I successi della ricerca scientifica “danno lustro all’Italia”. E il governo li “premia” con un colpo d’ascia da 210 milioni nei finanziamenti dei prossimi tre anni. Neanche 24 ore prima il Presidente Giorgio Napolitano aveva scritto la sua lettera di ringraziamento agli scienziati italiani coinvolti nella scoperta del bosone di Higgs. Ed ecco apparire ieri in Gazzetta Ufficiale la tabella con tutti i tagli che gli enti di ricerca italiani subiranno nella spending review. Il più penalizzato è proprio quell’Istituto nazionale di fisica nucleare (Infn) che coordina l’attività dell’Italia al Cern, il laboratorio europeo che mercoledì ha annunciato la scoperta dell’ultima particella elementare che ancora sfuggiva alle nostre osservazioni. Dal budget del 2012 dell’Infn verranno decurtati 9 milioni di euro su un totale di 241. Ma dall’anno prossimo il taglio arriverà a 24,3 milioni: un 10% cento che potrebbe portare alla chiusura di un terzo degli esperimenti e al licenziamento di circa 500 precari.
Gli istituti di ricerca coinvolti nel taglio dei fondi sono in tutto 22. La maggior parte fa capo al Ministero dell’Istruzione e della ricerca scientifica (Miur), che ogni anno finanzia la scienza svolta al di fuori degli atenei con 1,7 miliardi di euro. Gli enti perderanno 33,1 milioni nel 2012 e 88,4 sia nel 2013 che nel 2014, per un totale di 210 milioni. Per alcuni di essi, come l’Agenzia spaziale italiana, il ritocco è minimo (1 milione nel 2012, pari allo 0,56% dei fondi erogati dal Ministero). Ma per l’Infn si raggiungerà la percentuale record del 10% del budget. L’Istituto nazionale di ricerca per gli alimenti e la nutrizione (Inran) “è soppresso a decorrere dalla data di entrata in vigore del presente decreto”. I dipendenti verranno assorbiti dal Consiglio per la ricerca in agricoltura (Cra), ente del Ministero per le politiche agricole. Le sue nuove funzioni e la sorte dei precari restano tutte da determinare. “L’Inran è un marchio che si occupa del made in Italy in agricoltura. Perderlo avrà un impatto economico sul secondo comparto italiano in termini di fatturato” spiega il presidente Mario Colombo.
Il Consiglio nazionale delle ricerche (Cnr), il maggiore ente pubblico di ricerca italiano, si vedrà tagliare 6 milioni di euro subito e 16 a partire dal 2013. La riduzione inciderà per il 3,2% sui suoi fondi annuali. “Un paese sbaglia di grosso se pensa di poter trattare così la ricerca” dice il suo presidente Luigi Nicolais. “La scienza non è un settore della pubblica amministrazione. E’ la variabile che determina lo sviluppo futuro di un paese. Non è un costo, ma un investimento”. Luciano Maiani, che di Nicolais è stato il predecessore ed ha anche diretto il Cern, ribadisce: “Del bosone di Higgs abbiamo parlato per la sua importanza scientifica. Ma un’impresa di questa portata trascina dietro di sé uno sviluppo tecnologico enorme. E il nostro paese non
può permettersi di rinunciarvi. L’Italia contribuisce al 13% del budget annuale del Cern, ma le nostre industrie hanno ottenuto il 17% delle commesse per la costruzione dell’acceleratore di particelle Lhc”.
Per tutti i presidenti degli enti di ricerca gestiti dal Miur, l’appuntamento è ora il 12 luglio nella stanza del ministro Francesco Profumo. E che i tagli alla ricerca finiscano col prosciugare la ripresa è il timore condiviso anche da Alberto Silvestri, direttore generale dell’Istitito nazionale di ricerca metrologica (Inrim, meno 2,1 milioni in tre anni): “I precari da oggi non hanno più garanzie. Azzerando il ricambio generazionale, abbiamo sterilizzato ogni forma di sviluppo futuro. Stiamo ripetendo l’errore del primo governo d’unità d’Italia, che regalò il telegrafo di Marconi all’Inghilterra”.
La Repubblica 08.07.12
******
“Mi sento preso in giro, addio innovazione”, di Fernando Ferroni
«MI SENTO preso in giro » commenta a caldo Fernando Ferroni, presidente dell’Infn (Istituto nazionale di fisica nucleare). Al suo ente Napolitano ha fatto i complimenti per la scoperta del bosone di Higgs. E oggi lui si ritrova a essere il più penalizzato dai tagli. «Ho deciso di reagire duramente. Questa
«Prima di tutto scriverò una lettera al presidente Napolitano, che solo due giorni fa ci ha scritto per complimentarsi con noi e ha invitato i nostri scienziati al Quirinale. Poi cercherò di capire alcune incongruenze di questo decreto».
«Capisco che si possa tagliare un bilancio esistente come quello del 2012. Ma come è possibile tagliare bilanci che ancora non esistono, come quelli degli anni successivi? Noi non sappiamo nemmeno quanti soldi riceveremo in futuro, e già ci hanno programmato i tagli che subiremo. Siamo sicuri che sappiano quel che stanno facendo? »
Una riduzione del 10% del budget come cambia la vita di un ente?
«I precari sanno già da tempo che il loro futuro è all’estero. Gli esperimenti al Cern, al Gran Sasso e in tutti gli altri laboratori che l’Infn gestisce saranno ridotti del
30%. I ricercatori a tempo indeterminato non verranno toccati, ma senza esperimenti non so a cosa si dedicheranno. In parte abbandoneremo
la ricerca di base per cercare fondi europei. Così facendo potremo forse andare avanti qualche anno, ma uccideremo per sempre
ogni speranza di innovazione. Solo se sei all’avanguardia nella ricerca di base puoi infatti sperare di poter trasferire le tue competenze nella ricerca applicata».
Il 12 luglio il ministro Profumo ha convocato i presidenti degli enti di ricerca nel suo ufficio. Cosa vi direte?
«Gli chiederò perché il mio ente è costretto a subire un taglio del 10% e altri enti solo dello 0,5%. Ma conosco già la risposta. L’Infn spende solo il 55% del suo budget in stipendi e altre spese incomprimibili. Il resto va tutto nei progetti di ricerca. Per altri enti la quota delle spese irrinunciabili tocca il 90%. Gli dirò anche che progetti come
Lhc, l’acceleratore di particelle del Cern che ha scoperto il bosone di Higgs, sono stati ideati 20 anni fa e sono stati realizzati seguendo una strategia di lungo periodo. Se nel nostro paese le carte in tavola vengono cambiate ogni pochi mesi, noi non andremo mai da nessuna parte».
A chi fa presente le esigenze di risparmio di questo paese cosa risponde?
«Che risparmiare 50 milioni da parte del Ministero della ricerca non serve ai conti del Paese e dà un segnale mortale alla scienza italiana e a chi la fa».
I nostri ricercatori, senza esperimenti, non so a che cosa si dedicheranno, segnale mortale per l’Italia.
La Repubblica 08.07.12
******
“Bosone di Higgs. Dopo le lodi, la scure sull’istituto di Fisica”, di Mariagrazia Gerina
Il presidente dell’Infn Ferroni lancia l’allarme sul taglio di 58 milioni in tre anni «Per decreto si distrugge l’eccellenza». Si levano le prime voci di protesta: «Altro che valorizzare il merito». Senza quei soldi l’Italia non potrà avere in futuro un ruolo in esperimenti importanti. Il taglio del 10 per cento all’organico colpirà indiscriminatamente anche gli enti di ricerca.
Ci si poteva aspettare tutto, tranne che per risparmiare il governo dei professori tagliasse via «la particella di dio». E invece tra le vittime della spending review, c’è finito anche, indirettamente, il «bosone di Higgs». Troppo caro per la fisica italiana. Al mattino osannata dal presidente della Repubblica per la parte avuta nella scoperta, alla sera raggiunta dalle «disposizioni urgenti per la revisione della spesa pubblica» messe a punto a Palazzo Chigi. A dispetto dei discorsi sulla necessità di investire in ricerca, un capitolo intero nelle tabelle su tagli a beni e servizi è riservato alla «riduzione dei trasferimenti agli enti di ricerca». Tra tutti l’Istituto nazionale di fisica nucleare, che ha dato un contributo determinante agli esperimenti effettuati presso il Cern di Ginevra e alla scoperta della «particella di dio», è quello che subirà il taglio maggiore.
Circa 58 milioni in tre anni: 9 milioni nel 2012, più di 24 milioni nel 2013 e altrettanti nel 2014. Il decreto governativo li definisce «trasferimenti per i beni intermedi». «Sono i soldi con cui costruisco gli esperimenti, li mantengo e mando i miei ricercatori a farli», spiega molto più concretamente il presidente dell’Infn, Fernando Ferroni. Senza, è difficile immaginare che l’Italia in futuro potrà avere un ruolo in progetti importanti come quelli che hanno portato alla scoperta del bosone.
RISPARMI ALL’ITALIANA
Per questo, il presidente dell’Infn non vuole credere alle cifre che legge nelle tabelle elaborate dal governo in cerca di sprechi da tagliare. «Se fossero vere, perderei un terzo della mia capacità di fare ricerca e mi avvierei a diventare un ente inutile». Tanto per dare una misura, i trasferimenti all’Infn per l’ultimo anno ammontano a circa 241 milioni di euro: 24 milioni sono il 10% del totale, ma tenendo conto che circa 135 milioni servono a pagare gli stipendi e un’altra parte di spese, come la corrente elettrica, sono difficilmente eliminabili, 24 milioni sono un terzo di ciò che resta per finanziare esperimenti e missioni all’estero. E più o meno la cifra che l’Istituto ottenne lo scorso anno per i «progetti bandiera».
In tutto, i trasferimenti tagliati agli enti di ricerca ammontano a 200 milioni in tre anni, più di 33 solo nel 2012, altri 88 per il 2013 e per il 2014. Il Cnr perde 6 milioni per il 2012, 16 per il 2013 e altrettanti nel 2014, ovvero il 3,28% dei trasferimenti attuali. L’Istituto nazionale di geofisica e vulcanologia perde subito 600mila euro e 1,6 milioni a partire dal prossimo anno. L’Agenzie spaziale italiana, 1 milione subito, quasi 3 dal prossimo anno. Resta ancora una speranza, triste, a cui aggrapparsi: «Siamo in Italia e da noi, qualche volta le tragedie finiscono in commedia», osserva Ferroni. Tanto per dirne una, i finanziamenti per il 2013 e il 2014 non sono ancora fissati: «che significa dunque sottrarre dei soldi a una cifra che ancora non c’è?».
Ma c’è un altro dato che preoccupa: il taglio del 10 per cento all’organico di tutti i settori della pubblica amministrazione che colpirà indiscriminatamente anche gli enti di ricerca. «Avrei capito se ci avessero dato degli indicatori di efficienza e ci avessero detto: a quelli dovete attenervi, ma qui i tecnici hanno deciso di fare all’italiana, tagliando un tanto a tutti indiscriminatamente», li critica il presidente dell’Infn, ancora incredulo che l’ente da lui diretto sia stato individuato dal governo come uno spreco da ridurre. «Mi sento in un film dell’orrore: la mattina il presidente Napolitano ci fa i complimenti, la sera ci tagliano anche i tecnici di cui abbiamo bisogno». Altro che «premio al merito», si sfoga Ferroni. «Come minimo dice mi sarei aspettato che il via libera alle 70 assunzioni programmate per il 2009». Le ultime prima dello stop al turn over. E invece il governo Monti continua a tenere bloccate anche quelle. «E poi ci lamentiamo se i nostri cervelli migliori fuggono all’estero». La fisica italiana ne perde «almeno quaranta» l’anno. «E certo non è così che si arresta la fuga».
L’Unità 08.07.12