I dati Istat mostrano un’Italia arretrata. Subito il piano di estensione dei nidi”. I dati presentati dall’Istat sulla frequenza del nido dei bambini e delle bambine italiane, inchiodandoci ad un magro 18,7% (solo due bambini su dieci), segnala quanto il nostro Paese sia distante dall’obiettivo del 33% fissato dall’Europa e che avremmo dovuto raggiungere entro il 2010. Durante il governo di centro sinistra nel 2007, nonostante le politiche di risanamento, riuscimmo a fare un balzo in avanti portando la media nazionale dal 9,5% al 15% di nidi sul territorio nazionale. Il 23% se si considerano anche i servizi integrativi e le numerose sezioni primavera (per bambini da 24 ai 36 mesi), sempre previste nella finanziaria del 2007.
Oggi, dopo anni di disinvestimento del governo della destra, i continui pesantissimi tagli ai bilanci dei Comuni e la crisi che colpisce le famiglie giovani con figli, rischiamo di fare ulteriori passi indietro invece di andare avanti.
Eppure tutte le ricerche economiche e delle neuroscienze dimostrano come l’età dell’oro, per recuperare ogni svantaggio di origine economica, sociale e familiare, in cui occorre investire in educazione di qualità per garantire il futuro successo formativo e scolastico, sia proprio tra 0-6 anni.
Il Partito Democratico non si stancherà mai di denunciare come la crisi, la stiano pagando i più piccoli. Abbiamo la certezza, come denuncia l’Istat, che stiano aumentando anche le liste d’attesa per avere un posto nella scuola dell’infanzia in tutto il Paese.
Vogliamo ricostruire l’Italia, facendone un Paese moderno, più giusto e più equo, ripartendo proprio dai diritti che stiamo negando ai più piccoli. Per questo nella Carta di Intenti dei progressisti e dei democratici uno dei punti programmatici qualificanti è proprio un nuovo piano triennale per l’estensione degli asili nido. La differenza tra destra e sinistra si misura anche da questo.
da www.partitodemocratico.it