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Bastico e Ghizzoni “Serve un dl per esodati e personale scuola”

“Quello che chiede il personale della scuola non è un privilegio, ma un diritto”. La senatrice Mariangela Bastico e la deputata Pd Manuela Ghizzoni si dichiarano totalmente insoddisfatte della risposta che il vice-ministro del lavoro ha dato in tema di pensionamento del personale della scuola: il Governo non ha intenzione di tenere conto delle specificità della situazione.
“Sono totalmente insoddisfatta della risposta data dal vice ministro al Lavoro Martone alla mia interrogazione sul pensionamento del personale della scuola, – dichiara la senatrice Pd Mariangela Bastico – a partire alla premessa su cui si basa che non esisterebbero specificità del personale della scuola tali da motivare una normativa differente rispetto agli altri lavoratori. Esistono, invece, e grandi: la più evidente e’ che tale personale può andare in pensione un solo giorno nell’anno, l’1 settembre, a prescindere dalla data in cui matura i requisiti per l’accesso alla pensione. Proprio per questa ragione le leggi hanno sempre differenziato la normativa relativa al personale della scuola rispetto a quello degli altri lavoratori pubblici e privati.”- continua la senatrice.

La senatrice Bastico e la deputata Ghizzoni ricordano, inoltre, le battaglie parlamentari a sostegno di quello che e’ un diritto, non un privilegio: lo spostamento della data di verifica dei requisiti del pensionamento al 31 agosto 2012, così come indicato nell’ordine del giorno accolto dal governo alla Camera e nell’emendamento al decreto Milleproroghe presentato dal Pd. Ricordano anche le aperture del ministro Fornero sul tema e le controversie con il Ministero dell’economia sui numeri degli interessati e sulle relativa copertura finanziaria.” Oggi apprendiamo dalla stampa che il provvedimento sugli esodati, entro il quale doveva trovare risposta anche il problema del personale della scuola, e’ alla firma del Presidente Monti come decreto interministeriale, cioè provvedimento puramente attuativo della normativa della legge Salva Italia: riguarderà quindi solamente 65.000 persone, rispetto alle molto più numerose che rimarranno senza stipendio e senza pensione, e non riguarderà nessuna altra materia.””Non condividiamo assolutamente questa scelta , non ci rassegnano a questa chiusura, che toglie prospettive a tante persone e famiglie, e continuiamo a chiedere al governo l’approvazione di un decreto legge, che, pur non cambiando i criteri fondamentali della riforma delle pensioni, ne modifichi alcune storture e discriminazioni, tra cui quella della scuola”.

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