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"«Lasciate le tendopoli È l'ora della normalità» Finale, l'ordine del sindaco. Protestano gli sfollati", di Francesco Alberti

È bastato l’annuncio per surriscaldare gli animi. Figuriamoci cosa potrà succedere oggi quando i messi comunali si presenteranno nei campi degli sfollati, tenda per tenda, dando comunicazione dell’ordinanza, firmata dal sindaco Fernando Ferioli, che impone «ai non residenti a Finale Emilia, la cui abitazione è agibile, di far ritorno al più presto nelle loro case». Sono 4 mila gli sfollati in questo paese del Modenese, epicentro della prima scossa (quella del 20 maggio, 5.9 di magnitudo) che ha distrutto il centro storico, azzerato la trecentesca Torre dei Modenesi, il Castello e tutte le chiese, mettendo in ginocchio aziende e negozi. «È un passo delicato, me ne rendo conto, qualcuno si è già arrabbiato, per fortuna in maniera civile — afferma il sindaco Ferioli —, ma è indispensabile reagire se vogliamo incamminarci verso una graduale normalità». L’ordinanza è rivolta a coloro che hanno abbandonato le loro case, unendosi a parenti o amici ospitati nelle tendopoli di Finale. «Dagli accertamenti effettuati — prosegue Ferioli — è emerso che le abitazioni di molte di queste famiglie sono perfettamente agibili e, per questo, l’idea di un loro rientro è fattibile sulla carta…».
Sulla carta, appunto. In realtà, gli ostacoli sono tanti. Molti di loro, che da quasi 40 giorni vivono in tenda, non intendono separarsi dai parenti, a costo di continuare a sopportare i disagi dei campi: «Il problema principale è la paura — dice Ferioli —: alcuni abitano al secondo o al terzo piano, altri hanno bambini o anziani. Li capisco, ma dobbiamo assolutamente uscire dall’emergenza in cui tutto era concesso». L’obiettivo del sindaco è quello di ridurre gradualmente il numero delle tendopoli a Finale: attualmente sono 5, la speranza è portarle a 4 entro il 20 luglio, per poi eliminare le altre tra settembre e ottobre. La tensione è destinata a crescere anche perché il sindaco, pur premettendo che «non ci sarà alcuna forzatura, né pensiamo a sgomberi coatti», non ha intenzione di aspettare a lungo: «Dal momento in cui daremo la comunicazione, scatteranno le 48 ore: poi li inviteremo, in maniera un po’ più energica, ad allontanarsi». Lo svuotamento delle tendopoli dovrebbe essere favorito, sempre sulla carta, dal trasferimento di alcuni nuclei familiari nei tanti appartamenti sfitti tra il Bolognese e il Modenese. Ferioli non nasconde le difficoltà: «Da quanto ho saputo, vi sono notevoli resistenze da parte dei proprietari. Alcuni di loro, prima di concedere le abitazioni, vorrebbero precise garanzie sui pagamenti degli affitti e sui tempi di restituzione». Anche sul fronte dei «moduli», prefabbricati e casette provvisorie, la situazione è incerta. Il governatore Errani, commissario per la ricostruzione, ha sempre indicato tra gli obiettivi quello di tutelare l’integrità dei paesi e delle comunità, rifuggendo da modelli, tipo new town aquilane, che hanno spesso determinato uno sradicamento delle popolazioni dai loro luoghi d’origine.
Gli sfollati in Emilia sono quasi 12 mila (446 in Lombardia, 17 in Veneto) e su 18 mila edifici privati e pubblici sottoposti a verifiche più di 11 mila risultano inagibili. E sono numeri parziali: stando ai Vigili del fuoco, le strutture coinvolte dal sisma e ancora da monitorare sono almeno 48 mila.

Corriere della Sera 28.06.12