attualità, economia, lavoro

"Tagliamo i costi dell`energia, l`acquirente si troverà", intervista a Stefano Fassina di A. Custodero

«No. L`Alcoa non va chiusa». Stefano Fassina, responsabile “economia e lavoro” per il Pd – domani sarà in visita allo stabilimento di Portovesme – indica «una soluzione di mercato con operatori privati».
Fassina, gli americani dell`Alcoa hanno deciso di chiudere lo stabilimento in Italia perché non più competitivo. Lei è contrario, perché?
«Perché è l`unico produttore italiano di alluminio».
Cosa può fare il governo per evitare la chiusura?
«Incentivare l` ingresso di un altro operatore privato».

Quale?
«In questi giorni la Glencore, multinazionale svizzera che ha gli stabilimenti accanto all`Alcoa, sta valutando la possibilità di acquisto».

Ma se la produzione di alluminio non è competitiva per Alcoa, come può diventarlo per Glencore?
«È ovvio che il subentro di un altro operatore privato è possibile solo se il governo può garantire condizioni di contesto produttive che siano competitive con quelle europee. Mi riferisco in particolare al costo dell`energia, essendo quella di alluminio una produzione ad alto consumo energetico».

Abbassare il costo dell`energia elettrica riguarda tutte le imprese, non solo l`Alcoa.
«È un problema generale che implica una strategia energetica nazionale. Al ministero dello Sviluppo economico ci stanno lavorando. Purtroppo abbiamo perso 4 anni del governo Berlusconi che s`era imbarcato sull`ipotesi nucleare stoppata dal referendum. Poi, anziché concentrarci sulle politiche industriali abbiamo perso sei mesi a parlare di articolo 18».

Come ridurre il costo dell`energia per rendere Portovesme appetibile sul mercato senza, però, incorrere nelle sanzioni europee per “agevolazioni di Stato” come avvenuto in passato?
«Il governo sta lavorando per portare il costo dell`energia, che in Italia è de1 30% più oneroso che nel resto d`Europa, a livelli sostenibili. Le soluzioni in campo sono diverse, alcune di tipo transitorio, altre di lungo periodo che comprendono anche l`innovazione della centrale elettrica a ridosso dello stabilimento».

Quali sono le soluzioni al vaglio?
«Occorre diversificare le fonti di energia, creare una rete europea, sviluppare politiche di risparmio energetico e puntare sulle fonti rinnovabili».

In extrema ratio, per evitare la chiusura ci può essere una acquisizione da parte dello Stato stile vecchio Iri?
«L`intervento pubblico è uno strumento che va utilizzato in modo selettivo. Ma la regola è: soluzioni di mercato con operatori privati».
L`elettricità da noi costa il 30 per cento in più che nel resto d`Europa. Ma una nuova Iri non ci serve