Non è soltanto un pasticcio, non è soltanto un fatto che riguarda Catanzaro. È qualcosa di più, quello che è successo durante il voto per eleggere il primo cittadino. «è una sconfitta della società civile, di tutta questa gente perbene che è andata a votare e per giorni non ha saputo chi fosse stato eletto.eanche adesso nulla è chiaro».
Salvatore Scalzo, Pd, il candidato del centrosinistra, 43% di preferenze, ha appena concluso un incontro con i partiti della coalizione, Pd, Idv, Sel e Socialisti, nel corso del quale si è deciso di presentare un ricorso al tar per chiedere l’annullamento delle elezioni concluse con la proclamazione a sindaco di sergio abramo, centrodestra, appena sopra il 50%.
I tecnici sono al lavoro e i politici pensano già a cosa fare per continuare a parlare con la città e non spezzare quel filo potentissimo che è riuscito a strozzare i consensi al Pdl, partito incontrastato e potentissimo soltanto un anno fa. «Giovedì faremo una manifestazione, intanto per ringraziare i cittadini per la fiducia che ci hanno mostrato votando per noi – dice Scalzo – e poi per ribadire che il processo di cambiamento, rinnovamento e rilancio di Catanzaro non si ferma. Ma è anche al ministro dell’interno che ci rivogliamo: deve intervenire, sarebbe un segnale importante». I contatti con il nazareno sono costanti, appena dopo i ballottaggi è in programma un’altra iniziativa nel capoluogo calabrese con i leader nazionali. La magistratura, intanto, ha avviato un’inchiesta per voto di scambio che vede tra gli imputati un consigliere comunale di una lista satellite del Pdl, Franco Leone, circa 600 preferenze. La Digos, invece, ha effettuato il sequestro di tutte le schede elettorali di tutti i seggi della città, 90, e della documentazione in possesso degli uffici della Commissione elettorale del Comune.
Decine le segnalazioni di irregolarità anche gravi, arrivate durante e dopo il voto, fino a ieri, finite in un dossier messo insieme dal coordinatore del Comitato Scalzo, Domenico Petrolo, che in una delle sezioni segnalate, la 85, ha avviato una contestazione durissima già lunedì scorso, a spoglio in corso.
Una brutta storia
E’ questa la (brutta) storia delle amministrative nella città del vento che soffia sempre, del commercio del velluto che la rese famosa oltre i suoi confini e di una riscossa che sembra sempre lì dietro l’angolo ma mai qui, nei suoi palazzi e nei suoi vicoli.
«Per noi la vicenda di Catanzaro non finisce qui – dice il segretario pd, Pier Luigi Bersani -. Ci sono state palesi irregolarità». Tanto palesi da diventare inquietanti leggete qui. Seggio 56: su 939 iscritti i votanti sono 729 (tra cui 3 componenti di seggio e un rappresentante di lista), ma alla fine le schede votate risultano 731. Due in più, eppure nessuna verbalizzazione e un «no» deciso alla richiesta di un rappresentante di lista di ricontare le schede. Sezione 53: un’elettrice va a votare e scopre che l’ha già fatto qualcun altro al posto suo con un documento che non è il suo. In un seggio una scrutinatrice indossava una maglietta con su scritto: «ffoto
brutto emi nda futtu». Non è un proverbio: brutto è Tommaso, candidato in una lista collegata a Sergio Abramo. Sezione 86: passano le dodici ore previste dalla legge per lo spoglio ma qui si va avanti. Oltre 15 schede con il doppio simbolo vengono attribuite ad Abramo. sezione 2: un elettore sporge denuncia. Racconta che sconosciuti hanno citofonato a casa sua dichiarandosi membri del seggio e spiegando che avevano bisogno della tessera elettorale del figlio perché avevano dimenticato di apporvi il timbro quando era andato a votare. Il fatto è che il figlio non era andato a votare. E si potrebbe continuare così per molte e molte righe ancora, dai scrutinatori insediatisi il sabato sera e poi spariti la domenica mattina lasciando il posto ad amici dei presidenti di seggi arrivati per caso proprio lì, durante l’apertura delle sedi del voto alle schede annullate e non registrate. «Il sequestro delle schede elettorali da parte della procura- dice Petrolo- e le continue segnalazioni che arrivano al comitato non sono altro che la conferma del clima in cui si è svolto il voto. Speriamo in un intervento immediato del Ministro
Cancellieri. Noi non ci arrendiamo e continueremo la nostra battaglia per la legalità in ogni sede». A chiederlo sono anche quei tanti elettori che sono scesi in piazza indignati per tutto quel fango che qualcuno ha voluto gettare sul voto.
Le responsabilità
Sergio Abramo – proclamato sindaco mentre la magistratura sequestrava tutto il materiale – ha superato il 50% dei consensi per 130 voti. Quando ha saputo dell’iniziativa dei magistrati si è detto molto contento, perché «in tal modo saranno fugate definitivamente tutte le ombre che strumentalmente sono state gettate sulla mia limpida e netta vittoria». Ha anche aggiunto: «se dovessero emergere responsabilità di natura penale queste apparterrebbero a singoli individui». Anche se i «singoli individui» dovessero essere consiglieri eletti nella sua maggioranza. «E’ incredibile questa sua affermazione – commenta Alfredo D’Attore, commissario pd in Calabria -. in queste elezioni ci sono così tante anomalie che basterebbe poco a far ribaltare
il risultato e riaprire il ballottaggio». e proprio per non lasciare nulla di intentato già nei giorni scorsi pd, sel, psi, fed, idv, fli, udc e liste civiche hanno presentato un esposto in procura diretto anche al Ministro dell’Interno, al Prefetto Rapucci, al presidente della Corte d’appello e all’ufficio elettorale chiedendo di non dichiarare la legittimità di procedura elettorale e dunque la proclamazione (ormai avvenuta) degli eletti.
I riflettori sono accesi. Ma Scalzo ai magistrati ha chiesto anche di capire come mai tutte le segnalazioni arrivate durante la campagna elettorale siano cadute nel vuoto.
L’Unità 14.05.12