“Sono entusiasta delle candidature, grazie ad un percorso intenso, siamo arrivati a mettere in campo una squadra veramente buona per le prossime Amministrative. Le considerazioni che emergono sono chiare, prima fra tutte, in questa campagna elettorale i nostri candidati si troveranno davanti dei cittadini veri: pensionati, lavoratori, giovani, che vengono da noi anche per dire cose non gradite. Questa per il PD è una grande occasione per essere in campo e parlare con la gente andando porta a porta, interpretando e misurando il profondo disagio che vivono in questo momento di crisi”. Così il Segretario del PD Pier Luigi Bersani ha concluso la Conferenza Stampa di presentazione dei candidati a Sindaco del PD per le prossime Elezioni Amministrative del 6 – 7 maggio, quando saranno chiamati alle urne circa 10 milioni di cittadini in 1020 Comuni di cui 29 capoluoghi”.
Parlando di crisi, Bersani ha commentato la caduta delle borse, che “evidenziano il rischio di un avvitamento tra austerità e recessione. Siamo in un momento molto difficile, c’è una nuova tempesta dei mercati, ma leggo analisi non sempre soddisfacenti. E’ lampante – ha chiarito – il problema che in Italia e in Europa non stiamo rassicurando il mondo sulla capacità dell’Europa di coniugare rigore e crescita. Le ricette della destra europea sono state e sono un disastro. Non usciremo dai guai senza un cambio di leadership nella gestione della crisi, senza una riscossa dei progressisti”.
E tornando alle amministrative, Bersani ha ribadito “l’importanza di una deroga al patto di stabilità per i Comuni con i conti a posto e quindi l’opportunità di un confronto tra le forze politiche e il governo. I Comuni non sono la malattia, ma possono essere una parte della medicina – ha sottolineato Bersani – visto che il 70% delle opere pubbliche in Italia le fanno i Comuni. Quello è un rubinetto che va aperto – ha spiegato – per consentire una ripresa a breve dei lavori e un po’ di pagamenti alle imprese che sono in crisi drammatica di liquidità. Bisogna mettere i comuni in condizione di dare qualche risposta in più, perchè questo serve all’Italia”.
Altro punto da affrontare durante la campagna elettorale, secondo il Segretario democratico, è il “tema del discredito della politica e dello smarrimento dei cittadini. Quelli che emergono dall’affaire Lega sono fatti sconvolgenti per l’opinione pubblica e anche per i dirigenti di un partito come il nostro, che sono abituati a dare al partito, non a prendere. Mettere tutti nel mucchio – ha chiarito Bersani – rischia di far arrivare a un punto di non ritorno. Da Pericle, la democrazia ha sempre funzionato con il sostegno pubblico, per evitare che il più ricco e il più forte facesse il burattinaio e governasse la città. La democrazia da sempre è vissuta con un sostegno alla politica, e da qui non si può deflettere. Il PD è disponibilissimo e ha tutta l’intenzione di rivedere il sistema – ha affermato Bersani – ma ridiscutere di questo richiede dei tempi e non accetterei che nell’attesa con i soldi del partito, qualcuno si ristrutturasse la casa. Servono immediate misure di controllo serio e serve partire immediatamente con la discussione di come ristrutturare la materia e su questo il PD è impegnatissimo”.
In fine Bersani ha annunciato che domani sarà a Monasterace, in Calabria, per incontrare il sindaco Maria Carmela Lanzetta, dimissionaria dopo essere stata bersaglio di diverse intimidazioni mafiose. Cosa deve pensare chi è sul fronte e rischia la pelle dentro a questo generico discredito?”, ha chiesto Bersani, “dobbiamo abbandonare chi è sul fronte? Dire che sono tutti disonesti? Non lo accettiamo. Per questo sarò a Monasterace per portare la mia solidarietà a Maria Lanzetta”.
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La Conferenza Stampa, è stata aperta da Davide Zoggia, Responsabile Enti Locali del PD.
“Queste elezioni rappresentano una tornata molto significativa, abbiamo chiuso con le candidature parecchie settimane fa e su 29 candidati a Sindaco, dei capoluoghi di provincia, ben 20 sono del PD e la maggior parte scelti con le elezioni primarie. Abbiamo una situazione pressocchè omegenea sulle alleanze – ha chiarito Zoggia – con l’Idv e sinistra democratica e solo in alcuni territori con Udc e terzo polo”.
Un dato importante evidenziato dal Responsabile nazionale Enti Locali è “l’apertura al civismo, come espressione della sensibilità del territorio, in alcuni casi con liste a fianco a quella del PD, in altri con candidati espressione di liste civiche”.
Zoggia ha voluto sottolineare che “il PD ha lavorato perché ci fossero parecchie candidature di genere, nei comuni sopra i 35.000 abitanti, ci sono 35 candidature femminili. E’ un numero che ancora non ci soddisfa del tutto, ma è il segno di un lavoro che abbiamo avviato. E su questo punto – ha specificato – c’è un impegno che parte dalla segreteria nazionale, fino ai territori per dare adeguata rappresentanza alle donne una volta che i Sindaci si siano insediati”.
I punti su cui si basano le candidature espresse dal PD si possono riassumere in tre, che Zoggia indica in : “civismo, parità di genere e valori etici della rappresentanza. E su quest’ultimo in particolare il Partito democratico basa tutta la campagna elettorale. Per la trasparenza dei conti, alla fine della campagna elettorale verrà presentato un rendiconto delle spese.
Sui programmi che caratterizzano le candidature, ha chiarito Zoggia che “c’è molta particolarità legata ai singoli territori ma un tratto comune che li caratterizza tutti è l’attenzione verso le famiglie e le imprese. Anche la modifica e la rivisitazione del patto di stabilità è un elemento comune e su questo – ha dichiarato – siamo a fianco dell’Anci. Cercheremo di convincere il governo, che alcune azioni in favore dei Comuni si possono fare in tempi rapidisissimi. Una per tutte la deroga al patto di stabilità per consentire investimenti in favore della crescita”.
Gli amministratori locali – ha concluso Zoggia – dovranno darci una mano a ricostruire la credibilità della politica nel nostro Paese. Insieme ci riusciremo, con un grande gesto di responsabilità e forza, ridaremo fiducia alla politica. Come PD nazionale diamo tutto il nostro appoggio ai nostri candidati. È una tornata importante per il Paese – ha ripetuto Zoggia – è l’ultima volta che si vota prima delle politiche del 2013, quindi un grande augurio a tutti noi, per risollevare insieme le sorti del Paese”.
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Massimo Cialente (L’Aquila): Quelle del 6 e 7 maggio saranno elezioni importantissime e storiche per L’Aquila. Ho affrontato questa campagna chiedendo con forza le primarie perché sono convinto che un sindaco non possa ricandidarsi non sottoponendosi prima al giudizio dei suoi concittadini per il primo mandato. La risposta positiva con il 70,5% delle preferenze mi ha dato nuova forza. L’Aquila dopo i primi nove mesi del dopo terremoto ha dovuto camminare sulle proprie gambe.
Dal febbraio 2010 sono stati spenti i riflettori e ci hanno abbandonati a noi stessi. Siamo stati affidati ad un commissariamento che ha paralizzato la città bloccando la ricostruzione e il rilancio economico. Con il nuovo governo Monti finalmente si è capito che L’Aquila merita di più. Queste elezioni sono decisive perché il sindaco e la sua giunta avranno grande responsabilità di essere l’elemento di catalizzatore della ricostruzione della comunità e dell’identità dell’Aquila da un lato e suo tessuto economico e produttivo, dall’altro. Noi rappresentiamo la moralità del buon governo con cui abbiamo amministrato la città. Noi siamo credibili, pronti e capaci a ricostruire la città.
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Samuele Bertinelli (Pistoia): Pistoia è una città di 92mila abitanti che sta vivendo come tutta l’Italia le difficoltà della crisi. Sono circa 10500 le persone senza lavoro (perso o mai trovato) e tutti noi siamo su un crinale pericoloso. La coalizione che mi sostiene, una larga coalizione con 2 liste civiche ha posto al primo posto della campagna elettorale la necessità della più ampia e aperta partecipzione dei cittadini. La nostra idea si spiega con lo slogan della campagna: Pistoia di tutti. Noi pensiamo al bene comune. Se vinceremo al primo turno faremo girare la ruota e metteremo al governo una tra le giunte più giovani in Italia, puntando ad avere più donne che uomini al governo della città.
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Paolo Dosi (Piacenza): Piacenza come tutta l’Italia assiste alla disaffezione dalla politica. Il partito maggiore è quello dell’astensione e della disillusione. Il dovere della politica è quello di riconciliare le persone con un senso civico più diffuso. Occorrono politiche volte a costruire e creare dei legami piuttosto che creare divisioni. Il percorso fatto con le primarie va in questa direzione. L’obiettivo principale ora è conservare quello che si è costruito in 10 anni di buon governo precedente. Il futuro sarà pesantissimo lo sappiamo, ma non dovremo distruggere quel di buono che è stato fatto negli anni passati. Il nostro slogan è provocatorio: gli anni migliori sono davanti a noi. E noi ci crediamo davvero, nonostante tutto.
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Alessandro Tambellini (Lucca): Io rappresento una sfida davvero importante: la dimostrazione che si possa far meglio di chi ci ha preceduto nei 14 anni di governo cittadino del centrodestra. Quegli anni hanno visto Lucca commissariata nella prima esperienza e poi impigliata nelle questioni urbanistiche della seconda esperienza. Siamo straconvinti che si possa far meglio e che nel momento in cui viviamo sia la buona politica la risposta alla troppa anti-politica che si sta vivendo. Ripartiamo dalle cose concrete. Le cose che riguardano le persone. Questa sarà la nostra sfida vincente.
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Roberto Scanagatti (Monza): Anche io sono un figlio delle primarie e devo dire che il risultato netto delle elezioni ha consentito a tutti di collaborare in maniera significativa per ricucire il rapporto con gli elettori e a garantire una maggiore partecipazione civile. Quella davanti a noi è una sfida davvero difficile perché Monza è una città tradizionalmente governata dal centrodestra.
È ora di voltare pagina! Il rapporto tra Lega e Pdl è venuto meno così come è venuto meno il loro rapporto con la città per risolvere i problemi veri. Non si sono occupati delle difficoltà del territorio ma solo di aree e di interessi. La città è preoccupata dalla crisi e dal mal governo che ha creato sacche di illegalità sociale ed economica. Un uomo solo al comando è un principio che ha fallito. Guardiamo con fiducia l’appuntamento del 6 e 7 maggio. Il ruolo che giochiamo è per tutti i cittadini.
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Salvatore Scalzo (Catanzaro): Dopo un anno ci ritroviamo qui. Il sindaco eletto dopo solo pochi mesi di amministrazione si è dimesso per fare il parlamentare. Una scelta politica difficile da capire per chi non è catanzarese. Siamo davanti ad un modello di mal governo portato avanti dal Pdl con assoluta irresponsabilità amministrativa, fatta da interessi particolaristici e dalla creazione di zone grigie per infiltrazioni malavitose. La Regione Calabria è l’ultimo avamposto del berlusconismo. Spese improduttive come risposta ad interessi particolari, disinteresse per la cittadinaza. Noi siamo l’unica alternativa al ripiegamento della cattiva politica. La partecipazione dei cittadini sarà la risposta utile alla politica per riappropriarsi del suo ruolo di sintesi per il bene comune. I sondaggi oggi ci danno appaiati e sappiamo che ce la possiamo fare. Possiamo restituire dignità per i nostri cittadini cominciando a combattere la piaga della disoccupazione, puntando sulla cultura e sul turismo. Dovremo anche ridare dignità alla politica togliendola dalle mani di quelle caste chiuse che l’hanno sporcata. Questa è davvero un’occasione importante.
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