Fermate anche altre quattro persone. Sono accusati di aver sottratto dalla storica biblioteca di Napoli volumi e manoscritti di inestimabile valore. Coinvolta una collaboratrice di Dell’Utri. Svolta clamorosa nel giallo della sparizione dei libri antichi dalla biblioteca Girolamini di Napoli. Questa mattina infatti i carabinieri per la tutela del Patrimonio artistico hanno arrestato Massimo Marino De Caro, direttore della struttura. Assieme a lui sono state fermate altre quattro persone.
Di Caro si era autosospeso dall’incarico subito dopo la scoperta della sparizione dei volumi, lo scorso 19 aprile. Con lui, in manette due cittadini argentini, una polacca e il veronese Mirko Camuri. Accertamenti in corso per un altro argentino.
Le indagini sulla sottrazione dei libri avevano subito un’accelerazione negli ultimi giorni. Mercoledì i carabinieri erano riusciti a penetrare nell’ala nascosta e inaccessibile dei Girolamini. I carabinieri si sono fatti consegnare quella chiave dal conservatore don Sandro Marsano, (anche lui indagato) hanno aperto quella porta e trovato l’ultima mappa di una nuova caccia al tesoro.
Sette stanze una dentro all’altra piene zeppe di materiale da analizzare. Migliaia di libri, per cominciare, ma anche documenti che andranno studiati e chissà che altro. Segreti dentro segreti, la trama di un libro giallo che si sviluppa verso la ricostruzione di responsabilità
ben più concrete: peculato e distruzione di documenti. In pratica la storia del continuo saccheggio di volumi preziosi dalla biblioteca cara a Giambattista Vico.
Con il sequestro di quelle sette sale della biblioteca statale da sempre chiuse al pubblico e parte degli spazi affidati – con la chiesa e l’oratorio – alla congregazione dei Girolamini si aggiunge un tassello che si aggiungeva ai sei avvisi di garanzia culminati negli arresti di oggi. Per l’ex direttore Massimo De Caro, 38 anni, l’accusa è di aver trafugato molti libri antichi sottraendoli a un patrimonio di circa centosessanta mila testi tra volumi, opuscoli religiosi e letterari del Seicento e del Settecento.
Con la successiva distruzione delle schede relative ai volumi rubati per cancellarne ogni traccia. Ipotesi supportata dall’analisi di riprese video fatte da due dipendenti della biblioteca che avrebbero cristallizzato alcuni momenti del furto dei libri.
Nell’ambito dell’inchiesta la Procura ha disposto diverse perquisizioni, tra cui quella dell’intero complesso monumentale. Un decreto di perquisizione è stato notificato anche a Maria Grazia Cerone, di 31 anni, collaboratrice del senatore del Pdl Marcello Dell’Utri.
da repubblica.it