I rettori? La riforma dell’università non doveva segnare la fine dei loro mandati a vita? Sì, certo, ma con calma. Per il momento sono tutti lì ai vertici, alcuni come Gino Ferretti rettore di Parma da dodici anni che arriveranno a tredici con la proroga. Altri come il rettore di Messina Francesco Tomasello che ha tentato di approvare in extremis un’autoproroga per guadagnare altri due anni alla guida dell’università retrodatando l’inizio dell’anno accademico. E’ stato smascherato dai docenti dell’ateneo che hanno denunciato il tentativo in una lettera inviata al ministero dell’Istruzione che con una risposta di sei pagine ha bocciato i sogni del Magnifico Tomasello.
La proroga, quindi. E’ questa la parola magica che tiene in piedi le speranze di chi vorrebbe prolungare ancora un po’ il proprio mandato e sa che nella riforma Gelmini i rettori attuali devono lasciare la guida dei loro atenei l’anno successivo all’adozione dello Statuto. Perché fatta la norma, trovata l’interpretazione. Di quale adozione si parla: della stesura da parte delle università o dell’approvazione del ministero?
Quando a Parma il rettore Ferretti ha annunciato la sua proroga sulla base di uno Statuto pubblicato in Gazzetta Ufficiale a febbraio di quest’anno, si sono levate reazioni da parte di tanti: dai docenti, da chi spera di prendere il suo posto, dagli studenti fino ai sindacati. Anche perché l’università sul sito scrive di averlo «adottato» nell’aprile del 2011 e il mandato di Ferretti scadeva due mesi dopo, a giugno. A quel punto Ferretti ha scritto al ministero per chiedere lumi. Con grande stupore di molti, la risposta del ministero è arrivata poco dopo fornendo chiarimenti che hanno reso ancora più difficile e avvelenata l’atmosfera. La lettera è firmata dal direttore generale del ministero per l’Università, Daniele Livon: spiega che i rettori che si trovano nelle stesse condizioni di Parma possono restare in carica fino a ottobre 2013. Ancora un anno e mezzo, quindi.
Ad essere nelle condizioni di Parma sono molte università: su 80 atenei 66 hanno ottenuto il via libera allo Statuto presentato al Miur ma solo 46 l’hanno pubblicato in Gazzetta Ufficiale completando la procedura. E una decina di rettori, come Ferretti, è riuscita ad incassare la doppia proroga prolungando un mandato scaduto da mesi.
«E’ tutto regolare – conferma il ministro dell’Istruzione Francesco Profumo – E’ la legge stessa a prevedere la proroga di un anno dal momento in cui lo Statuto è operativo per evitare che si arrivi ad un rinnovo degli organi statutari azzerando tutto contemporaneamente. Le università sono sistemi complessi, c’è bisogno di continuità per garantire che tutto possa continuare a funzionare nel miglior modo possibile. In quell’anno il rettore deve garantire la corretta gestione dell’ateneo mentre si rinnovano le altre cariche».
Il ministro conosce bene il mondo dell’università, è da lì che arriva. «Ci sono alcuni atenei più pronti di altri – riconosce – Alcuni hanno scelto di non usufruire della proroga, ad esempio. E ce ne sono altri che invece sono più lenti».
E’ una procedura complessa che non ha risparmiato nulla e nessuno. Il ministero ha fatto ricorso contro tre università per problemi nei nuovi Statuti: una di questi è proprio il Politecnico di Torino dove il ministro ha lavorato fino allo scorso novembre creando una bizzarra situazione in nome della trasparenza: come ministro ha bocciato il testo che aveva preparato da rettore. Capita anche questo in questo complicato momento di transizione verso la riforma. E il mondo politico non è rimasto a guardare. Sono arrivate diverse interrogazioni parlamentari dall’Udc al Pd. Presto potrebbero aggiungersi anche Pdl e Lega. E la disputa continua.
“I numeri”
“66 atenei hanno il via libera”
“Su 80 atenei 66 hanno avuto l’ok allo Statuto – e al prolungamento del mandato dei rettori – presentato al Miur (46 pubblicati in Gazzetta Ufficiale, completando la procedura), con il via libera del direttore generale del ministero per l’università”
“18 mesi di «rinnovo»”
“Una decina di rettori è riuscita a incassare la doppia proroga prolungando un mandato scaduto ormai da mesi Come Gino Ferretti, a Parma (che ricopre l’incarico da 12 anni), potranno restare in carica fino all’ottobre del 2013: un anno e mezzo”
La Stampa 18.04.12