«Tagli insostenibili» e «profili di incostituzionalità» che portano le Regioni a dire di »non poter sottoscrivere il nuovo Patto per la salute 2013-2015». È durissima la posizione della Conferenza delle Regioni e delle Province autonome sulla spending review. La tesa riunione di ieri con il governo in Conferenza Stato-Regioni si è conclusa con la consegna da parte degli enti locali di un documento dai toni molto alti. La Conferenza delle Regioni e delle Province autonome «valuta negativamente i contenuti del decreto-legge – si legge – le disposizioni del decreto-legge apportano tagli insostenibili» e »si chiede al governo di attivare un tavolo di lavoro congiunto con il su pporto dell’Agenzia nazionale per i servizi sanitari regionali (Age.Na.S.) per la verifica puntuale sui prezzi di riferimento, sui dati relativi al settore dei beni e servizi e delle tariffe». Le Regioni sono infatti intenzionate a dimostrare «con dati reali che l’impianto del Decreto-legge, combinato agli effetti delle precedenti manovre finanziarie, non consente di sottoscrivere il Nuovo Patto per la Salute 2013-2015, compromettendo la sostenibilità e la gestione del Sistema sanitario nazionale».
Dopo mesi di lavoro e di confronto con il governo il nuovo Patto, che doveva vedere la luce dopo l’estate, rimane dunque lettera morta. Il Patto è lo strumento con cui governo e Regioni decidono il riparto del fondo sanitario nazionale fra le varie regioni. L’attuale scade a fine anno e il mancato rinnovo provocherebbe la conseguenza che sia il governo in modo unilaterale a decidere come suddividere i fondi. Ma c’è di più: «Con questi tagli il rischio è di non poter non solo siglare il Patto della salute ma neanche gestire la sanità dal prossimo anno», lancia l’allarme il governatore delle Marche, Gianmario Spacca.
BALDUZZI: IL CONFRONTO VA AVANTI
A niente sono servite le rassicurazioni del ministro Balduzzi. «Sul Patto per la salute abbiamo iniziato un lavoro insieme alle Regioni: confido che, almeno su alcuni specifici, importanti temi, possa continuarci ad essere una condivisione», ha dichiarato il ministro per la Salute al termine della Conferenza Stato-Regioni. Il provvedimento sulla spending review, ha ricordato Balduzzi, «si intitola “Revisione della spesa pubblica con invarianza dei servizi per i cittadini”: il governo è convinto che così dovrà essere, altrimenti non lo avrebbe intitolato in questo modo. Il confronto con le Regioni è aperto», ha concluso il ministro.
Oltre alla sanità, le Regioni, assieme ai Comuni, si scagliano contro il taglio al fondo per le politiche sociali che passa «da un miliardo alla cifra ridicola di Il milioni», come denuncia il presidente dell’Anci Graziano Delrio che parla (come Renata Polverini) di «funerale dello Stato sociale» e di enti locali «non siamo più in grado di garantire i servizi alle persone». «Con il pesante depauperamento del fondo nazionale per le politiche sociali – si legge nel documento – che per l’anno 2012 risulta pressochè azzerato, la riforma degli assetti istituzionali locali non può trovare l’accordo delle Regioni laddove venissero confermate le disposizioni attuali che realizzano la riforma non con un intervento dal basso, più rispettoso dell’articolo 133 della Costituzione, ma attraverso la definizione di criteri e parametri predeterminati a livello centrale determinando una compressione nell’autonomia dei territori alla definizione delle scelte». Per tutte queste ragioni «è evidente – continuano le Regioni – come tali norme, presentino anche profili di incostituzionalità, ledendo fortemente l’autonomia organizzativa degli enti territoriali ed in particolare delle Regioni». [n settori come «l’ambiente o la protezione civile» ci sarebbero «frammentazioni nell’attribuzione di responsabilità, con rilevanti conseguenze per i livelli occupazionali e un possibile aumento complessivo della spesa venendo meno le economie di scala». Infine, il trasporto pubblico locale, «con il taglio dei 700 milioni di euro per il 2012 e di 1.000 milioni per gli anni successivi», con la Conferenza che «ribadisce le richieste di mettere a disposizione in maniera strutturale congrue risorse che consentano tra l’altro di riorganizzare il settore».
Sempre sul fronte sanità, oggi è invece prevista la serrata delle farmacie, anche se una quota di punti vendita è previsto che rimanga aperta per garantire i servizi essenziali e 4mila parafarmacie non sciopereranno. Secondo la presidente di Federfarma, Annarosa Racca, i tagli «rappresentano una misura iniqua e insostenibile per le farmacie». «Gli interventi di quest’anno si sommano alla manovra 2011: l’intesa è impossibile».
L’Unità 26.07.12