Confindustria e imprese chiedono modifiche sulla flessibilità in ingresso e ottengono attenzione dal Pd. La Cgil, guardinga sull’iter della riforma del lavoro, mantiene le 16 ore di sciopero indette e, allo stesso tempo, prepara la manifestazione unitaria con Cisl e Uil che, a loro volta, si dicono favorevoli a una strategia comune su fisco e crescita. Nonostante i tempi stretti per l’approvazione, la riforma del mercato del lavoro continua a essere una partita apertissima in cui tutti gli attori in gioco si attivano per ottenere miglioramenti. Ieri è stata un’altra giornata piena di incontri e decisioni. E così sarà oggi. Ieri Emma Marcegaglia ha incontrato Pier Luigi Bersani e il gotha economico del Pd. Il tema è quello della flessibilità in entrata con Confindustria che chiede modifiche non piccole. «Abbiamo trovato un accordo su tre punti fondamentali – spiega Stefano Fassina, responsabile Economia del Pd -. Il primo è quello di evitare che veri lavoratori autonomi rischino di rientrare nelle maglie del contrasto alle false partite Iva, la seconda è l’esenzione dall’aumento dell’1,4% del costo del lavoro sui contratti stagionali, la terza e ultima è la riduzione dei tempi fra un contratto a tempo determinato e l’altro. Sono tutte modifiche – chiude Fassina – che vanno nel senso di favorire l’occupazione e i lavoratori e quindi ora li tramuteremo in emendamenti che saranno stesi dal correlatore Treu e dai nostri componenti delle commissioni Lavoro di Camera e Senato». Emma Marcegaglia è uscita dall’incontro soddisfatta. «È andato bene – ha commentato la presidente uscente di Confindustria – abbiamo illustrato i punti che riteniamo critici della riforma e abbiamo trovato comprensione e condivisione per le nostre preoccupazioni. Il tema comunque non è stravolgere la riforma », ha concluso. In precedenza le associazioni delle imprese (Confindustria, Abi, Ania, Alleanza delle cooperative e ReteImprese Italia) avevano «concordato un pacchetto di proposte di modifiche da apportare al disegno di legge»: «Le modifiche più rilevanti riguardano il tema della flessibilità in entrata per assicurare l’equilibrio funzionale e necessario alla creazione di nuova occupazione». Le proposte sono state inviate «al governo e ai relatori della commissione Lavoro del Senato», dove è in corso l’esame del disegno di legge.
LA CGIL MANTIENE LO SCIOPERO La situazione in grande movimento consiglia prudenza alla Cgil. Questa mattina nella relazione al Direttivo Susanna Camusso confermerà le 16 ore di sciopero già indette, ma non indicherà una data. La linea delle segreteria è di seguire passo passo la riforma e di scegliere di mobilitarsi nel momento più appropriato, nel passaggio più delicato dell’iter parlamentare. La minoranza interna della “Cgil che vogliamo” e della Fiom, dal canto suo, chiederà invece di fissare una data e di mantenere lo sciopero contro la modifica dell’articolo 18, sottolineando il successo degli scioperi di questi giorni caratterizzati proprio da questo tema. Allo stesso tempo Susanna Camusso rilancerà la manifestazione unitaria con Cisl e Uil sui temi del lavoro, della crescita e del fisco e spiegherà come la Cgil ha chiesto al Parlamento modifiche profonde anche sul testo attuale dell’articolo 18, chiedendo di rafforzare le possibilità di reintegro e le tutele dei lavoratori. Anche la Cgil, infatti, incontrerà il Pd per la messa a punto degli emendamenti al disegno di legge che vanno presentati entro lunedì. LA CISL SI MOBILITA Ieri si è tenuto anche il Comitato esecutivo della Cisl. Nella relazione Raffaele Bonanni ha attaccato il governo. La Cisl considera l’azione del governo di fronte alla crisi «debole» sul piano del contrasto alla difficoltà economica e «contrassegnata dalla mancanza di equità sul piano sociale, come emerge dal continuo rinvio della riduzione delle imposte su lavoratori e pensionati». Nelle conclusioni, approvate all’unanimità, il Comitato esecutivo si dice pronto a impegnare «tutta l’organizzazione a una mobilitazione straordinaria a livello nazionale e territoriale per sostenere la realizzazione di un Patto per la crescita e per il lavoro». Su questi obiettivi la Cisl, «chiederà alle altre confederazioni di sollecitare l’apertura di un confronto con il governo e con le istituzioni regionali e territoriali». Ieri pomeriggio i giovani del gruppo “Non più disposti a tutto” e dei precari del Nidil della Cgil hanno protestato con un flash mob davanti al ministero del Welfare per dire basta alle «troppe bugie» sulla riforma del mercato del lavoro. Sono stati lanciati volantini con Pinocchio del tipo: «Ammortizzatori sociali universali? Bugia»; «Meno tasse su cocopro e Partite Iva? Bugia»; «Basta stage truffa e più stabilità? Bugia». E chiedono «riforme vere: lotta alla precarietà, diritti e welfare». Per questo domani saranno allo sciopero della Cgil di Roma e Lazio». Insomma, la mobilitazione del sindacato di Corso d’Italia continua: oggi sarà sciopero a Torino, e in alcune città dell’Emilia, ieri è toccato a Milano che ha visto oltre 10mila lavoratori e pensionati partecipare ai quattro presidi organizzati dalla Cgil nel corso dello sciopero generale.
l’Unità 19.04.12