In preghiera davanti alla chiesa dove ha perso la vita don Ivan, a colloquio , le istituzioni civili e religiose e la gente emiliana, Benedetto XVI ha ringraziato i volontari e invitato il governo ad un intervento come il “buon samaritano”. «Fin dai primi giorni sono stato sempre vicino a voi con la preghiera e con l’interessamento. Ma quando ho visto che la prova era diventata più dura» ho sentito «più forte il bisogno di venire personalmente in mezzo a voi». L’ha detto il Papa a Rovereto di Novi da dove ha «abbracciato idealmente» i colpiti dal sisma. Benedetto XVI assicura all’Emilia, colpita ma non piegata che d’ora in poi vigilerà lui sulla ricostruzione. Gli sfollati non saranno dimenticati, il loro “patrono” sarà don Ivan Martini, il sacerdote morto sotto le macerie nella chiesa di Santa Caterina.
Proprio qui Benedetto XVI si è raccolto in preghiera e l’ha proclamato luogo simbolo per unire nel ricordo del sacerdote tutte le vittime del terremoto e tutti quelli che ne stanno soffrendo le conseguenze. Il Papa ha incontrato oltre alle autorità alcune famiglie di terremotati, affiancato dal cardinale Carlo Caffarra, presidente dei vescovi emiliani. Il cardinale gli ha ricordato il modello, amato da Joseph Ratzinger, di don Camillo il prete che nei romanzi di Guareschi sostiene nelle sofferenze, come per esempio l’alluvione del Po, la gente più umile. Così fanno i parroci del modenese abbracciati uno ad uno dal pontefice. Uno di loro promette al Papa: “Non ci tireremo indietro, Ci sono tante crepe nelle case, non nei cuori”.
Qui il post-terremoto è l’incubo dell’abbandono da parte delle istituzioni, anche per questo il presidente dell’Emilia-Romagna Vasco Errani mette in guardia dalle infiltrazioni mafiose nella ricostruzione. Il Papa gli garantisce vicinanza spirituale e collaborazione concreta. Accanto al palco da cui il Papa ha parlato a Rovereto, le tende sono accanto alle altalene e ai giochi dei bambini . Sono i parchi pubblici dai quali parte la reazione di una popolazione che trova nei parroci i loro portavoce ma soprattutto le sentinelle in un momento nel quale a 38 giorni dal sisma i riflettori sulla tragedia rischiano di spegnersi. “Non siete soli” assicura il Papa, la Caritas sarà sempre al vostro fianco così come i tanti volontari. Intanto i prefabbricati e le case mobili che sovrastano la tendopoli marcano una discontinuità rispetto all’attuale fase di emergenza. Anche così la vita ricomincia.
da www.lastampa.it