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"Anticorruzione il pdl fa muro e attacca il pd", di Simone Collini

Prima l’ostruzionismo in commissione, per impedire di votare gli emendamenti, poi davanti alle telecamere l’accusa al Pd di voler far saltare il governo. Il Pdl non cambia linea sul decreto anti corruzione e dopo aver spaccato la maggioranza sembra pronto a giocarsi il tutto per tutto per evitare che il testo a cui ha lavorato la Guardasigilli Paola Severino diventi legge.

Proprio come tre giorni fa, gli esponenti del partito di Berlusconi nelle commissioni riunite Affari costituzionali e Giustizia della Camera chiedono la parola uno dopo l’altro e con interventi fiume ritardano di ora in ora l’inizio delle votazioni sulla proposta del governo. Pd, Idv, Udc e Lega insorgono. Il pidiellino Manlio Contento fa spallucce: «Non stiamo facendo ostruzionismo ma stiamodifendendo le nostre ragioni».

La Lega si appella al regolamento di Montecitorio, Idv e Udc ritirano gli emendamenti per accelerare i tempi. Ma niente da fare. Il Pdl chiede una sospensione dei lavori perché «è necessaria una riflessione ». Il tempo di bocciare un emendamento della relatrice Angela Napoli (Fli) che puntava a unificare il reato di corruzione con quello di concussione e la seduta viene sospesa.

Antonio Di Pietro esce dalla stanza imbufalito: accusa il Pdl di voler evitare che vengano approvate leggi che consentano alla magistratura di contrastare la criminalità, dice che i «mandanti» sono novelli piduisti, che «sembra di assistere a ciò che avvenne all’epoca di tangentopoli». Pier Ferdinando Casini, che non ha partecipato ai lavori ma è appena stato a colloquio con Mario Monti, prova a stemperare: «Non penso sia ostruzionismo, c’è la necessità di chiarire alcuni punti e bisognerà farlo con serenità, senza ultimatum da parte di nessuno». Ma è impresa ardua. Gli animi sono surriscaldati da ogni parte.

Durante la sospensione dei lavori la Guardasigilli Severino incontra esponenti di Pd, Pdl e Terzo polo. Napoli, alla quale brucia la bocciatura del suo emendamento, non va: «Non partecipo all’inciucio». La riunione tra il ministro della Giustizia e i partiti della maggioranza doveva servire a chiarire i punti controversi e cercare di trovare un accordo che consentisse di terminare l’esame del provvedimento, calendarizzato per la discussione in Aula il 28 maggio. I nodi però restano. Rimangono d’accordo che si rivedranno a fine giornata. Ma causa tensioni e accuse incrociate, questo incontro non si farà.

SÌ A PROPOSTA PD, PENE PIÙ SEVERE
La seduta riprende e la relatrice del Pdl alla legge anti corruzione, Jole Santelli, dà parere contrario «a tutti gli emendamenti presentati al testo che prevedono l’aumento delle pene nel minimo». Passano pochi minuti e un emendamento del Pd che prevede una pena da 4 a 8 anni in caso di corruzione per atto contrario ai doveri d’ufficio viene approvato con i voti favorevoli dei Democratici, dell’Idv e di Fli (Udc e Lega si sono astenuti, il Pdl ha votato contro).

Attualmente il codice punisce questo reato con una pena da 2 a 5 anni. La proposta del governo prevedeva da 3 a 7 anni. Il Pdl insorge. Stop ai lavori, si riprende lunedì. Col Guardasigilli che dovrà impiegare questi giorni per ricercare una possibile convergenza tra le parti. Il ministro Severino, facendo riferimento a una polemica del Pdl, dice che «non c’è una nuova maggioranza» perché «non si può impedire all’Idv di votare un provvedimento, se lo condivide». Dopo il sì all’emendamento Pd, sottolinea che «ora sarà necessario riallineare tutte le pene» (il rischio è che «si tolga razionalità al sistema»). Il Pd si dice disponibile a valutare ogni proposta, e Severino è convinta che la riunione di maggioranza saltata si potrà fare: «Sono tenace».

BOTTA E RISPOSTA BERSANI-ALFANO
Il problema è che il Pdl sembra pronto a tutto pur di non far vedere la luce a un provvedimento anti corruzione sostanzialmente diverso da quello che porta la firma di Alfano. È lo stesso segretario del Pdl a farlo intendere davanti alle telecamere di “Porta a porta”, accusando il Pd di mettere a rischio la tenuta del governo.

A Bersani, che sostiene che l’ostruzionismo è inutile perché «troveremo ilmodo di portare il provvedimento in Aula, e non si può scherzare su una misura che è una priorità assoluta», Alfano replica dicendo che il Pdl è favorevole a una legge anti corruzione come quella del Senato (la sua) ma che serve «lealtà»: «Non vorrei che Bersani volesse creare un incidente per mettere in difficoltà il governo».

Le premesse per un accordo non sono delle migliori. E non aiuta a superare i sospetti e a favorire una convergenza quanto contemporaneamente avviene in un’altra commissione, quella Ambiente. «

Su iniziativa di tre senatori del Pdl è iniziata la discussione di ben tre disegni di legge che mirano a riaprire i termini dell’ultimo condono edilizio del 2003», fa sapere Roberto della Seta. Il senatore del Pd ha letto le proposte depositate dai parlamentari campani Carlo Sarro, Gennaro Coronella e dall’ex ministro della Giustizia Nitto Palma, e l’obiettivo del Pdl gli è chiaro: «Vogliono dare il via al quarto condono edilizio nazionale, allargandolo anche alle edificazioni abusive avvenute nelle aree vincolate».

l’Unità 18.05.12