Ha portato male al concorso a posti di dirigente scolastico della Lombardia avere previsto che i vincitori parteciperanno a un corso di formazione dal 27 al 29 agosto prossimi, organizzato da quell’ufficio scolastico regionale e pubblicizzato sul sito. Non ci saranno, almeno per il momento, vincitori destinati a parteciparvi. Nell’imminenza della pubblicazione della graduatoria di merito (gli orali si sono conclusi il 29 giugno scorso), infatti, il Tribunale amministrativo regionale lombardo ha annullato gli atti relativi alle prove scritte, svoltesi il 14 e il 15 dicembre 2011, accogliendo i ricorsi di alcuni concorrenti che avevano contestato la violazione dell’anonimato. Non si è dimostrato accorto né tanto meno economico avere messo a disposizione dei candidati e della commissione buste confezionate con carta sottile, quasi trasparente, e prive di fodera interna, per racchiudervi il cartoncino con le generalità di ciascun concorrente da tenere nascoste fino alla conclusione di tutte le operazioni di revisione degli elaborati, così come dispongono le norme sullo svolgimento dei concorsi pubblici, decreto del Presidente della repubblica n. 487 del 1994. Cognome e nome si sarebbero potuti leggere in controluce anche prima, hanno affermato i giudici meneghini che si erano fatti consegnare le buste «dall’amministrazione resistente» e che hanno verbalizzato l’esito della verifica. Non che effettivamente qualche commissario abbia potuto conoscere il nominativo del concorrente del quale stava correggendo la prova, non ci sono prove che lo dimostrino, ma basta la sola astratta possibilità che le generalità dei concorrenti siano conoscibili prima dell’apertura delle buste a invalidare l’intera fase della procedura relativa allo svolgimento delle prove scritte. Concorso da rifare, dunque. Difficile che i concorrenti che hanno superato anche la prova orale si possano salvare come i dirigenti scolastici siciliani, che, una volta assunti, si sono visti dopo tre anni di servizio annullare per irregolarità il concorso, quello riservato del 2004, il cui superamento aveva costituito il presupposto della loro nomina. Caduto il piedistallo su cui stava appoggiata è caduta anche la statua, ma una provvidenziale legge di fine 2010 ha tentato di rimetterla in piedi, consentendo si rifacesse il concorso, riaprendo per tutti i termini di partecipazione e ammettendo direttamente all’orale i dirigenti in servizio. Tra parentesi, quel concorso è ancora in fase di svolgimento-ripetizione così come il parallelo concorso ordinario, omologo a quello lombardo, relativamente al quale la correzione degli scritti non è ancora terminata. Oltre alla Sicilia, solo la Campania è in ritardo e dove il termine della revisione degli elaborati potrebbe slittare addirittura al prossimo mese di ottobre, tanto per l’anno scolastico 2012/2013 non ci sarebbero posti da assegnare. A un anno dal suo avvio con la pubblicazione del bando il 13 luglio 2011, il concorso a posti di dirigente scolastico non è dunque terminato. Sono solo sette le regioni nelle quali le graduatorie di merito sono state pubblicate: Basilicata, Calabria, Friuli Venezia Giulia, Marche, Piemonte, Umbria e Veneto, e nelle quali, dimensionamento permettendo, una parte dei vincitori potrà assumere servizio già con il prossimo primo settembre e gli altri con l’inizio dei successivi anni scolastici. Anche se si tratta di quasi metà delle regioni, i posti in gioco sono poco più di un quarto, 601 su 2386. In Umbria c’è anche il rischio si debba fare un passo indietro: il concorso è stato sospeso dal Tar per consentire alla commissione di motivare i punteggi attribuiti.
Nelle altre regioni sono terminati gli orali, con l’eccezione della regione Abruzzo nella quale gli orali inizieranno il 3 settembre prossimo e la Toscana dove si concludono il prossimo 28 luglio, ma sono ancora in corso gli adempimenti relativi alle graduatorie di merito. Nel Molise, la prima regione ad aver concluso gli orali, il concorso è stato congelato da un’ordinanza del Tar, che ha sospeso in via cautelare tutte le operazioni fino alla decisione di merito su un ricorso, decisione che verrà presa il 22 novembre prossimo. I concorsi di Lombardia, Molise e Umbria non sono gli unici a essere stati coinvolti in decisioni della magistratura, vuoi amministrativa vuoi ordinaria. Una brutta figura l’ha rimediata il Piemonte, dove la commissione aveva previsto per la seconda prova scritta punteggi parziali la cui somma dava un totale superiore a 30, il massimo attribuibile a ciascuna prova scritta. Ma il Tar Piemonte, che ha respinto il ricorso presentato da alcuni candidati esclusi, ha dato loro torto, giacché se di errore s’è trattato, questo ha riguardato tutti e non ha avvantaggiato nessuno. Il Tar del Lazio dovrà decidere sull’incompatibilità di alcuni commissari, anche lì quindi il concorso è a rischio. E poi interrogazioni parlamentari, lettere, sospetti di incompatibilità di commissari (candidati, poi risultati ammessi agli orali, preparati da un presidente di commissione) e addirittura di ubiquità (un presidente che sarebbe stato contemporaneamente in commissione e a fare lezione), procedure difformi tra una regione e l’altra. Insomma, l’esito scontato di una procedura che con tutta evidenza ha fatto il suo tempo.
da ItaliaOggi 24.07.12