a Ceccanti a Vas- sallo) guardano con favore all’ipotesi del Monti bis e guardano invece con preoccupazione a una «carta» in cui si critica la linea del rigore a livello europeo.

L’Unità 13.10.12