Non si può garantire il futuro dell´uomo dimenticando una parte di individui. L´istruzione è un´arma efficace per padroneggiare i molti aspetti della crescita.Le contraddizioni fra i paesi sviluppati e gli altri, poveri o emergenti, sono una realtà da cui non si può prescindere Bisogna smettere di pensare allo sviluppo solo come produzione di ricchezza senza guardare ai divari sociali. Non sono un esperto di scienze naturali e non posso fare altro che preoccuparmi, come tutte le persone di buon senso, per il modo in cui stiamo maltrattando il nostro ambiente: sia il nostro ambiente immediato e quotidiano che il pianeta in generale, l´atmosfera, l´aria e le acque. Non ho nessuna competenza specifica per dire che cosa si debba fare dal punto di vista tecnico, ma posso cercare di individuare i punti di contatto fra problemi ecologici e problemi sociali.
Cominciamo a preoccuparci per il futuro del pianeta. È un sentimento nobile perché riguarda l´avvenire dell´umanità in generale e di quella parte di essere umano in senso lato che è presente in ciascuno di noi. Un futuro che non è il nostro in quanto individui, e nemmeno quello dei nostri figli, ma quello di tutti gli esseri umani a venire, a cui ci unisce una sorta di fraternità essenziale. L´inquietudine per il futuro del pianeta come corpo fisico maltrattato ci fa percepire la nostra condizione di esseri umani.
Le contraddizioni fra i Paesi cosiddetti sviluppati e i Paesi emergenti o sottosviluppati sono reali e lo scrupolo di proteggere il pianeta a volte appare come un lusso da ricchi. Come sfuggire al sospetto di voler garantire il futuro dell´uomo in generale dimenticando una parte dell´umanità, di voler garantire il futuro della società a venire trascurando gli individui che la compongono?
Questa contraddizione è una sfida e vedo due modi per raccoglierla.
La finalità di quello che chiamiamo sviluppo, il cui prezzo ecologico è talvolta pesante, dev´essere sociale prima che economica. La lotta contro la povertà è una premessa e una condizione per qualsiasi sviluppo autentico. Bisogna riuscire a mettere fine allo sviluppo concepito come produzione di ricchezza senza attenzione alla ripartizione della stessa. Il divario fra gli individui più ricchi e gli strati sociali più poveri oggi continua ad allargarsi. È il motore del sistema ed è questo sistema che inquina la natura, perché non la rispetta allo stesso modo in cui non rispetta gli individui. È il motore che va cambiato.
Per cambiare motore, salvare il pianeta e la società, c´è bisogno di una volontà e di una lucidità che può essere sviluppata – appunto – attraverso l´istruzione. Lo sviluppo dell´istruzione fa ricorso a energie non inquinanti, quelle dello spirito e della conoscenza. L´istruzione, lo sviluppo della conoscenza, possono essere un´arma efficace per padroneggiare tutti gli aspetti della crescita e ripensare il nostro rapporto con la natura.
Queste dichiarazioni di principio possono sembrare lontane dalle preoccupazioni immediate, ma io credo sinceramente che è lottando per la presenza effettiva di tutti i bambini del mondo in scuole degne di questo nome che riusciremo a cambiare la società e a ritrovare la natura, senza per questo rinunciare a esplorarla.
(traduzione di Fabio Galimberti)
La Repubblica 20.04.12