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Violenza donne: Ghizzoni, Parlamento agisca con urgenza

“È necessario che chi ha responsabilità pubbliche e istituzionali faccia tutto quanto è in proprio potere per fermare il femminicidio. – lo dichiara Manuela Ghizzoni, presidente della Commissione Cultura della Camera dei Deputati, in occasione della manifestazione per l’avvio dei processo agli autori dei femminicidi di Barbara Cuppini, avvenuto a Serramazzoni (Modena) il 18 Giugno 2011, e di Giuseppa Caruso, avvenuto a Carpi il 22 marzo 2011– È il momento del protagonismo, è il momento della denuncia di un contesto culturale maschilista e ipocrita e di una politica inadeguata e talvolta inerte. I femminicidi non possono più essere considerati come fatti isolati: siamo di fronte ad un vero e proprio bollettino ci guerra che annovera tra le sue vittime 90 donne dall’inizio del 2012. Eppure – prosegue Ghizzoni – c’è chi ancora si ostina a definire gli omicidi basati sul genere “delitti passionali”, se compiuti da un connazionale e “delitti d’onore” causati dall’effetto di pratiche religiose o culturali, se compiuti da uno straniero. Sono, in realtà, crimini di Stato. Ce lo dicono le statistiche, ce lo dice l’Onu quando afferma che sono “tollerati dalle pubbliche istituzioni per l’incapacità di prevenire, proteggere e tutelare la vita delle donne che vivono diverse forme di discriminazioni e di violenza durante la loro vita”, ce lo dice la realtà che osserviamo e viviamo quotidianamente. È un fenomeno dalle proporzioni allarmanti e nei confronti del quale la politica ha mostrato finora la sua inadeguatezza e colpevole disattenzione. È necessario che il Parlamento agisca con urgenza e prima della fine della legislatura ratifichi la convenzione di Istanbul e che faccia proprie le raccomandazioni Onu rivolte alle Istituzioni italiane per il contrasto alla violenza maschile sulle donne e la prevenzione del femminicidio. Già a partire dai prossimi giorni – conclude la Presidente Ghizzoni – porterò all’attenzione della commissione che presiedo il fenomeno del femminicidio, affinché si possa giungere ad una risoluzione condivisa che impegni il governo ad attuare misure efficaci a sovvertire lo stato di cose esistente, anche a partire dai percorsi educativi.”