La scuola ha già stretto la cinghia e ora i tecnici del ministro Francesco Profumo si trovano a «raschiare il barile». La scuola ha già stretto la cinghia e ora i tecnici del ministro Francesco Profumo si trovano a «raschiare il barile» anche per quel che riguarda gli affitti degli uffici centrali del Miur. In particolare, le strutture romane dell’amministrazione del ministero costano ogni anno circa 12 milioni di euro: all’Eur, per esempio, i 400 dipendenti che si occupano della gestione delle università hanno a disposizione uffici per 40 mila metri quadrati (100 a testa). La razionalizzazione, dunque, partirà «dallo snellimento della struttura centrale: attraverso l’utilizzo dei sistemi informatici, la riduzione dal 2014 del 50% di spese per fitti passivi e gestione degli immobili (già dal 2013 riduzione del 10%); riduzione degli organici dirigenziali e la riconversione profili». Inoltre, il governo Monti intende procedere a una «riorganizzazione della struttura territoriale con riduzione delle articolazioni provinciali e trasferimento funzioni». Infine, in consiglio dei ministri è stata presa in considerazione anche «la razionalizzazione di distacchi e comandi del personale» nell’ottica di «riequilibrio della rete scolastica regionale e della proporzione tra docenti e classi di alunni».
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Soppressi gli ex-Provveditorati agli studi?
Si ipotizza infatti che gli uffici periferici dello Stato possano essere accorpati in un’unica sede presso l’Utg, ufficio territoriale di governo, riunendo in questo modo gli uffici periferici dell’Interno, della Salute, dei Beni Culturali e dell’Istruzione. Oggi pomeriggio, dunque, il Consiglio dei Ministri esaminerà il piano di spending review predisposto dal ministro per i rapporti con il Parlamento Piero Giarda per ridurre di almeno 4 miliardi la spesa pubblica.
L’obiettivo è quello di realizzare risparmi per evitare il previsto rialzo dell’Iva dal prossimo ottobre, deciso a suo tempo dal governo Berlusconi.
Si parla con insistenza di riduzione della spesa anche per l’istruzione. Dove? come?
La scuola potrebbe essere soltanto sfiorata da questo intervento di razionalizzazione, ma non si salverebbero, invece, gli uffici periferici dell’Amministrazione.
Si ipotizza infatti che gli uffici periferici dello Stato possano essere accorpati in un’unica sede presso l’Utg, ufficio territoriale di governo, riunendo in questo modo gli uffici periferici dell’Interno, della Salute, dei Beni Culturali e dell’Istruzione.
In questo caso, verrebbero accorpati anche gli ex-Provveditorati agli studi, ora Uffici scolastici territoriali.
da TUttoscuola 01.05.12