“Siamo in una fase difficile e sappiamo che i nodi devono essere affrontati. Nella crisi il PD si muove per garantire governabilità senza poter governare”. Così il segretario Pier Luigi Bersani nel suo intervento conclusivo dei lavori della Conferenza nazionale sull’Economia Verde. Il segretario democratico ha ribadito di condividere la relazione di Stella Bianchi, responsabile Ambiente del PD, “di stare nel solco della sua relazione”.
“Questa fase transitoria è difficile e complicata. E’ un po’ amaro leggere certi editoriali che i partiti non sostengono abbastanza questo governo: noi lo sosteniamo con lealtà, tutto l’impegno e la volontà necessaria. Invito gli editorialisti a venire con me e incontrare i militanti. Caricarsi di questo compito non è semplice, ma noi lo facciamo e vogliamo lavorare sul futuro organizzando le idee e i progetti. E le idee di cui si è discusso in questa conferenza oggi sono centrali del nostro progetto”.
Quando si parla Economia Verde si parla investimenti a ritorno lievemente differito. Ma sebbene il ritorno sia certo è sempre necessario un piede di partenza in grado di far muovere il meccanismo con un altro giro. Nel contesto europeo, attualmente il concetto di investimento coincide con quello di debito e non viene riconosciuto differentemente nel calcolo dei conti pubblici. Ma se andiamo avanti pensando alla crisi in questo modo non ne veniamo fuori. Avvitamento, recessione e instabilità portano solo alla rottura di ogni meccanismo di ripresa.
“Tutti i punti della piattaforma sull’economia verde sono strumentali al trovare spazio per gli investimenti e per il lavoro. E questi stanno tutti dentro l’universo che sia chiama ambiente, qualità e innovazione. Questa per noi è l’economia verde”
“Non c’è molto tempo per fare qualcosa contro la crisi e le vicende di ieri sulla Spagna sono la prova che si può mettere una pezza. C’è molta retorica sulla parola crescita, parola che in questo momento è una parola finta. Per prima cosa bisogna contenere la recessione e puntare sulle misure che servono per parare il colpo e non avere avvitamenti. La parola crescita deve essere considerata più di prospettiva, più strategica. Il concetto di crescita per me è cercare quantità per vie di qualità”.
“La destra politica culturale ha sempre visto l’ambiente come un impedimento. Per noi è chiaro che per avere crescita si deve puntare sull’ambiente. In Europa le culture progressiste e ambientaliste stanno tornando insieme. Noi come Partito Democratico rappresentiamo proprio la sintesi di questo esperimento. Ora non siamo più un esperimento ma un partito che si è posto e si pone il problema di essere il contenitore di grandi culture che portano i loro ingredienti per una una ricetta unica. E l’ambiente è uno di questi ingredienti”.
“I due gemelli che litigano, l’economia e l’ambiente sono destinati a fare la pace a livello planetario. La prospettiva strategica mondiale non può prescindere dal trasformare la storica rottura in una dialettica di sintesi. Ovviamente questo dialogo non è semplice. Un partito di governo come siamo noi deve impegnarsi sugli equilibri per evitare gli eventuali contraccolpi e arretramenti. Esistono contraddizioni serie a cui non abbiamo tutte le risposte. Le rinnovabili, l’acqua, il ciclo dei rifiuti sono esempi che meritano risposte equilibrate per evitare lo scontro economico e ambientale. Serve governare bene queste cose e sollecitare anche risposte industriali. Si può dire la stessa cosa per l’agricoltura, la qualità italiana del made in Italy e della trasformazione delle materie”.
“Dobbiamo impegnarci per affermare quella cultura di governo sufficiente ad eliminare tutte le contraddizioni. Allo stesso tempo serve anche la forza per mantenere stabili le politiche fatte bene perché molte delle regole che avevamo prodotto 10 anni fa, ora sarebbero ancora valide e non ci avrebbero condotto alla crisi attuale. Eravamo all’avanguardia e ci siamo indeboliti”.
“Da qui parte la nostra linea e la centralità delle cose che vogliamo fare come partito di governo. Dentro a questa impostazione ci sta bene anche la suggestione e il richiamo ad un grande cambiamento. Mettiamoci la passione e la concretezza, diamo un messaggio alto seppur camminando sulle gambe. Non ci può essere più nessuna paratia tra politiche ambientali, economiche e industriali. Non si possono tenere separate queste politiche ma sapere trovare il giusto limite”.
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