Dalla pagellina per la valutazione «organizzativa e individuale» dei dipendenti pubblici al livellamento (verso il basso) del buono pasto: mai più sopra i 7 euro, chi avesse ottenuto una cifra più generosa se la vedrà abbassare dal 1° ottobre. Stop ai concorsi per dirigenti di prima fascia fino al 2015 e fine dell’abitudine di alzare un po’ lo stipendio facendosi pagare le ferie non godute: così come i riposi e i permessi, non saranno più monetizzabili, «anche in caso di cessazione del rapporto di lavoro per mobilità, dimissioni, risoluzione, pensionamento e raggiungimento del limite di età».
L’ultima bozza di decreto sulla spending review, quella arrivata fin dentro le stanze di Palazzo Chigi per essere benedetta dal Consiglio dei ministri, conferma un’attenzione tutta speciale (e parecchio sgradita dai diretti interessati) per i dipendenti pubblici.
A cominciare dall’intervento più drastico: sono destinati a calare del 20 per cento i dirigenti, non meno del 10% gli altri dipendenti delle amministrazioni dello Stato, delle agenzie, enti pubblici non economici, enti di ricerca. Non sfuggono alla sforbiciata neppure le Forze armate: anche per loro, organici ridotti di almeno il 10%, personale «in aspettativa per riduzione quadri». Escluse dalla cura dimagrante, si legge nel testo del provvedimento, «le strutture del comparto sicurezza e del Corpo nazionale dei vigili del fuoco, il personale amministrativo operante presso gli uffici giudiziari» e il «personale di magistratura». E una stretta la si prevede anche per chi lavora negli enti locali: si stabilisce di definire «parametri di virtuosità» per determinare gli organici in rapporto alla popolazione residente, «a tal fine è determinata la media nazionale del personale in servizio presso gli enti», dopodiché chi è sopra alla media del 20% non potrà fare assunzioni «a qualsiasi titolo», chi del 40 dovrà applicare le sforbiciate previste dal decreto.
Interventi in programma anche per le assunzioni a tempo determinato e i contratti Co.co.co delle società pubbliche: non potranno superare il 50% della spesa sostenuta nel 2009. Assunzioni “calmierate” anche per Camere di Commercio, industria, artigianato e agricoltura: a tempo indeterminato solo per il 20% della spesa delle cessazioni precedenti, sino al 2014 ; mentre per i segretari comunali e provinciali potranno essere nel limite dell’80% dell’anno precedente.
Capitolo docenti: quelli non più idonei all’insegnamento per ragioni di salute dovranno riconvertirsi in assistenti tecnici o assumere il ruolo di personale amministrativo o ausiliario. Secondo i sindacati si tratta di 3800 professori coinvolti. Sempre i sindacati prevedono che siano invece tra gli otto e i diecimila gli insegnanti che perderanno la cattedra per effetto dei tagli: per loro, prevista la mobilità regionale.
Non è invece prevista, come trapelato nei giorni scorsi, la chiusura degli uffici pubblici nella settimana di Ferragosto e in quella tra Natale e Capodanno.
«Se le indiscrezioni verranno confermate, la risposta che daremo sarà ferma e immediata, avviando una mobilitazione unitaria e non escludendo lo sciopero», promette Rossana Dettori, segretario generale della Fp-Cgil. «Comprensibile» l’allarme dei sindacati, concede il ministro della Pubblica amministrazione, Filippo Patroni Griffi, «ma è importante che anche loro leggano il testo definitivo che stiamo mettendo a punto», a tarda sera non ancora disponibile. Sperando che non ci siano altre inattese, sgradite novità
La Stampa 06.07.12
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